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Oliverio non ci sta!

Il PD nazionale non può e non deve tentare di mandarlo via il Re Sole della Calabria

Loro non sono nessuno.

La Calabria è mia e guai a chi osa tentare di toccarmela.

 

 

 

 

Il PD e la Calabria non possono dimenticare che io ho parlato tra i primi del “Mare da bere” anche se non ho bevuto l’acqua come Magorno, ed oggi tutti parlano di lui e non di me.

Il PD e la Calabria non possono dimenticare che io ho fatto lo sciopero della fame tra l’altro proprio prima delle feste di Natale.

Il PD e la Calabria non possono dimenticare che io ho anche minacciato di mettermi le catene quando mi hanno mandato Scura che voleva gestire la "mia" sanità..

Ed allora io mi merito il regno di Calabria

Quello che ho tutelato dai partiti , nominando assessori non elett.

Ora non può venire uno Zingaretti qualsiasi a decidere per mio conto :

Se lo tenga il PD

Io Mi faccio il mio partito privato, una sommatoria di comitati fatti di gente a me amica.

Zingaretti lo sa che se non candida me perderà la Calabria.

Pubblicato in Calabria

Pd, no ad Oliverio ma si ad una candidatura unitaria.

Ieri riunione del Pd a Lamezia Terme per discutere del futuro del partito democratico.

La riunione è stata voluta dal responsabile del Pd per il Mezzogiorno Nicola Oddati che ha ribadito ciò che aveva già dichiarato Zingaretti.

“Il no ad Oliverio non è una novità – ha detto – ne avevo già parlato.

Una fase di rinnovamento è indispensabile se vogliamo competere”. Oddani ha ammesso che la situazione lasciata da Scoppelliti non era facile da gestire.

Il responsabile del Pd per il Mezzogiorno ha ribadito: “Il rinnovamento è indispensabile se vogliamo competere Chiedo ad Oliverio un lavoro comune per costruire la nuova fase” .

L’obiettivo del Pd è una candidatura unitaria per evitare le primarie.

Oddani ci prova ma gli scontri saranno probabilmente inevitabili.

“È importante che diciamo come la pensiamo in maniera diretta: il buon lavoro fatto non basta per competere contro un’ondata di destra molto forte.

In questo territorio abbiamo anche problemi legati ad alcune inchieste giudiziarie, se non ne tenessimo conto faremmo un errore”.

Il responsabile del Pd ha indicato di voler costruire il rinnovamento insieme a Oliverio “Non servono contrapposizioni ma un lavoro comune. E non è detto che si debbano avere rotture. È legittima la ricandidatura di Oliverio ma noi pensiamo che sia sbagliata, cioè che non basta. Pensiamo che a partire da questa esperienza bisogna andare avanti, fare una coalizione più larga, unire il partito. Già qualche settimana fa in un’assemblea dei quadri del partito a Cosenza avevo detto che ci sono alcune precondizioni: il Pd dev’essere il più unito possibile, e se non è unito dietro una candidatura c’è un problema, poi la coalizione dev’essere larga, aperta, e se possibile andare oltre quello che si è fatto in questi anni” ha spiegato.

A quanto pare il partito di Zingaretti vuole andare oltre.

“Non è una punizione per nessuno, anche perché non ci sono ruoli che vengono affidati per opera dello Spirito Santo o per discendenza divina.

Sono scelte che si fanno tutti insieme. C’è il territorio ma c’è anche l’opinione del partito e del gruppo dirigente nazionale, della quale pure si deve tenere conto”. La candidatura verrà decisa in maniera comune.

“Qui in Calabria con tutto il territorio: con il gruppo dirigente calabrese, con la società calabrese, non possiamo decidere dall’alto, ma siamo qui per fare questo lavoro insieme”.

L’idea sarebbe quella di trovare un nome comune evitando le primarie.

Quale sarà adesso la mossa di Oliverio che aveva già istituzionalizzato le primarie?

Intanto sono già nati i primi circoli a sostegno della sua candidatura. Oliverio sceglierà di opporsi o si rimetterà al volere del partito?

