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Il dissesto finanziario produce i suoi primi effetti, aliquota unica Irpef allo 0,8%. Giovedì 28 novembre si è  tenuto il consiglio comunale di Belvedere Marittimo avente all’ordine del giorno: Dissesto finanziario – attivazione delle Entrate proprie ai sensi dell’art. 251 del D.lgs 267/2000 Titolo 1 di Bilancio; Affidamento in concessione del servizio di riscossione spontanea e coattiva delle Entrate tributarie e patrimoniali dell’Ente;

 

Preliminarmente il gruppo consiliare “Belvedere città  futura” ha chiesto al Sindaco Cascini di informare il Consiglio circa il contenuto dell’intervista rilasciata dallo stesso e pubblicata in questi giorni e lo ha invitato, per il futuro, a coinvolgere il Consiglio comunale su fatti che riguardano l’Ente. Il Sindaco è stato interrogato a meglio specificare i fatti narrati nella nota stampa del 24 novembre scorso e cioè: Sabotaggio del computer server dell’Ufficio tributi; riorganizzazione Ufficio tecnico comunale in seguito alla decadenza, causa dissesto finanziario dell’Ente, dell’attuale dirigente ( ex art.110 del Tuel) e responsabile dell’Ufficio. Belvedere città futura ha chiesto ufficialmente che ogni atto, ogni comunicazione in entrata ed in uscita, venga portata a conoscenza dei consiglieri, invitando il Sindaco a predisporre un fascicolo all’interno dell’ufficio di segreteria dove inserire ogni atto riguardante l’Ente. Quanto al primo punto all’ordine del giorno il gruppo Belvedere città futura ha motivato il voto contrario alla deliberazione con le dichiarazioni esposte dal consigliere Eugenio Greco che si riportano di seguito:

«Come abbiamo già sostenuto nel corso del Consiglio Comunale dello scorso 30 ottobre che ha dichiarato il dissesto finanziario del Comune di Belvedere Marittimo, se sono chiare secondo noi, le cause che hanno portato a questa situazione di gravissima crisi finanziaria dell’ente, individuando nelle giunte a guida Granata i maggiori responsabili, non possiamo non imputare a questa maggioranza la responsabilità di non aver fatto nulla per evitare il dissesto. Ripetiamo che questa maggioranza ha scelto in modo approssimativo e affrettato di approvare in Giunta il consuntivo 2018 e quella scelta ha determinato in modo irreversibile l’avvio della procedura di dichiarazione di dissesto. Abbiamo ben spiegato nel corso dei lavori del consiglio comunale del 30 ottobre scorso che cosa secondo noi questa amministrazione avrebbe dovuto fare per provare ad evitare la dichiarazione di dissesto e mi riferisco: Alla mancata analisi dei dati finanziari, cosi diversi nei numeri, del Bilancio di previsione del 2019 e dei dati del consuntivo 2018;

Alla mancata analisi della relazione del revisore dei conti allegata all’ultimo bilancio consuntivo rispetto alle relazioni precedenti, cosi diverse nei numeri e nelle conclusioni. Alla mancata richiesta di pareri ad esperti in materia, in sintonia con il funzionario di ragioneria, non a ottobre scorso, ma prima dell’approvazione del conto consuntivo 2018, per studiare e promuovere situazioni alternative alla dichiarazione di dissesto; Al mancato confronto con le minoranze su questo tema.

