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Tutti si sono sgolati a dichiarare che l’ondata di migranti si era ridotta, quasi che stesse finendo..

Ed anche che gli accordi fatti con il “governo” libico era alla base di questa riduzione di migranti.

Ma non era vero.

Ora sono cambiante le cose.

Siamo in vista delle elezioni ed occorre pagare preventivamente il conto.

Diversamente niente voti.

A chi?

Fate voi.

Ed infatti ecco massicci arrivi, uno dopo l’altro.

In Calabria, ovviamente.

In Sicilia si vota!

Oltre 760 persone portate dalla nave Diciotti della Marina Militare al porto di Reggio Calabria.

Nuova ondata di sbarchi, a Reggio in arrivo 764 persone.

Nei giorni scorsi circa 400 migranti.

Vengono dal Pakistan, Somalia, Eritrea, Nigeria, Sudan, Libia, Bangladesh, Ciad, Guinea, Algeria, Egitto, Mali, Costa d’Avorio, Nepal, Marocco, Ghana, Camerun, Kenia, Niger, Senegal, Sierra Leone, Etiopia, Sri Lanka, Iemen, Siria, Giordania e Libano( e scusate se ne ho dimenticato qualcuno).

Un gruppo di 48 persone giunto a bordo di una piccola barca di legno è stato invece scoperto su una spiaggia a Palmi

È già arrivata nel porto di Vibo Valentia Marina la nave inglese 'Acquarius' con a bordo 588 migranti, tra cui una quindicina di donne in gravidanza, soccorsi nei giorni scorsi lungo il Canale di Sicilia.

Anche la Guardia costiera libica è stata protagonista di operazioni di soccorso in mare: nei giorni scorsi circa 400 migranti sono stati recuperati.

Proprio le partenze dalla Libia fa suonare un campanello d'allarme.

Per chi suona la campana?

Ma per l’Italia, s’intende!

Quella Italia che produce e vende armi, che alimentano le guerre, che creano invivibilità e quindi fughe.

Mah!

E poi l'Italia  non è mica degli Italiani!

Pubblicato in Mondo

E ti pareva?

Possibile che i centri di accoglienza fossero esenti dalla ingerenza della mafia?

Certo che no!

E così dopo il commissariamento – nei giorni scorsi – di tre centri nel Vibonese ora arriva il momento del catanzarese.

Ancora pochi giorni e chiuderanno 4 centri del catanzarese.

Lo ha anticipato il Prefetto Latella nel corso della manifestazione per la firma dei protocolli sui progetti Sprar che si è svolta a Taverna, nella Sila catanzarese, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti.

Il prefetto non ha fornito ulteriori elementi, rinviando tutto alla prossima settimana.

I tentacoli dei clan, attraverso forniture di servizi e assunzioni di personale, sembrano stringere il settore dell’accoglienza.

E i corposi finanziamenti che lo riguardano

Sul fronte centri accoglienza, l’allarme resta, dunque, alto a causa della presunta pervasività della criminalita’ organizzata anche in questo settore.

Poi ha aggiunto il prefetto:“Dobbiamo cercare di razionalizzare i percorsi di accoglienza per non fare prevalere in questo settore l’aspetto affaristico.

Abbiamo lavorato in grande sintonia con l’Anci e la Regione per portare avanti un lavoro sinergico che e’ la migliore soluzione che si possa fare”.

A diverse ore di distanza forte è il silenzio della politica.

Si sente solo il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, Arturo Bova, che ha detto "Quanto sta emergendo dai provvedimenti della Prefettura di Catanzaro e di quella di Vibo Valentia.

Dopo quanto già emerso dall'inchiesta 'Jonny' è un quadro preoccupante.

Condivido in pieno le parole del ministro Minniti: il modello dei Centri di accoglienza presta, inevitabilmente, il fianco alla possibilità concreta che nel sistema di gestione dei migranti si infiltrino gli interessi criminali delle cosche di 'ndrangheta.

Le inchieste dicono anche che quando ciò avviene c'è una pericolosa responsabilità della politica. Ben venga, quindi, un nuovo modello di gestione dei migranti nel nostro Paese, un modello basato su accoglienza e integrazione diffuse sul territorio.

