Redazione TirrenoNews
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Il comunicato del primo circolo del PD di Cosenza: Si ricomincia?
Sabato, 02 Novembre 2013 17:42 Pubblicato in CosenzaRiceviamo il comunicato del primo Circolo PD di Cosenza che convoca per domani 3 novembre il congresso per la elezione dei delegati per l’Assemblea Provinciale . Ecco il testo:
“Convocato domenica 3 novembre il Congresso del Primo Circolo PD di Cosenza, Centro Storico e Frazioni.
Si terrà domenica 3 novembre nei locali della Federazione Provinciale del PD in Viale Trieste, il Congresso del Primo Circolo di Cosenza-Centro Storico e Frazioni.
I lavori avranno inizio con la relazione del segretario del circolo Damiano Covelli, la presentazione delle mozioni congressuali e il dibattito.
Dalle ore 17,00 alle ore 21,00 sarà aperto il seggio per le votazioni delle mozioni collegate all’elezione dei delegati per l’Assemblea Provinciale.
“Sono sicuro – ha dichiarato il segretario Damiano Covelli – che il congresso del nostro circolo non sarà una conta ma un momento di fecondo confronto politico.
Intendiamo svolgere un congresso che sia occasione per dibattere intorno alle questioni poste nell’attuale fase politica nazionale, locale e regionale.
Un progetto alternativo al centrodestra – ha concluso Damiano Covelli - richiede un aggiornamento in chiave politica e culturale della proposta del PD e del centrosinistra”. Cosenza, li 1 novembre 2013
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Chizzoniti presenta un esposto sulla vicenda del ministro Cancellieri
Sabato, 02 Novembre 2013 17:39 Pubblicato in Reggio CalabriaEcco il testo integrale dell’esposto:
Sulla vicenda del ministro Cancellieri di cui si occupa la stampa, interviene il consigliere regionale (presidente della commissione di Vigilanza) Aurelio Chizzoniti con un esposto il cui testo si riporta integralmente:
ILL.MO SIG. PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
ILL.MO. SIG. PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI ROMA
ILL.MO SIG. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PALAZZO DEL QUIRINALE ROMA
ON.LE MICHELE VIETTI V. PRESIDENTE DEL CSM PALAZZO DEI MARESCIALLI ROMA
ILL.MO SIG. PROCURATORE GENERALE PRESSO LA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE ROMA
ON.LI PRESIDENTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ROMA
ISTANZA EX ART. 326 C.P.P. IN RELAZIONE AL MODELLO TECNICO DI CUI ALL'ART. 323 C.P. OVVERO DI QUALSIASI ALTRA IPOTESI PENALMENTE RILEVANTE NELLA SPECIE RAVVISABILE
Il sottoscritto Aurelio Chizzoniti, nato a Condofuri di Reggio Calabria il 14/08/1945, ivi domiciliato in Via San Francesco da Paola n. 20, di professione avvocato, n.q. di Consigliere della Regione Calabria e di cittadino attonito e sconcertato,
PREMESSO
che, la stampa nazionale da più giorni riferisce di una conversazione telefonica intercettata fra la Dott.ssa Anna Maria Cancellieri – Prefetto della Repubblica e Ministro della Giustizia in carica – con esponenti della famiglia Ligresti in ordine allo status detentivo della Sig.ra Giulia Ligresti che "in cella non mangiava più", assicurando, l'esponente governativo con delega alla Giustizia, la Sig.ra Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, che "qualsiasi cosa io possa fare conta su di me";
che, ex post, a seguito di richiesta, si ritiene ex art. 299 c.p.p., articolata dalla Procura della Repubblica di Torino, rara avis nel panorama processuale della Repubblica, l'indagata viene restituita in libertà nel cui contesto sicuramente appare meritevole di verifica la sussistenza o meno di qualsivoglia, eventuale, nesso di causalità fra l'innegabile, "apertis verbis" dichiarata disponibilità operativa e l'intervenuta escarcerazione;
che, sicuramente, la sensibilità del Ministro Cancellieri sarebbe stata oltre modo lodevole ed apprezzabile ove fosse stata estesa anche alle condizioni di salute di una moltitudine di detenuti afflitti da patologie ben più gravi rispetto a quella connessa al "denutrimento" volontario della Sig.ra Ligresti che restano puntualmente in carcere;
che, mentre per la nota imprenditrice si sono spalancate le porte delle carceri di Vercelli (in uscita), per un detenuto plebeo, con l'aggravante della calabresità, Antonino Vadalà, qualche giorno addietro la Giustizia italiana ha scardinato le porte dell'al di là costringendolo a morire in carcere perché i familiari evidentemente non potevano interloquire con il Ministro Cancellieri al contrario della famiglia Ligresti. Tant'è che le numerose, accorate e documentate istanze del difensore Avv. Francesco Floccari sono state puntualmente vanificate, per cui, a fronte di talune indulgenti decisioni, non solo la Giustizia ma anche la morte non è uguale per tutti;
che, appare, quanto meno grottesco, ottenere l'escarcerazione attraverso il volontario rifiuto del cibo (vitiantur ne vitiant) ragion per cui se tale corrente di pensiero dovesse espandersi ben può preconizzarsi una popolazione carceraria totalmente anoressica con conseguente recupero al verde pubblico di tutte le strutture detentive;