Carmen Mirarchi 8 Agosto 2019

Oliverio dice : “Il lavoro iniziato non si deve fermare”

Faso tuto da me

“Abbiamo ereditato una situazione disastrosa e abbiamo invertito la rotta. Siamo partiti con gli stivali nel fango. -ha affermato Oliverio- Abbiamo avviato un’opera di bonifica e di trasparenza guidati dalla bussola della legalità. Abbiamo messo in discussione interessi e scardinato assetti di potere consolidati nel corso di decenni non senza difficoltà e resistenze. Abbiamo lavorato per l’affermazione dei diritti e per cancellare la pratica della discrezionalità nell’uso delle risorse. Abbiamo invertito il trend negli indicatori economici e sociali. Abbiamo messo la Calabria sul binario della crescita anche se c’è tanta strada da fare. Questo lavoro non si deve fermare. Questa è la mia unica preoccupazione, che va ben oltre le prospettive personali.

La Calabria prima di tutto”.

Ed a proposito della candidatura alle prossime elezioni regionali, Oliverio ha tenuto a ribadire quanto ha affermato a Tropea, a margine del convegno sul Codice Carratelli :”Ho dato -ha detto- la mia disponibilità a scendere in campo per proseguire l’impegno e portare a compimento un ciclo di governo che in questi anni è stato finalizzato a tirare la Calabria fuori dalla palude. Nessuno poteva immaginare che la crisi strutturale calabrese si potesse risolvere con un semplice colpo di bacchetta magica. Oggi, possiamo dire di aver messo la Calabria sul binario giusto, sulla direttrice per il futuro. Un’opera di siffatta portata non poteva essere fatta con un colpo magico in una breve stagione. È un lavoro arduo che deve necessariamente essere proseguito e deve ancora vincere forti resistenze. È evidente che chi tenta di contrastare questo percorso si sente orfano della vecchia Regione. La scelta è quella di camminare lungo questa direttrice o favorire un ritorno all’indietro. Ribadisco proprio per questo che non c’è alcun problema di tipo personale. Se ci dovessero essere altre candidature si mettano in campo e saranno valutate. Ad oggi abbiamo visto manifestarsi solo una lotta di potere dalla quale non emergono né idee e proposte di governo né tanto meno nomi di candidature alternative. Anche l’eventuale ricorso alle primarie non può essere inteso in una accezione divisiva ma da utilizzare come la sottoscrizione di un patto di lealtà e l’assunzione del vincolo di appartenenza verso la coalizione. Oltretutto, qui in Calabria, se lo si vuole, si può ricorrere all’istituto normato per legge a sicura garanzia di un corretto svolgimento delle primarie. Al gruppo dirigente nazionale del PD -ha concluso il presidente della Giunta regionale-chiedo lealtà e rispetto”.

Pubblicato in Calabria

CATANZARO - «Dopo una valanga di insistenti richieste pubbliche e moltissimi incontri, ho deciso di rompere gli indugi e di candidarmi a presidente della Regione Calabria alle prossime elezioni».

Con queste parole l'ex capo della Protezione Civile Calabrese, Carlo Tansi, ha definitivamente rotto gli indugi annunciando la sua volontà a candidarsi, volontà, peraltro, già evidenziata nell'intervista rilasciata alcuni giorni fa al Quotidiano del Sud

Tansi precisa che la sua candidatura nasce «con l’intento di costruire una ampia coalizione civica che nasca dalle istanze più genuine della società civile, composta da cittadini di tutte le estrazioni e provenienze ideologiche, inclusa la parte sana dei partiti e dei movimenti, accomunati dal desiderio di trasformare in risorse i tanti tesori inespressi della nostra Terra, e dare così prospettive di un futuro nuovo e dignitoso ai nostri figli. Insomma, una vera e propria alleanza sociale per la Calabria».

Tra gli obiettivi principali ci sarà il mettere al centro «le nostre risorse storiche: l’agricoltura, il mare, l’ambiente, la cultura e il turismo. Basta con i miliardi sperperati in fantomatici e inconsistenti progetti di sviluppo industriale, tra l’altro incompatibili con il nostro territorio.

Si, invece, alla tutela a oltranza dei diritti civili contemplati dallo Statuto della Regione ma sempre più trascurati e talvolta negati: lavoro, studio, sanità, assistenza sociale, libertà di parola e di partecipazione».

