Nell'antichità, attraverso la letteratura omerica e la filosofia, la passione era vista come un sentimento eccessivo ed improvviso, ma non sempre negativo. Essa infatti poteva guidare al gesto eroico, soprattutto per "furore" o "ira". Testimone di questa moralità quanto meno complessa è il teatro greco dove diversi personaggi si accendevano per passioni come la cupidigia, il desiderio d'amore, la paura paralizzante, l'esaltazione senza freni: tutta una serie di emozioni che rendevano i personaggi del dramma, e gli stessi dèi che davano di matto.
Quindi la passione cominciò a essere intesa come malattia, ovvero come lusinga e urgenza incontrollabile da parte del corpo che si sottraeva al “controllo” dall'anima.
Aristotele, il grande filosofo greco, considerava le passioni come “affezioni” dell’anima percettiva e, dall’altro, le associa a dinamiche di piacere, dolore e in genere desideri. Desideri che dal filosofo vengono distinti tra desideri naturali e desideri irrazionali, i primi comuni a tutti gli esseri viventi, riguardanti il bere, il mangiare e la sessualità; i secondi individuali, diretti verso specifici oggetti. La passione come un’affezione dell'anima che incide anche sul corpo e altera ogni libera scelta, ma che può essere controllata dalla ragione. Se si riuscisse a gestire questo sentimento, a cui la ragione sembrerebbe non in grado di dare una spiegazione, potrebbe diventare un importante alleato per raggiungere i propri obiettivi in alcuni aspetti della vita.
Nelle parole di W. Shakespeare, Cleopatra dice che solo le persone di basso rango hanno "moderata tristezza". Le sue sono "passioni trascendenti" che "si elevano... completamente fuori dalla vista della “ragione". In questo modo, la "trascendenza" della sua passione è associata alla nobiltà della sua posizione sociale di regina. Allo stesso modo, Antonio afferma "ho perso la ragione" a causa del suo amore. L'amore tra Antonio e Cleopatra è così straordinario e famoso proprio perché è disordinato e irragionevole. Nessuno che abbia amato "ragionevolmente" potrebbe rinunciare a tutto per amore.
Son quasi sicuro che la passione è la pompa adrenalinica che ci sveglia nel cuore della notte con una idea e provocando anche l'insonnia. Essa sovrascrive l’istinto più sano. È completamente impregnabile. E’ la torta di cioccolato: non è possibile sopravvivere solo con essa. Bisogna sempre sapere quando dare alla passione una pausa. Come pure, sarebbe bello, sapere quando arriva il momento per l’entrata in scena della ragione.
Com’è la situazione emotiva del nostro tempo? Calda, fredda, temperata? I segnali che vengono dallo scenario contemporaneo sono spesso contrastanti. Si ha l’impressione di un assopimento delle passioni comuni, di un’apatia che ci chiude sempre più ermeticamente in noi stessi. Forse siamo giunti ad uno snodo cruciale nell’era della New Technology . Sarà un cambiamento esponenziale, inevitabile e irreversibile? Siamo forse giunti al punto che la tecnologia plasmerà le nostre vite? A me sembra che l’umanità, abituata retoricamente ad estrapolare il futuro dal presente e persino dal passato, non sia più in grado di gestire il proprio divenire. Mi tornano in mente l’Arts Building dell’Alberta Univesity e le meravigliose sedute, curate dal Professore Enrico Musacchio, sulla inarrivabile opera di Ludovico Ariosto: “’L’Orlando Furioso”. Il più bel romanzo di tutti i tempi.
Oggi l’assunto di partenza è che qualsiasi cosa ci sia andata bene finora dovrebbe, in una forma leggermente migliorata, andarci bene anche domani. Eppure, la nuova realtà dice che, a causa del maggiore impatto dei cambiamenti tecnologici esponenziali e combinatori, è in effetti decisamente improbabile che il futuro si manifesterà come estensione del presente.
Nulla sembra più in grado di suscitare entusiasmo e aspettative nell’uomo, in una situazione in cui pare ci venga sottratta addirittura la dimensione del futuro. Dal Nord Africa al Medio Oriente, ma anche, spesso, in America e in Europa, le piazze ribollono, sia pure con esiti incerti e ambivalenti, in preda a emozioni, sentimenti, risentimenti, di segno opposto. Come interpretare una fenomenologia così contraddittoria?
Come sta accadendo in questa tormentata era, passione e ragione sembrano generarsi l’una dall’altra, per contiguità o per contrasto. Ciò che in questi mesi spinge la gente in piazza, per ribellione o protesta, è il rimbalzo emotivo di quella stessa crisi economica e politica che sembra determinare apatia e rassegnazione. Che esito avrà tale dialettica? Quel che è certo è che quanto più compresse e negate, tanto più le passioni collettive reclamano il proprio spazio di espressione.
Io non sono molto bravo a barcamenarmi tra le due situazioni. Sono per lo più bloccato con la passione. Accelerare la mia motoretta lungo una strada tortuosa, girovagando senza una vera meta. Sono certo che anche gli altri, come me, hanno difficoltà a bilanciare la passione con la ragione. Dopo tutto, la passione è ciò che ci ha permesso di arrivare fin qui. Forse.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik dalle nuvole