Un po' com'è avvenuto a Riace grazie al sindaco Mimmo Lucano: sono felice che tanti sindaci calabresi abbiano dato disponibilità a dare vita a progetti Sprar nei loro Comuni.

La nostra regione è terra ospitale".

Fosse solo questo onorevole Bova!

E lo spaccio di droga da parte dei migranti?

Pubblicato in Catanzaro

Che lo Stato con i migranti fosse, come diciamo noi, ad Amantea “ mbrazz’a Maria”, lo si sapeva.

Ma ora abbiamo la conferma.

 

Non si tratta di proteste dei profughi, per mancato pagamento del pocket money, né per il cibo, né per la qualità, dei servizi offerti od altro, proteste che attivano le reazioni politiche delle associazioni di tutela dei migranti.

NO! NO!

Si tratta proprio di una forte, univoca, nuova reazione dello Stato.

E’ quasi incredibile, ma è così!

Minniti ha commissariato tre centri a Briatico.

Sembra che ci sia l’ombra della ‘ndrangheta sui tre centri di accoglienza per migrati di Briatico.

È quello che pensa il prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, che di concerto con l’agenzia anticorruzione di Raffaele Cantone e con il ministro dell’Interno Marco Minniti, ha nominato commissario l’avvocato palermitano Rosario Di Legami.

E non solo.

Il prefetto vibonese ha fatto scattare un’interdittiva antimafia per le due cooperative che gestiscono i centri, almeno sulla carta: si tratta della “Monteleone Servizi” e della “Monteleone 3.0 protezione civile”, che si occupano di 700 richiedenti asilo politico.

 

In sostanza, chi avrebbe in mano tutta l’assistenza dei migranti, attraverso un subappalto ritenuto illegittimo, sarebbe una società risultata pesantemente condizionata da infiltrazioni dell’ndrangheta.

Alcune società vicine ai boss avrebbero così monopolizzato le forniture.

Per questa ragione, il prefetto ha deciso di commissariare i tre centri, un provvedimento senza precedenti”.

Ndr.Una domanda al ministro Minniti ed al Prefetto Longo. “ Ma è possibile allocare 700 migranti in un paese di 4000 abitanti?”

Praticamente è come se in Italia ci fossero 10.600.000 migranti su 60.500.000 abitanti!

Non solo è come se ad Amantea ci fossero 2.333 profughi.

Nessuno ha sospettato niente? Troppo comodo! Ci sembra.

Pubblicato in Vibo Valentia

Si sa il popolo cerca sempre quello che non ha!

Abbiamo fatto il verso a Dante che nel Purgatorio le faceva dire da Virgilio a Catone Uticense (ricordato in Mn II V 15 quale severissimo difensore verae libertatis),seguite, poi, dal verso “(come sa chi per lei vita rifiuta, v. 72), e che sono invece riferite al suicidio di Catone a Utica, all'approssimarsi della dittatura cesariana.

 

 

Oggi sono le parole preoccupate di chi ha a cuore la sorte del PD in Calabria ( Minniti?) e che sembra abbia imposto la pace tra le fazioni di Oliverio, da un lato, e di Guccione, dall’altra.

Una pace che è presupposto indispensabile della unità del PD, Unità finta, ovviamente.

E la prima occasione, è la elezione della segreteria provinciale del PD stesso.

Insomma si vuole una segreteria provinciale dove la gestione dovrà essere condivisa

Guglielmelli sarà il segretario, e Mazzuca il vice.

Una sorta, insomma, di “ tutti insieme appassionatamente”

Ma davvero Mario Oliverio e Carlo Guccione stanno mettendo da parte l’ascia di guerra?

Loro che nell’immediatezza delle elezioni si sorridevano ed abbracciavano per poi arrivare ( si dice) a ben altri e silenziati tipi di abbracci.

E chi mai ci crederà?

D’altro canto la situazione è difficile in Calabria ed in provincia di Cosenza, in particolare, forse tragica e se, in qualche modo, si vuole recuperare credibilità politica, l’unica cosa è far finta di essere uniti.