L'ex capo della Prociv Calabrese ha «deciso di mettere la faccia in una battaglia di orgoglio e di speranza per la Calabria, una vera e propria rivoluzione che spero di combattere assieme a persone che abbiano la determinazione, la voglia di impegnarsi e i requisiti morali idonei.

Voglio dar voce alla moltitudine di Calabresi che non votano più da anni: quel “partito degli astensionisti” che in occasione delle ultime elezioni regionali del 2014 ha raggiunto l’incredibile percentuale del 57%». 

Inoltre, Tansi rivendica «di avere dimostrato con i fatti durante il triennio alla guida della Protezione Civile calabrese (fino ad allora uno dei settori più malsani della Regione) che le cose si possono cambiare, se si vuole.

Voglio applicare il mio metodo di lavoro a tutto il resto dell’amministrazione regionale; voglio circondarmi delle migliori professionalità e dei Calabresi più capaci, politici compresi; desidero la collaborazione costruttiva della gente che ama la nostra Terra.

In questo modo ritengo di poter cambiare la Calabria.

Voglio costruire una Calabria con i Calabresi migliori; che valorizzi i suoi figli nella nostra Terra e in piena meritocrazia; che non li costringa a scappare altrove per vedere riconosciuti i propri meriti e diritti. I migliori on devono più assistere allo spettacolo penoso offerto dagli incapaci ai posti di comando». 

Ma il geologo riconosce che «la lotta che ci aspetta non è facile: combattere la corruzione e il malaffare, che hanno preso da tempo aspetti palesemente criminali; riformare radicalmente la burocrazia regionale che ha frenato per i propri interessi di casta qualsiasi tentativo di rilancio, tagliandone gli sprechi e aumentandone l’efficienza: la Regione trabocca di professionalità mortificate per logiche clientelari e interessi di casta, è ora di invertire la tendenza; riformare profondamente la Sanità, atto non più eludibile; dotare la regione di quelle infrastrutture di cui ha bisogno a tutti i livelli; tutelare il mare, il territorio, e l’ambiente; “imporre” quell’innovazione tecnologica di cui non si può più fare a meno in nessun settore. Solo così sarà possibile rilanciare l’economia e creare occasioni di lavoro».

Quelli indicati «sono solo alcuni dei punti che sto approfondendo in queste ore assieme ad esperti qualificati.

Presenterò - ha concluso - un programma essenziale ma realizzabile, perché dopo cinquant’anni di regionalismo segnati da programmi fantasmagorici proclamati e mai attuati, per incapacità amministrativa e politica, la nostra terra non può più attendere.

Sono pronto a camminare assieme a tutte le persone oneste e di buona volontà perché tutti insieme distruggeremo quel sistema di potere perverso che ha bloccato il decollo della regione più bella e ricca d’Italia, la nostra Calabria».

Pubblicato in Calabria

Nuovi problemi giudiziari per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.

Il Governatore Oliverio, infatti, è indagato dalla Procura di Catanzaro per l'ipotesi di peculato perché secondo i magistrati avrebbe sovvenzionato un evento giornalistico al Festival dei due mondi di Spoleto finalizzato alla promozione della Regione Calabria mentre in realtà si sarebbe tramutato in un talk show per la promozione del personaggio politico.

Il costo complessivo dell'operazione è stato pari a 95mila euro a carico del bilancio regionale.

In forza dell'indagine la Guardia di finanza di Catanzaro ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca per 95 mila 475 euro nei confronti del Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e Mauro Luchetti, legale rappresentante della "Hdrà", società di Roma, operante nel settore della comunicazione e dell'organizzazione di eventi, per la promozione del turismo distratti per finanziare un format giornalistico a Spoleto.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari, Antonio Battaglia, su richiesta della procura della Repubblica di Catanzaro, nell’ambito dell'indagine condotta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

«La contestazione preliminare - scrive la Finanza - riguarda l’ipotesi di peculato per l’utilizzazione di oltre 95 mila euro di fondi pubblici, destinati alla promozione turistica della regione calabria, impiegati per finanziare un evento giornalistico, svoltosi nel luglio 2018 a Spoleto, con finalità privatistiche di promozione politica.