che, in quest'ottica, colpisce l'immagine fredda di chi con buona dose di snobbismo si improvvisa spericolato difensore d'ufficio avventurandosi sul terreno irto e sconnesso dell'accettazione fideistica ed acritica di una escarcerazione la cui consecutio temporum scandisce un'anedottica che sicuramente postula un adeguato approfondimento investigativo;
che, il Sig. Procuratore adito, quando coordinava la Procura di Reggio Calabria, dopo la captazione di un colloquio carcerario fra l'ex Consigliere Regionale Santi Zappalà ed un congiunto dello stesso, dal quale si evinceva astrattamente il coinvolgimento, volto ad agevolarne l'escarcerazione, di un generico Presidente, non esitò ad interrogare, sul punto, un Signor Magistrato, già Presidente di Sezione presso la Suprema Corte Civile, che risponde al nome dell'integerrimo Dott. Franco Pontorieri;
che, lo stesso modus operandi venne riproposto quando a seguito di una semplice ipotesi articolata da un delinquente (Nino Lo Giudice), allora aspirante collaboratore di giustizia, per l'occasione travestito da boss mafioso, secondo il quale il Procuratore Aggiunto presso la DNA, Dott. Alberto Cisterna, si sarebbe speso per vil denaro facilitando l'escarcerazione di un parente dello stesso, condannandolo al calvario delle sabbie mobili del subdolo, infido e strumentale sospetto al punto che oggi è ibernato presso il Tribunale di Tivoli;
che, in passato, (anni '60) un giovanissimo sottosegretario al Ministero della Giustizia, Riccardo Misasi (ahi lui, anch'egli calabrese) venne additato al pubblico ludibrio perché avrebbe perorato il trasferimento di un detenuto (ammalato) da un carcere ad altro;
che, in uno stato di diritto, anche sul versante etico, non possono e non si devono offrire esempi quali quello prodotto dal Ministro Cancellieri che ha sostanzialmente esercitato le funzioni di difensore aggiunto della Sig.ra Ligresti;
che, l'oscura vicenda dovrà essere accuratamente esplorata, quanto meno, per illuminare i corridoi politico-giudiziari nella cui penombra si muovono spettri vaganti ed eleganti maggiordomi di gattopardesca memoria;
che, sarebbe opportuno chiarire, altresì, le ragioni per le quali le condizioni di salute della Sig.ra Ligresti siano state ritenute incompatibili anche con gli iperattrezzati centri clinici carcerari, ove, in atto sono ospitati detenuti in condizioni di salute ben più gravi rispetto a quella che ha determinato la sostituzione della misura di cui all'art. 285 c.p.p. con quella ex art. 284 c.p.p., bypassando anche l'alternativa della detenzione autogestita in ospedale;
che, il caso de quo, dai contorni pirandelliani, si allontana dal buon senso e si avvicina al parossismo, per cui un briciolo di realismo dovrebbe indurre a considerare oggettivamente la sostanza del problema (che ha fatto trasalire e sobbalzare milioni di italiani onesti) la cui fonte genetica ben potrebbe identificarsi in quella che appare sempre di più in una benevola decisione ad personam, la cui chiave di lettura potrebbe rinvenirsi nel contesto della raffinata teoria dell'eterogenesi dei fini cara al filosofo-psicologo Wilhelm Wundt;
tanto premesso e ritenuto, anche per restituire credibilità alla Giustizia che, secondo il comune sentire, spesso si comporta come la tela dei ragni "irretit muscas, transmittit aranea vespas" (cattura le mosche e lascia scappare le vespe!),
CHIEDE
che l'Ill.mo Sig. Procuratore adito voglia disporre le necessarie indagini per le fisiologiche determinazioni connesse all'esercizio dell'azione penale in armonia con la solenne previsione di cui all'art. 326 c.p.p., accertando rigorosamente anche la potenziale integrazione del paradigma di cui all'art. 323 c.p., ovvero di ogni altra ipotesi emergente,
INVOCANDO
all'esito, la punizione dei colpevoli atteso che le carceri non possono considerarsi un'invenzione soltanto per extracomunitari, zingari ed, occorrendo, per cittadini della Repubblica di estrazione meridionale, delinquenti per fama geografica, eccezion fatta per la famiglia Ligresti;
CHIEDENDO
A) in via istruttoria:
1- l'acquisizione delle conversazioni telefoniche, sms, e-mail de quibus agitur;
2- l'assunzione di informazioni afferenti circostanze utili ai fini delle richieste indagini dal Ministro Cancellieri, Procuratore che ha vergato l'istanza ex art. 299 c.p.p., GIP che l'ha accolta, Antonino Ligresti, Gabriella Fragni, C.T.U., i quali potrebbero contribuire al perseguimento delle finalità di cui agli artt. 362 e 377 c.p.p.);
B) occorrendo, attivare l'istituto della traslatio iudicii, disponendo la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano – competente ex art. 11 c.p.p. – ove dovessero affiorare responsabilità, ex art. 110 c.p., fra il Ministro ed i Magistrati in servizio presso il Distretto della Corte di Appello di Torino funzionalmente nella specie coinvolti;
C) di essere informato ove dovessero intervenire richieste ex artt. 406 e 408 c.p.p.
