“La maggior parte delle persone umane non sa cosa sta succedendo nel mondo. E non sa neanche di non saperlo.” Noam Chomsky
La globalizzazione delle economie pone oggi, come in passato, una serie di quesiti. Polarizza ancor più il pianeta tra Paesi ricchi e Paesi poveri o ne favorisce invece il ravvicinamento? Siamo di fronte a fenomeni nuovi o a forme nuove di problemi antichi e reversibili nel tempo, come avvenne dopo la grande crisi del 1929? La distinzione, la netta separazione tra chi domina e usa internet, i computer e i media digitali, tra chi è inserito nella nuova economia della rete e chi non può per ragioni di reddito, di infrastrutture, di livello di sviluppo o di limiti fisici costituisce il cosiddetto “ digital divide ”, la frattura tra chi è agganciato al futuro e alle sue opportunità e chi ne è, o rischia di esserne, escluso per sempre.
È questa la situazione in cui l’umanità si trova oggi: la rivoluzione digitale ‘promette’, attraverso i suoi sostenitori e i suoi protagonisti, di cambiare radicalmente e in meglio sia il funzionamento globale della società sia la vita degli individui.
Questo naturalmente genera simmetriche paure tra quanti temono invece che tali cambiamenti si possano rivelare involuzioni e regressioni. Le tensioni ideologiche sono tanto più acute in quanto alla base del cambiamento si pone una pervasiva diffusione della tecnologia nella vita sociale.
Le conquiste della tecnica hanno in questi anni rivoluzionato il modo di pensare e la convivenza umana. E' in atto una rivoluzione epocale, se è vero che le grandi tappe della storia sono segnate dal passaggio dal nomadismo alla stanzialità, quando le tribù nomadi di pastori si sono convertiti all'agricoltura; dall'affermarsi della macchina a vapore che ha sostituito la fatica muscolare umana; dalla comunicazione di massa e ora dall'informatizzazione interattiva, resa possibile dalla combinazione informativa elettronica e telematica, la quale ha aumentato a dismisura l'informazione, modificata la stessa logica razionale e resa possibile la fruizione di mondi virtuali.
I cyber risksi rischi cibernetici) sono diventati una delle maggiori fonti di preoccupazione a livello globale per la loro capacità di diffusione, che cresce a un ritmo molto più rapido rispetto alle capacità della maggioranza degli umani di capire e difendersi. Una considerazione che crea preoccupazione in merito a quello che possiamo attenderci per gli anni a venire, anche in considerazione del fatto che finora non si è mai registrata una vera e propria crisi globale legata al mondo di Internet.
All’inizio di questo secolo è scoppiata la bolla finanziaria dei titoli legati alla New Economy, ma i vecchi campioni sono stati sostituiti da nuovi leader che hanno scalato le classifiche di capitalizzazione borsistica.
Di fronte a questo nuovo mondo, la gente ha paura: lo vedo in giro, negli uffici, nei bar e nelle strade. Ha paura di non farcela, di non riuscir a superare le difficoltà. Vorrei tanto ricusare di esser nato in questo clima dolce, e gentile e nell'aria pestilente delle fogne ...
Andarmene a spasso per il mondo con una sacca per mendicare, e una vanga per scavar la terra…. Vorrei tanto ricusare d’esser nato in Calabria governata da una moderna e spietata Eris, dea della discordia e del suo famoso pomo, animatrice di conflitti e guerre fra gli uomini. Di quella stessa Eris di cui Omero offre un illuminante ritratto, descrivendola come “una piccola cosa, all'inizio….” che cresce fino ad “avanzare a grandi falcate sulla terra, con la testa che giunge a colpire i cieli”, seminando odio fra gli uomini e acuendone le sofferenze. Forse per questo il poeta le attribuisce anche l'epiteto di “signora del dolore”.
Gigino A Pellegrini & G elTarik