Le indagini, svolte dal gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, hanno accertato che, con delibera della giunta regionale n. 244 del 14 giugno 2018, era stato rimodulato il piano di sviluppo turistico regionale, inserendo fra le attività finanziate “la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione festival dei due mondi in programma a Spoleto”.

In realtà, - puntualizzano le Fiamme gialle - l’evento finanziato era un format giornalistico svoltosi a margine del festival spoletino, nel cui contesto non venivano promosse le attività turistiche regionali, bensì si realizzavano le interviste tipiche di un talk show.

Si rilevava che i fondi pubblici oggetto di indagine sono stati destinati a finanziare la materiale organizzazione dell’evento giornalistico, ivi inclusa l’ospitalità (alberghi e cena di gala) di personalità del giornalismo e dello spettacolo, intervistate nel corso della manifestazione, tra cui anche il presidente della Regione Calabria».

In conclusione, i risultati delle indagini «hanno consentito di ipotizzare che si sia dissimulato l’uso del denaro pubblico per finalità di promozione turistica, utilizzandolo, al contrario, per fini personalistici (la promozione del personaggio politico) e per il pagamento di tutti i costi sostenuti dal talk show che evidentemente avevano scopi diversi dalla promozione turistica della Regione Calabria».

Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha affidato al proprio legale, l'avvocato Enzo Belvedere, la propria difesa.

Questi ha precisato come «vi sia una enorme confusione tra l’agire politico, l’amministrare il denaro pubblico, il differenziare, soprattutto dopo l’entrata in vigore della Legge Bassanini, la responsabilità degli atti amministrativi dal mero indirizzo politico ed ipotesi di reato destituite di qualsivoglia, pur minimo, fondamento».

Per il legale di Oliverio «si contesta che la partecipazione, nell’ambito di un festival, c.d. “Dei due Mondi”, in Spoleto ad un evento pubblico, denominato

“Gli incontri di Paolo Mieli”, sia stata effettuata non per fini, appunto, pubblici, ma “privatistici”! Difficile far capire a chi non vuol intendere cosa sia un’attività di sponsorizzazione dell’immagine di una Regione, che si effettua, anche e soprattutto, con la partecipazione a questi eventi e che si sostanzia non solo in una lunga intervista al Presidente della Regione, che parla a nome della sua Regione e non a titolo personale, quanto con palchi e spazi e cartellonistica dedicati esclusivamente alla Regione Calabria, con cena con i prodotti tipici calabresi e con chef calabresi, con desk nel quale veniva distribuito materiale di promozione turistica, con pubblicità su stampa nazionale e su televisioni nazionali, il tutto durato per ben 15 giorni di reiterata promozione. Forse mai soldi son stati spesi in maniera migliore ed efficace, rispetto al nostro territorio!

E che questo sia il modo per proseguire in una giusta e doverosa azione politica, non improntata a fini personali, ma collettivi, lo spiega bene il fatto che nell’ambito dello stesso format, “I dialoghi di Paolo Mieli”, negli anni precedenti, con medesimo denaro pubblico, vi è stata la pubblicità di Ministeri, INPS, ENEL, ENI, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, CONI, G7!

Oltre che altre e numerose regioni».

Pertanto «le ipotesi di reato non si possono infrenare, se non con procedimenti che saranno lunghi e che restituiranno la verità della onesta e doverosa azione politica (oltre che quella del Dipartimento che ha istruito la articolata pratica e giustamente non è stato indagato di alcunché), ma alla luce di quanto si sta verificando in questi mesi di fine Legislatura, con procedimenti tosto stigmatizzati anche dalla Suprema Corte di Cassazione di fumus persecutionis, si appalesa più che un dubbio che si voglia per via giudiziaria sbarrare la strada alla prosecuzione di un’azione politica e di governo, che vede in prima linea il Presidente Oliverio»

Pubblicato in Calabria

Il PD prende in mano il destino della nostra regione e “licenzia” Oliverio sostenendo che è il vecchio e che “Serve rinnovamento”.

Bene! Ora possiamo ripensare al PD come il partito della “nuova” Calabria!

“In questi 5 anni riconosciamo che si è fatto uno sforzo per dare un volto nuovo alla Calabria”

“Abbiamo più volte espresso preoccupazione per il clima politico in Calabria.