La fretta di approvare in Giunta quel consuntivo 2018 ha di fatto spianato la strada alla dichiarazione del dissesto finanziario impedendo la ricerca di soluzioni alternative. E’ giusto che i cittadini vengano rassicurati sugli effetti della dichiarazione di dissesto. Ma è anche giusto che i cittadini conoscano in fondo quali realmente saranno gli effetti del dissesto. Oggi questo consiglio è chiamato a deliberare per le imposte IMU, TASI, Addizionale Irpef, Imposta di Pubblicità ed Imposta di soggiorno. Ebbene nell’intervista da Lei rilasciata, Sindaco, sugli organi di stampa, Lei parla di assicurazioni ricevute dai funzionari  prefettizi i quali ritengono che la dichiarazione di dissesto sarà un tocca sana per Belvedere e che non ci saranno grossi sacrifici per i cittadini contribuenti. Ma se è vero che l’IMU e la Tasi non aumenteranno perché risultano già essere al massimo delle aliquote,  viceversa l’imposta addizionale comunale Irpef aumenterà sensibilmente e per molti contribuenti, che sono la stragrande maggioranza, addirittura raddoppierà. Infatti fino ad oggi a Belvedere l’addizionale Irpef veniva calcolata a scaglioni con aliquote differenziate e con una soglia di esenzione per reddito fino a € 7.500. Nello scaglione di reddito fino a 15.000,00 euro l’aliquota era pari allo 0,4 %. Da domani quei cittadini, che ripeto rappresentano la stragrande maggioranza dei contribuenti, per lo più pensionati, pagherà il doppio dell’addizionale, l’0,8% e senza esenzione. Questi dati i cittadini devono conoscerli. E poi un’altra precisazione: non sarà il Consiglio Comunale autonomamente a decidere in ordine a problematiche riguardanti la Cosap, l’acqua (sistema idrico), scuolabus e mensa, per come dichiarato in quella intervista, ma il Consiglio con la dichiarazione di dissesto dovrà, in applicazione della normativa in vigore, aumentare obbligatoriamente quelle voci.

Potevate provarci, non l’avete fatto. Oggi pertanto dovete assumervi tutte le responsabilità del caso e procedere a quello che la legge vi impone di fare e cioè l’aumento dei tributi». Nel corso del dibattito, per quanto riguarda l’aumento della tassa di soggiorno,  il Sindaco ha proposto una tariffa più bassa per gli alberghi 4 e 5 stelle. Il gruppo Belvedere città futura, viceversa, ha proposto la riduzione della tassa per i b&b e per gli alberghi fino a 3 stelle con aumento della tariffe per gli alberghi 4 e 5 stelle,  mantenendo così inalterato il maggior gettito. Il Consiglio ha bocciato la proposta della minoranza approvando viceversa la proposta avanzata dal Sindaco con il risultato che a risparmiare a Belvedere saranno i turisti con più risorse economiche a discapito delle famiglie meno abbienti. Il secondo punto all’ ordine del giorno “Affidamento in concessione del servizio di riscossione spontanea e coattiva delle Entrate tributarie e patrimoniali dell’Ente” è  stato rinviato. Il gruppo Belvedere città futura ha fatto rilevare alcune criticità, riguardanti l’elaborazione del piano finanziario e l’importo presuntivo a base di gara, in particolare l’agio di riscossione riconosciuto al concessionario.

Lostrillone

Pubblicato in Alto Tirreno

Al termine di un Consiglio comunale dai toni molto accesi, al quale una parte della minoranza non ha preso parte, l'assise, che ha raggiunto ugualmente il numero legale, ha approvato la delibera di dissesto che era stata confermata dalle Sezioni riunite della Corte dei Conti.

Sono state necessarie due ore di discussione, intervallate dalla presenza di alcuni cittadini che più volte hanno interrotto il sindaco, Mario Occhiuto, nel corso delle sue dichiarazioni, prima che il Consiglio approvasse la delibera con cui é stato dichiarato il dissesto.

Occhiuto, durante la seduta, ha spiegato che la situazione "debitoria è stata ereditata dal 2011. Non ci siamo mai lamentati, però.

Ci siamo messi a lavorare e, nonostante questa ingente massa debitoria, abbiamo raggiunto risultati che mai in questa città erano stati ottenuti. In Calabria e a Cosenza - ha sostenuto ancora Occhiuto - se non si ha coraggio non si risolvono i problemi".

COSENZA, 11 NOV   (ANSA)

Pubblicato in Cosenza

Riceviamo e pubblichiamo

Siamo venuti a conoscenza che l’Amministrazione ha inoltrato richiesta alla Gazzetta Ufficiale di pubblicare un bando di concorso per la copertura di un posto di ingegnere o architetto all’Ufficio tecnico.

Nell’Ufficio tecnico SONO IN SERVIZIO BEN TRE TECNICI: un geometra, un architetto, un ingegnere non di ruolo con orario di lavoro ridotto.