Una soluzione che sta bene ad ambedue

Ad un Oliverio che è assediato dalla Magistratura e che vede sfilacciarsi se non franare il suo impero

Ad un Guccione che così diventa il vincitore morale ed il futuro del PD in Calabria.

E Magorno?

Zitto!

Pubblicato in Cosenza

Oggi 10 ottobre nella Sala della Lupa del Palazzo di Montecitorio a Roma si è svolto un incontro nel quale sono stati illustrati e discussi i risultati di un’indagine condotta dai ricercatori del LAPS, il laboratorio di analisi politiche e sociali con riguardo alle percezioni ed agli orientamenti dell’opinione pubblica sulla politica estera italiana, fra cui l’euro e il ruolo dell’Italia nell’UE, i rapporti con l’amministrazione Trump e la Russia, l’immigrazione, il terrorismo e le missioni all’estero.

La ricerca è stata condotta dal LAPS per conto dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

Segnaliamo per ora la tematica: Gli italiani e l’immigrazione

Gli italiani collocano l’immigrazione al primo posto tra le loro preoccupazioni, ma sono divisi sulle

strategie da adottare per fronteggiare la crisi dei migranti.

Poco più di un terzo del campione (38%) è favorevole ad adottare una politica di respingimenti, anche se questi, come specificato dall’opzione proposta, avessero come conseguenza un trattamento disumano per i migranti una volta deportati nei paesi di transito od origine.

Un altro terzo del campione sarebbe invece favorevole all’invio di un contingente militare in Libia al fine di controllare le frontiere, anche se ciò comportasse delle perdite militari.

Infine, poco meno del 30% del campione si dichiara favorevole ad assicurare il salvataggio delle

vite umane nel Mediterraneo e ad accogliere i migranti nel territorio nazionale.

Infine, ulteriori conferme sulla diffusione di sentimenti anti-immigrazione sono date dal quesito in cui è stato chiesto se sussista un legame tra immigrazione irregolare e diffusione del terrorismo. Oltre la metà del campione (55%) si dichiara d’accordo con l’affermazione, mentre la restante parte si divide pressoché a metà tra chi è contrario e chi non sa.

Ecco le tabelle :

 

 

 

Pubblicato in Italia

Fa piacere non trovarsi soli in una battaglia che è di civiltà, quale è quella contro i comuni che impongono divieti solo per fare cassa.

Finalmente, grazie agli onorevoli MOTTOLA Giovanni Carlo Francesco e VIGNALI Raffaele la questione arriva in parlamento.

 

Ecco la discussione nella seduta del 20 settembre:

Si riporta la trascrizione dell'interrogazione:

"PRESIDENTE. "Passiamo all'interrogazione Mottola e Vignali n. 3-03251.

Chiedo all'onorevole Mottola se intenda illustrare la sua interrogazione per un minuto o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Ministro, premesso che l'ultimo rapporto ACI rivela che nel 2016 gli introiti delle sanzioni per infrazioni al codice della strada sono aumentate del 45 per cento. Su 100 contravvenzioni 84 sono emesse dalle Polizie locali. Tra l'altro, l'europea Transport safety ha attestato che tra il 2010 e il 2015 il nostro Paese ha segnato un maggiore incremento di sanzioni per eccesso di velocità (più 15 per cento: circa 50 multe ogni 1.000 abitanti). Si tratta, quindi, di cifre elevatissime pagate dai cittadini ed utilizzate dai comuni, nella stragrande maggioranza dei casi, per rimpinguare i bilanci più che per garantire la sicurezza. Quali iniziative il Governo intende adottare affinché gli enti locali evitino di far sì che l'erogazione delle multe costituisca una vera e propria tassazione effettuata solo per incrementare i bilanci comunali e non come strumento e misura educativa per i cittadini?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere.

MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, l'interrogazione si sofferma - leggo testualmente - su quali iniziative il Governo intenda adottare per far sì che l'erogazione delle multe non rappresenti una vera e propria tassazione effettuata solo per implementare i bilanci comunali. Informo che lo scorso 21 luglio ho emanato una specifica direttiva per garantire un'azione coordinata delle forze di Polizia per la prevenzione e il contrasto dei comportamenti che costituiscono le principali cause di incidenti stradali. In particolare, è stato confermato l'indirizzo già consolidato che prevede che l'azione di contrasto per gli eccessi di velocità debba essere espletata secondo obiettivi e criteri determinati nell'ambito di un'adeguata pianificazione dell'autorità prefettizia.