È opinione della Segreteria nazionale che bisogna avere la forza e il coraggio di cambiare e innovare”.

Lo scrive in una nota il responsabile Mezzogiorno della segreteria nazionale Pd, Nicola Oddati.

“In questi 5 anni riconosciamo che si è fatto uno sforzo per dare un volto nuovo alla Calabria e che ci sono risultati importanti prodotto dall’azione di governo della giunta guidata da Mario Oliverio.

È tuttavia evidente che, di fronte alla forza ed al pericolo rappresentato dalla destra, dobbiamo fare il massimo sforzo di unità e condivisione e lavorare ad una candidatura che sappia cogliere il sentimento di rinnovamento che la società calabrese ci chiede di rappresentare.

Ci auguriamo che tutti, con senso di responsabilità, aiutino questo processo”.

4 Agosto 2019

Pubblicato in Calabria

Pappaterra: chiederemo un contributo alla Regione

Un incendio è divampato la notte scorsa nella sede dell'Arpacal nel quartiere Lido.

Le fiamme hanno interessato un laboratorio analisi.

Sul posto sono intervenute squadre dei Vigili del fuoco ed i carabinieri.

 

Ingenti i danni al laboratorio interessato dal rogo con l'annerimento delle pareti nei locali adiacenti dovuto al fumo.

Danni che l'Arpacl stima in milioni di euro.

"Ringrazio il personale dei vigili del fuoco e dei carabinieri - ha detto il direttore generale dell'Arpacal Domenico Pappaterra - così come il nostro personale immediatamente accorso, che si è prodigato per impedire che l'incendio si propagasse oltre.

Nelle more del ripristino del laboratorio, ho chiesto agli altri dipartimenti provinciali uno sforzo in più per supportare il dipartimento di Catanzaro.

Appena avremo un quadro dettagliato dei danni, chiederò al presidente della Regione Mario Oliverio, un contributo straordinario per l'acquisito delle nuove strumentazioni".

Ansa

Pubblicato in Catanzaro

Catanzaro - La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, accusato di abuso d'ufficio e corruzione.

 

 

 

La richiesta riguarda l'inchiesta "Lande desolate" su alcuni appalti gestiti dalla Regione Calabria.

Dall'inchiesta sono emersi presunti illeciti, in particolare, nella gestione da parte della Regione Calabria degli appalti riguardanti l'aviosuperficie di Scalea, l'ovovia di Lorica e il rifacimento di Piazza Bilotti, l'unica delle tre opere pubbliche che é stata portata a termine.

L'inchiesta, nel dicembre 2018, aveva portato al'emissione a carico di Oliverio di un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, dove risiede, poi revocato dalla Corte di cassazione.

Il rinvio a giudizio é stato chiesto anche per l'ex vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, e per la moglie di quest'ultimo, Enza Bruno Bossio deputata del Pd, accusati di corruzione.

L'udienza preliminare é stata fissata per il 17 ottobre.

Tra gli indagati nell'inchiesta ci sono anche l'ex sindaco di Pedace (Cosenza), Marco Oliverio, e l'imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri.

Quest'ultimo, secondo l'accusa, avrebbe beneficiato di trattamenti di favore da parte della Regione Calabria in relazione alla realizzazione delle tre opere pubbliche oggetto dell'inchiesta, ottenendo stati d' avanzamento ed i relativi finanziamenti cui non avrebbe avuto diritto.

Martedì, 09 Luglio 2019 07:58

Pubblicato in Calabria

guccione-carlo-m-100Solo la voce di Guccione a denunciare le illegittimità dell, Asp di Cosenza ma nessuna  vera attenzione penale

Il consigliere regionale Carlo Guccione interviene con una nota per informare di quanto accade nell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza «dove regnano disordine e caos amministrativo».

