C’era un tempo in cui quando arrivavano le belle giornate i maestri portavano le proprie classi fuori a scoprire la natura.
Si osservavano le foglie, le gemme, i fiori.
Si parlava con i contadini.
Per taluni era una sorpresa, per la gran parte, invece, era un dejà vu, una cosa già nota, già vista; qualcuno, infatti, era figlio di contadini.
Oggi per i giovani amanteani la terra è lontana, quasi sconosciuta.
Al più, vicino casa, un pezzo di giardino, quasi sempre coltivato a fiori.
Ed è proprio per questo che la proposta della scuola Manzoni Mameli appare vincente.
Li abbiamo visto i ragazzi che provavano ad usare le zappette
Con cautela ,anche con evidente passione.
Intorno la Coldiretti con le sue bandiere gialle.
Anche i ragazzi hanno la divisa della coldiretti.
Il cappellino giallo ed un grembiulino dello stesso colore.
Intorno gli operai di Calabria verde che scaricano piantine pronte da impiantare nel terreno
Oggi 10 aprile il tema è stato “Alla scoperta della terra. Preparazione del letto di semina. Creazione del semensaio. Il fondamentale ruolo del lombrico”
Un unico problema.
Quello che la tipografia ha parlato di un seme con il saio( semensaio) e non di un luogo dove si impianta la semenza( semenzaio).
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Può il ritorno alla terra rappresentare il rilancio della nostra regione?
Ne hanno par lato alcuni giovani uni versitari insieme con Franco Laratta.
Franco Laratta, già parlamentare, attuale membro del CdA di Ismea, l'ente economico del governo che finanzia e sostiene i progetti in agricoltura è stato invitato a discuterne e a confrontarsi con i laureandi di diverse facoltà.
Negli interventi di Enzo Giacco, Francesco Lo Giudice e Michele Leonetti, sono stati affrontati i temi legati allo sviluppo economico e sociale, i rischi legati all 'illegalità e allo sfruttamento, i temi dell'agricoltura sociale e del rispetto dell'ambiente.
Franco Laratta ha concluso il partecipato confronto, sostenendo la necessità di agganciare la rivoluzione culturale in atto, che porterà i giovani alla terra, fenomeno già iniziato e che sta portando alla nascita di piccole e grandi aziende agricole in Italia e ora anche in Calabria.
"Ma è necessario un processo ordinato e orientato, ha affermato Franco Laratta, che porti alla creazione di una serie di aziende agricole di eccellenza, moderne e innovative, in grado di stare sul mercato internazionale".
Per LARATTA "ci sono notevoli risorse finanziarie europee a favore dei giovani che sono interessati a fare impresa agricola, ci sono i fondi del PSR regionale, c'è il ruolo determinante di ISMEA, c'è un sistema di eccellenza che caratterizza la nostra regione.
Il futuro dei giovani sta tutto nel ritorno alla terra e alle sue produzioni straordinarie, richiestissime dal mercato internazionale".
NdR. La pesca è vietata, l’industria è lontana, le grandi opere costano, i servizi sopravvivono solo in una società economicamente autonoma.
Allora non resta che la terra.
E sempre nella speranza che essa non tradisca.
Insomma il futuro è nel passato e nella tradizione !
Due sole domande?
Senza emigranti africani, ascitici, europei dell’est ed extra europei, i calabresi sono capaci di fare i coltivatori diretti.
Per fare il coltivatore diretto occorre necessariamente la laurea?
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