Sono stati, altresì, aggiornati i principi e i criteri cui gli organi accertatori devono attenersi per effettuare contestazioni in caso di inosservanza dei limiti di velocità in modo da contemperare l'esigenza primaria di garantire le condizioni di sicurezza stradale con quella della tutela dell'affidamento degli utenti della strada che devono essere posti in condizione di adeguarsi preventivamente ai limiti prefissati. Sono convinto che l'insieme delle misure previste dalla direttiva potrà contribuire anche ad un più corretto esercizio del potere sanzionatorio. Più in generale, rammento che l'articolo 208 del codice della strada stabilisce che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie sono incamerati dall'amministrazione pubblica a cui appartiene l'organo di Polizia stradale che ha accertato l'illecito e che tuttavia non può beneficiarne direttamente in nessuna forma.

I proventi sono devoluti agli enti locali di appartenenza ovvero alle amministrazioni statali. Una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli enti locali è vincolata a specifici interventi per migliorare le infrastrutture, la sicurezza stradale, la segnaletica e il potenziamento delle attività di controllo. Lo stesso vincolo di destinazione si applica in caso di violazione dell'articolo 142 del codice della strada in tema di eccesso di velocità accertato con sistemi di rilevamento ovvero mezzi tecnici di controllo a distanza.

Al fine di monitorare l'effettiva destinazione degli introiti in parola alle finalità normativamente indicate, ferme restando i controlli di competenza della Corte dei conti sulla gestione dei comuni, è previsto l'obbligo per ciascun ente locale, entro il 31 maggio di ogni anno, di inviare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell'interno una relazione circa l'ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza, nonché l'elenco degli interventi realizzati con dette risorse, specificando gli oneri sostenuti per ciascuna attività. Sanzioni sono previste in caso di omissione della trasmissione della citata relazione o per l'utilizzo dei proventi in modo difforme da quanto previsto dalla legge.

Ritengo che il quadro normativo, che ho appena descritto, correttamente applicato, sia idoneo a garantire che gli accertamenti delle violazioni previste dal codice della strada non siano strumento per implementare in modo improprio i bilanci comunali.

PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Vede Ministro, io non dubito sull'azione da parte dello Stato per prevenire, per aiutare e per instradare i cittadini verso un comportamento migliore. Ma qui si tratta di vedere il comportamento dell'altra parte, cioè degli enti. Io vedo che lo Stato fa uno sforzo per cercare di tagliare le spese e, per tagliare le spese, riduce i contributi ai comuni. Però i comuni, gli enti locali, in realtà, non fanno altro che riversare questi tagli sui cittadini, attraverso dei veri e propri agguati, cioè si trasformano tutti in veri e propri piccoli sceriffi di Nottingham e cominciano a lanciare strali verso i poveri automobilisti.

A me è capitato, per esempio, di percorrere un tratto della Francigena, verso Viterbo, e trovare un punto della strada, una strada che passa nelle campagne, fiancheggiata da tre case, che evidentemente viene valutato come percorso attraverso una città o un paese. In quella strada, però, il limite di velocità non è 50 chilometri all'ora, ma è posto addirittura a 30 chilometri all'ora. La strada è particolarmente dissestata. Se per caso un automobilista passa alla folle velocità di 70 chilometri all'ora, prende una multa di 2 mila euro e la sospensione della patente. La strada è dissestata, ma è dissestata da quindici anni e viene lasciata in quelle condizioni, secondo me, apposta per farci cadere dentro gli automobilisti e in questo modo spremerli il più possibile. Questo comportamento non è accettabile. Non è accettabile da parte dei cittadini, che verificano in campagna, in strada e anche in città, quanto il comportamento delle amministrazioni non sia corretto. Vengono addirittura montati all'improvviso dei tratti e precedenze, segnalazioni oppure delle telecamere non segnalate nella maniera dovuta.

