E’ quando tu trovi più in alto che riesci a percepire meglio le posizioni degli altri.
Riesci a vedere da dove vengono, in che direzione vanno, anche se non saprai da chi vanno, o se qualcuno li attende. Tantomeno capirai se, non sapendo dove andare e da chi andare, girano in circolo e quindi ti ripasseranno davanti agli occhi, prima o dopo.
Potrai cogliere il loro muoversi, deciso o tentennante. Magari vedrai se si fermano, e quanto, ad osservare ed in che direzione, ma non chi.
Vedrai cappelli o teste, calve, semi calve, piene di capelli, magari di vario colore, certo di varie fogge.
Ma non vedrai i loro visi, nè saprai se sono tristi o lieti, o se,magari, aspettano soltanto un buongiorno per iniziare a sorridere, o se sono persi nei loro pensieri o nei loro problemi così intensamente da non vedere niente di cioè che li circonda.
Non potrai leggere il loro cuore, la loro anima.
Solo uomini e donne totalmente, pienamente, anonimi ed illeggibili.
Al massimo sentirai solo il brusio di questa massa inquieta che si agita in un modo che appare indistinto ed incomprensibile.
Ed è inutile gridare per richiamare la loro attenzione, per far alzare loro la testa, così da poterli vedere. Tu sei troppo lontano perché ti sentano, troppo lontano per vederli bene.
Occorrerebbe scendere in mezzo a loro per sentire se parlano o se stanno in silenzio. Per vedere se i loro volti sono tristi o lieti, e sempre con il dubbio se non sia una gioia od una tristezza di facciata. . Per vedere se li conosci o se sono per te esimi sconosciuti.
Per vedere se i loro occhi sono pieni di lacrime. E forse non riusciresti a capire nemmeno da vicino.
Forse non vedresti le lacrime silenziose, nascoste, soffocate, quelle che non escono dagli occhi perché scorrono dentro….
Forse non vedresti quelle lacrime piccole, appena accennate ma che scorrono sulle gote, nei solchi antichi lievi o profondi di un dolore costante.
Forse non vedresti quelle lacrime copiose che escono da ferite dell’anima, ferite non rimarginabili se non da una mano amica che inaspettata ti accarezza dolcemente la testa, che ti stringe la mano fortemente, che ti abbraccia quasi da toglierti il respiro e non ti lascia senza prima averti sanato.
E come capire certe grida di dolore o di rabbia acute ed intense?
O come capire certi terribili silenzi?
Il drammatico silenzio del padre che non trova lavoro e si sente inutile perché non riesce a porgere ai propri figli quello che sarebbe giusto loro avessero?.
Come capire il drammatico silenzio di una madre che scopre il figlio drogato e non sa come aiutarlo?. Od il drammatico silenzio di chi vuole uscire dalla droga e non ci riesce?
Come capire il silenzio di un giovane che vuole lavorare per aiutare genitori e fratelli ma non trova lavoro o trova lavoro nero e sottopagato?
Come non capire gli occhi tristi di un vecchio senza affetti?
E come far uscire dalle carceri del silenzio chi ne è prigioniero? Come abbattere i possenti muri che racchiudono la mente, lo spirito ed il cuore, aiutando ad evadere chi c’è finito dentro? Come aprire il bozzolo per far uscire la crisalide?
Come capire se chi ti sta vicino ama semplicemente il silenzio come alternativa al rumore o non riesce più a parlare?
Fermati, fermiamoci. Intorno c’è gente che non parla, non vede, non ascolta; gente che è chiusa nei propri problemi spesso facilmente comprensibili( basta guardarla negli occhi, nelle mani), facilmente risolvibili.
Non inseguire chi vive nella torre dorata dalla quale non vede nessuno, forse nemmeno se stesso! In quella torre non c’è posto per te!
Ricorda che dare quando si ha è sempre il principio e la condizione per poter ricevere quando si manca! Per dare o per ricevere occorre sempre stendere la mano!
Ed infine, sii sempre vivo in te stesso, per poter essere vivo nel mondo. Sii sempre vivo anche quando intorno a te ci sono tanti morti!
Solleva la maschera di chi ti sta accanto! E poi guarda se per caso la porti anche tu!