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Lo SPRAR di Acquaformosa : dal dire al fare. Quale la verità?
Sabato, 02 Novembre 2013 09:48 Pubblicato in CosenzaRifugiati per settimane senza acqua calda e senza vestiti e scarpe
Scrive Cosimo Vicchio Consigliere Comunale ex Presidente Associazione Don Vincenzo Matrangolo:
“In questi giorni ho avuto il piacere di conoscere due ragazzi di origine Bengalese che sono ospitati ad Acquaformosa nel progetto Accoglienza dello SPRAR,sono ad Acquaformosa dai primi di settembre, parlando della loro situazione è venuto fuori che i due ragazzi uno 23 anni e l’altro 17 anni, al loro arrivo sono stati messi in un appartamento senza che vi fosse L’ACQUA CALDA, i due sono stati per settimane senza potersi fare una doccia, nel 2013 questo è possibile ???? e’ possibile in un paese civile questo ??? Dopo le loro rimostranze sono stati spostati per una settimana nel B&B di proprietà della moglie del Sindaco Giovanni Manoccio e successivamente trasferiti in un'altra casa. Ma nella nuova casa hanno lo scaldino dell’acqua calda, uno scaldino vecchissimo che sono costretti a spegnere la notte per il troppo rumore che fa, ed accenderlo la mattina, lo scaldino ha bisogno di 5 ore per riscaldare l’acqua ma anche in questa casa non possono farsi una doccia, pur avendo l’acqua calda, manca la pressione necessaria minima dell’acqua; aprendo i rubinetti dell’acqua fredda, si vede che arriva appena un filo di acqua, come è possibile tutto questo ??? Cosa fanno tutto il giorno i circa 15 operatori assunti dall’ Associazione?
Mi dicono che dal loro arrivo ad oggi non gli sono stati comprati i vestiti, sono con i vestiti che avevano, hanno chiesto delle scarpe nuove, ma niente. Mi dicono che gli sono stati dati dei vestiti usati di persone anziane e loro si sono rifiutati di accettare. Mi dicono inoltre che gli vengono dati 30 € a settimana per fare la spesa alimentare e con quei soldi se risparmiano, gli dicono dall ‘ Associazione Don Vincenzo Matrangolo, gestore del progetto, gli saranno comprati scarpe e vestiti. Falso i vestiti vanno comprati, per ogni ospite. Lo stato paga 35 € al giorno x 30 giorni = 1050 euro al mese a persona cosa ci fanno all’ Associazione con questi soldi ?
Uno dei due si è proposto di mettere la metà del costo di un paio di scarpe e ha chiesto all’associazione di integrare l’altra metà, ma a tutt’oggi non ha ricevuto nessuna risposta. Inoltre in casa hanno un frigo che non funziona bene, o congela i cibi che hanno dentro oppure non raffredda affatto.
Questa è la situazione che ho potuto documentare con filmati e fotografie, questo è quello che voglio denunciare, credo una situazione del peggior centro di permanenza, peggio di un campo di prima accoglienza. Sinceramente non so la situazione delle altre persone e famiglie ospitate nel progetto ma credo che questa situazione sia scandalosa. L’ Associazione gestisce più di 300 mila euro per conto del Comune di Acquaformosa e lasciare dei ragazzi in queste condizioni credo sia vergognoso. Da socio fondatore ed ex-presidente dell’Associazione Don Vincenzo Matrangolo, ho gestito l’avvio del progetto, e pur dovendo gestire il primo anno senza liquidità se non quella dei soci fondatori, agli ospiti, in quella difficilissima fase di avvio, non è mancato assolutamente nulla soprattutto se trattasi di servizi primari quali acqua calda, riscaldamento, tv satellitare, acquistando anche con credito vestiti e scarpe, fino alla prima erogazione da parte del Ministero degli Interni che avveniva generalmente nel mese di ottobre-novembre. Chiedo perciò un intervento immediato del Servizio Centrale del Ministero dell’ Interno, e le immediate dimissioni del Presidente dell’ Associazione e dei membri del direttivo.” Cosimo Vicchio
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