Ora io penso che lo Stato dovrebbe intervenire su questa parte e imporre che l'uso di questi strumenti sia fatto nella maniera dovuta, a tutela dei cittadini in tutti i sensi. Per esempio, se queste telecamere venissero messe ogni tanto, non solo sulle strade, ma anche nei parchi, per garantire l'uso dei parchi, forse sarebbe una cosa meritoria da parte dei comuni e anche dello Stato.

Francamente questa volta il ministro Minniti sembra aver dribblato senza aver fortemente interessato i Prefetti ad una maggiore attenzione sul rispetto delle norme del Codice della Strada.

Almeno sig Ministro che la Polizia Locale fermi gli automobilisti .

Solo in questo modo possono essere educati al rispetto del codice della strada.

Non solo ma fate smettere il business delle ditte private che elevano le contravvenzioni facendosi pagare in percentuale a quelle rilevate!

E poi non si autorizzi la Polizia Stradale a fare contravvenzioni sulle strade statali sena riversare almeno allo Stato quanto necessario per la sicurezza delle dette strade statali!

Pubblicato in Politica

E poi ci si chiede perché cresce la popolarità del ministro Minniti!

Ieri a Reggio Calabria si sono attuate per la prima volta le normative contenute nel recente Decreto Minniti per contrastare la prostituzione su strada il cui sfruttamento, evidenzia la Polizia, "genera entrate indebite per la criminalità che ne gestisce i proventi illeciti".

 

Quattro Daspo Urbani sono stati irrogati dal questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi.

E per la prima volta destinatarie, sono state prostitute straniere

I provvedimenti sono stati presi dal Questore Grassi che , al riguardo, ha dichiarato "tolleranza zero verso fenomeni che alimentano le casse della criminalità e che indubbiamente presentano profili che incidono sul degrado urbano, generando senso di insicurezza nelle comunità.

 

Apertura assoluta verso quelle forme di collaborazione che consentono alle prostitute di lasciare la strada, nonché di individuare coloro che le rendono schiave".

 

 

Il tema sarà oggetto anche di un prossimo Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Michele di Bari con la presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà.

Questi interventi voluti dal Questore seguono le iniziative assunte in centro città, nei giorni scorsi, sfociate in altri D.A.SPO Urbani emessi nei confronti di soggetti stranieri, in evidente stato di ubriachezza molesta.

L’inosservanza al D.A.SPO costituisce reato e, se ricadente, sarà investita l’Autorità Giudiziaria.

Pubblicato in Reggio Calabria

Signor ministro Minniti sappiamo che Lei è fortemente impegnato nel suo importante ruolo di Ministro dell’Interno, ma, forse, potrebbe trovare due minuti( due) per scegliere i commissari dell’organo Straordinario di Liquidazione per il comune di Amantea

È dal 28 aprile 2017 che siamo in attesa.

Aspettiamo da quando il Commissario Straordinario del Comune di Amantea (CS) d.ssa Anna Aurora Colosimo ha deliberato lo stato di dissesto finanziario del comune di Amantea.

E’ vero che siamo in estate , ma non ci sembra che mai alcun comune abbia dovuto aspettare tanto.

Lei forse non lo sa , ma Amantea è ferma, in attesa dell’OSL.

Sembra, cioè, che tutto, ma proprio tutto, dipenda se non discenda dall’Organo Straordinario di Liquidazione

E’ vero che Lei deve trovare non uno ma ben3 commissari, ma non si tratta di persone in servizio che ad Agosto sono in ferie, ma di magistrati a riposo della Corte dei conti, della magistratura ordinaria, del Consiglio di Stato.

Tutt’al più e solo se questi dovessero mancare saranno scelti fra funzionari dotati di idonea esperienza nel campo finanziario e contabile in quiescenza degli uffici centrali o periferici del Ministero dell'interno, del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, del Ministero delle finanze e di altre amministrazioni dello Stato, fra i segretari ed i ragionieri comunali e provinciali particolarmente esperti, anche in quiescenza, fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili, gli iscritti nell'albo dei dottori commercialisti e gli iscritti nell'albo dei ragionieri.