COSENZA – «Forniture di beni e servizi ottenute con proroghe di fatto illegittime, in violazione ai principi di concorrenza e trasparenza. Senza alcuna procedura di gara. È quanto avviene all’Asp di Cosenza. E non è più tollerabile la situazione in cui si trova l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, dove regnano disordine e caos amministrativo». A dirlo è il consigliere regionale Carlo Guccione che parla di una «gara di appalto del 2007 della durata di tre anni, sul servizio di ristorazione dell’ex As n.3 di Rossano, è stata prorogata nel corso degli anni. L’Asp di Cosenza (divenuta provinciale e assorbita l’As di Rossano) con le delibere n. 1440/2010, 1223/2011, 539/2012 ha prorogato il servizio mensa per gli anni 2010-2011-2012. Inoltre, con delibera n. 3085/2012 l’Asp di Cosenza – sottolinea il consigliere Guccione – ha continuato ad affidare, sempre alla stessa ditta, anche il servizio di ristorazione per gli ospedali di Castrovillari e Lungro. Il tutto avveniva sempre senza alcuna procedura di gara. Per una serie di “strane” vicissitudini questo servizio di ristorazione continua ininterrottamente da oltre dieci anni in costante regime di prorogatio. Tutto ciò ha, tra l’altro, aumentato le commesse e i fatturati pagati dall’Asp di Cosenza».«Ecco un altro esempio: le gare per la gestione delle Rsa di proprietà dell’Asp (ex articolo 20). Una struttura – spiega Carlo Guccione – chiusa nel 2014, di 60 posti letto per anziani, ancora non è stata aperta a distanza di cinque anni, nonostante sia stata avviata la procedura di gara. Inoltre, per un’altra Rsa sempre di proprietà dell’Asp di Cosenza, pur essendo stata avviata la gara, di fatto è stata concessa una prorogatio che dura da oltre quattro anni per la gestione della struttura. L’atto aziendale dell’Asp di Cosenza e i Dca hanno previsto per la provincia di Cosenza la realizzazione delle Case della salute di Cariati, San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Amantea. Ma ad oggi queste strutture esistono solo sulla carta, nonostante siano stati stanziati dal 2009, 165 milioni di euro».

«La gestione della più grande Azienda Sanitaria provinciale della Calabria, con un bilancio di circa un miliardo di euro e con i gravi problemi in cui versa, non può essere lasciata – tuona Guccione – in mano a commissari che, tra l’altro, sono costretti a dimenarsi anche con anche altre aziende sanitarie della regione. Lasciando l’Asp senza una governance forte il rischio è che, da una parte, si riducano i servizi territoriali da offrire ai cittadini e, dall’altra, aumentino gli sprechi e il malaffare, facendo emergere ancora di più le criticità».

Pubblicato in Primo Piano

fogna oliCATANZARO - L’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia dell’Ue per il mancato rispetto della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, in pratica per la mancata depurazione delle acque di scarico. La Calabria è in testa alla classifica per il maggior numero di comuni che non hanno una gestione adeguata delle acque reflue.

La procedura di infrazione risale al 2014: lo Stato italiano avrebbe dovuto predisporre, entro il 2005, reti fognarie adeguate e sistemi di trattamento secondario prima dello scarico e, entro il 1998, cioè 21 anni fa, un trattamento migliore delle acque per le aree più sensibili e degli impianti di trattamento biologico delle acque.

La cattiva gestione delle acque reflue riguarda circa 800 Comuni, sparsi in tutta la Penisola: 18 in Abruzzo, 40 in Basilicata, 129 in Calabria, 108 in Campania, 7 in Friuli-Venezia Giulia, 4 nel Lazio, 6 in Liguria, 119 in Lombardia, 46 nelle Marche, 1 in Piemonte, 27 in Puglia, 41 in Sardegna, 176 in Sicilia, 34 in Toscana, uno nella Provincia di Trento, 5 in Umbria, uno in Valle d’Aosta e 26 in Veneto, più un’area sensibile condivisa tra quattro regioni del Nord. Alcuni degli agglomerati sono molto grandi: si tratta di città come Roma, Firenze, Napoli, Bari e Pisa.

Sul trattamento delle acque reflue urbane, cioè in pratica sugli impianti fognari e sui depuratori, l'Italia ha 4 procedure di infrazione Ue aperte, nel complesso: è stato nominato un commissario, Enrico Rolle, che ha competenza sui Comuni oggetto di procedura con deferimento in Corte; con questa procedura si allargherà il suo bacino di competenza. Il deferimento in Corte prelude a possibili sanzioni pecuniarie nei confronti dello Stato italiano.

fonde notizia

Pubblicato in Calabria

Arrivano le regionali ed i voti di Iacucci fanno gola.