D’altro canto se Lei non propone i nomi al Presidente della Repubblica questi non potrà disporre la nomina

Glielo ripetiamo( ci permetta) , Lei ha dimostrato al mondo intero la sua efficienza, salvo ci sembra per questo caso.

E ci sorprende!

Grazie!

Pubblicato in Politica

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento dei consigli comunali di Cropani (Catanzaro) e Brancaleone (Reggio Calabria) e la proroga dello scioglimento del consiglio comunale di Brescello, a norma dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali.

 

La ‘ndrangheta controllava i due comuni

Sono state due operazioni antimafia a condurre allo scioglimento dei Consigli comunali.

Per quanto riguarda Cropani, la commissione di accesso antimafia per verificare gli atti amministrativi si è insediata il 28 dicembre scorso dopo l'operazione "Borderland", che ha portato alla notifica di 48 provvedimenti cautelari contro la cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro, che ha portato in carcere, tra gli altri, anche il vicesindaco Francesco Raffaele Greco, evidenziando possibili influenze del clan nelle elezioni amministrative del 2014.

Nelle intercettazioni sono finiti gli interventi degli esponenti della cosca durante la campagna elettorale, con lo stesso vicesindaco che non ha avuto problemi a "vantarsi" dei sostegni ricevuti.

 

Per Brancaleone, invece, la Commissione è stata inviata il 31 dicembre scorso dopo l'operazione "Ecosistema" con l'accusa, nei confronti delle persone coinvolte, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tutte ipotesi aggravate dall'aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento; falsa testimonianza, corruzione per l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo.

 

Al centro dell'inchiesta c'è la gestione dei rifiuti con la ditta Ased. Tra i diversi amministratori locali coinvolti nell'inchiesta ci furono anche il vice sindaco di Brancaleone Giuseppe Benevoli; l'assessore al turismo di Brancaleone, Alfredo Zappia; l'assessore all'ambiente di Brancaleone, Giuseppe Domenico Marino.

Pubblicato in Calabria

Lo chiede la deputata M5s Dalila Nesci.

La deputata dice : «Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, disponga l'invio della commissione d'accesso agli atti del municipio di Amantea, dati gli arresti per voto di scambio dell'ex sindaco Franco La Rupa e del consigliere comunale Marcello Socievole».

Poi insiste : «Con i colleghi di gruppo Paolo Parentela e Federica Dieni ho appena presentato una seconda interrogazione in proposito, chiedendo al ministro di attivare i controlli consentiti dalla legge per verificare eventuali condizionamenti nel municipio di Amantea, anche alla luce di quanto la Prefettura di Cosenza aveva già rilevato in ordine a La Rupa, riassunto nella nostra precedente interrogazione».

Infine continua la parlamentare 5stelle «Di persona avevo poi incontrato il ministro, che mi aveva assicurato da subito la vigilanza dell'Interno sull'amministrazione comunale di lì».

Ricordiamo ai nostri lettori che la precedente richiesta di nomina di una commissione di accesso era stata fatta prima che venissero arrestati per voto di scambio l'ex sindaco Franco La Rupa ed il consigliere comunale Marcello Socievole, quindi per ragioni altre rispetto ai fatti recenti.

Poi conclude la deputata, insieme alle consigliere comunali 5stelle di Amantea, Francesca Menichino e Francesca Sicoli, «Adesso la commissione d'accesso è indispensabile, in base agli elementi noti e nuovi, che fanno ipotizzare un'influenza sugli uffici da parte di La Rupa, ispiratore della lista che ha portato all'elezione del candidato sindaco Mario Pizzino».

«Completano il quadro sullo stato della democrazia ad Amantea – concludono Nesci, Menichino e Sicoli – le dimissioni dell'assessore comunale al Bilancio, il Pd Rocco Giusta, in quanto indagato per presunte irregolarità nell'esercizio della professione di commercialista».

Ma quello che è sorprendente è la affermazione della «singolarità del silenzio sugli ultimi fatti da parte della deputata del Pd Enza Bruno Bossio, che siede in commissione parlamentare Antimafia».

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