Arrivano le Provinciali e Iacucci ha timore di restarne fuori.

Ed allora dopo aver detto peste e corna di Palla Palla ecco che scoppia la pace

Questo, almeno, stando a Iacchité:

 

 

“Palla Palla&Iacucci, una bella nomina nell’Ufficio di Gabinetto e torna il sereno

Allo squallore politico non c’è mai fine.

Così come non c’è mai fine ai continui salti della quaglia a cui i politici della vecchia nomenklatura partitica ci hanno abituati.

Specie di questi periodi dove si fa urgente, per i vecchi tromboni che da sempre campano di politica e denaro pubblico, trovare una nuova collocazione, con la speranza di potersi riciclare per continuare a lucrare sulle spalle della povera gente.

La sola idea di lavorare per vivere, li terrorizza. E pur di mantenere i privilegi sono disposti a tutto.

Ed è per questo che i politici marpioni si adoperano tutto il giorno a portare avanti la solita e triste tiritera: gli amici diventano nemici, e i nemici diventano amici, per poi ritornare amici con gli ex amici, e nemici con gli ex nemici.

Una continua altalena che dondola a seconda delle convenienze personali del politico marpione, disposto a ricorrere ad ogni schifezza (minacce, pressioni, ricatti) senza farsi il ben che minimo scrupolo, pur di ottenere il posto al sole.

Uno dei massimi esperti in dondolio dell’altalena è Franco Iacucci, comunista sfegatato e da sempre braccio destro di Palla Palla, con il quale negli ultimi tempi aveva rotto ogni tipo di rapporto umano e politico.

Infatti, Iacucci, ultimamente, passava le giornate a dire male di Palla Palla.

Chiunque incontrava la prima cosa che diceva era questa: Oliverio è un traditore, un meschino, e io con lui non ci voglio avere più niente a che fare.

Iacucci ha passato gli ultimi tempi a denigrare Oliverio, questo lo sanno tutti, specie i suoi compagni di partito, fino al 22 novembre del 2018, quando, non si sa il perché e il per come, Iacucci viene nominato componente dell’Ufficio di Gabinetto del presidente della giunta regionale (decreto del presidente n.125), da Palla Palla che ritorna, nella bocca di Iacucci, ad essere uno dei più bravi e onesti politici che la Calabria abbia mai avuto.

Una nomina clientelare per appaciarsi con Iacucci in vista (a novembre non aveva ancora ricevuto la botta della Dda) della sua ricandidatura alla presidenza della Regione Calabria.

Ecco, è bastato poco, o meglio un altro stipendio al “comunista” Iacucci, per ritrovare l’armonia perduta. Già, perché Iacucci non sa più neanche lui quanti stipendi prende. Senza contare gli intrallazzi che da sempre compie indisturbato nel suo paesello dove si fa solo quello che dice lui.

Come tutti potete vedere e constatare i motivi di contrasto tra i vecchi politici riguardano sempre i fatti loro.

Mai gli interessi del cittadino.

Un bel colpo, quello messo a segno da Iacucci, che oltre allo stipendio di “consulente” potrà anche esercitare il ruolo di controllore di se stesso.

Già, perché Iacucci è anche il Presidente della Provincia di Cosenza (però senza stipendio… ecco perché l’urgenza della nomina), e il suo compito nel gabinetto di Palla Palla, otre a porgergli la carta igienica, è quello di controllare il lavoro dei presidenti della Province Calabresi, compresa quella da lui guidata.

Che dire, siamo al saccheggio finale, fino a che avranno ancora un po’ di potere questa gentaglia non farà altro che continuare a derubare il cittadino.

Accumulare denaro è il loro unico scopo, e questo perchè sanno bene che per loro è l’ultimo giro di giostra. Perciò arraffano tutto quello che in questi ultimi mesi possono arraffare, e delle macerie che lasciano, poco gli importa, tanto a pagare il conto per ricostruire una regione ridotta alla fame, saranno sempre i soliti caggi: i cittadini!

Da Iacchite - 19 Gennaio 2019”

Pubblicato in Basso Tirreno
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