Questo in un Comune la cui popolazione negli ultimi quindici anni è passata da tremila e cento abitanti ad appena 2500 censiti, mentre i residenti effettivi non superano 1.500 abitanti.

Lago, poi, non ha un volume di opere pubbliche da giustificare un ufficio tecnico sovradimensionato.

 

 

 

Molte attività economiche e commerciali hanno chiuso e altre prossime a chiudere, il Paese si sta impoverendo sempre di più, molte famiglie non sono in grado di pagare i tributi comunali e numerosi cittadini vivono con il reddito di cittadinanza.

C’è poco da stare allegri, a parte la musichetta che viene diffusa dal Palazzo.

L’edilizia è ferma, tanto che nel 2017/2018 E’ STATA RILASCIATA UNA SOLA CONCESSIONE EDILIZIA PER LA COSTRUZIONE DI UNA PORCILAIA.

L’Amministrazione comunale, invece di gestire come un buon padre di famiglia i soldi pubblici, cosa fa?

Nel fabbisogno del personale prevede un posto di istruttore tecnico a tempo pieno, categoria D, che comporterà un aggravio di spesa di circa QUARANTAMILA EURO ALL’ANNO.

Questi soldi graveranno sulle tasche dei cittadini che non ne avranno alcuna utilità.

Secondo noi questo è uno sperpero di denaro pubblico: invece di gestire le finanze comunali per tagliare le tasse ai cittadini e creare possibilità di sviluppo, realizzare economie di spesa, i nostri Amministratori pensano di aumentare il personale, il cui costo attuale è già notevole.

Abbiamo fatto una indagine in alcuni Comuni del comprensorio per sapere quanti tecnici sono in servizio negli Uffici tecnici:

  1. Comune di 6.120 abitanti: ufficio tecnico composto da 2 unità;
  2. Comune di 3.000 abitanti: ufficio tecnico composto da 1 unità esterna e a giorni alterni;
  3. Comune di 2.300 abitanti: ufficio tecnico composto da 2 unità (geometra ingegnere);
  4. Comune di 1.650 abitanti: ufficio tecnico composto da 1 unità.

In tutti i Comuni che abbiamo contattato, il numero di tecnici utilizzati negli Uffici tecnici varia da 1 a 2, (alcuni a scavalco proveniente da altri Comuni).

A Lago operano, invece, tre unità, con un costo annuo complessivo di circa centodiecimila euro.

Cari Concittadini, L’Amministrazione del cambiamento ha cambiato in peggio con tasse e tributi sempre crescenti.

Dopo ben quattro anni, non abbiamo visto alcun serio cambiamento, ad eccezione di muri colorati con i soldi del mattatoio comunale.

I giovani di Lago vivono peggio di prima e sono abbandonati a se stessi: su nessuna speranza di aiuto comunale possono contare per intraprendere un’attività e uscire dalla precarietà, perché l’Amministrazione comunale è interessata a ben altro.

Incapacità e improvvisazione, mancanza di programmazione e di futuro.

Ci restano i dieci giorni di agosto più per dimenticare che per vivere, per fare passerelle ad onore di coloro che vivono di passerelle e di palcoscenico.

Fallimento in tutti i sensi, e solo gestione della quotidianità, un condizione dolorosa per i giovani che si erano illusi di diventare protagonisti.

Lago, baricentrica tra mare e monti, dovrebbe sfruttare questa posizione strategica, recuperare il suo artigianato che è stato il fiore all’occhiello del nostro Paese.

Bisogna investire tantissimo sul territorio e sull’ambiente, in particolare: fiumi, campagna, itinerari paesaggistici, pinete, prodotti tipici locali che rischiano di scomparire.

Sapere sfruttare le risorse che abbiamo, mettere in rete le nostre potenzialità, creare un sistema turistico fatto di interscambio con gli altri territori e realizzare un turismo ambientale, religioso, artistico e culturale incentrato sulla vicinanza del mare e dei monti.

Non una accozzaglia di cose generiche, ma un progetto sostenibile e percorribile.

Ma tutto ciò richiede studio e capacità, perché bisogna saper organizzare gli interventi con professionalità e metodo e quindi senza faciloneria.

Oggi a Lago si vive in prevalenza di pensione e reddito di cittadinanza.

Una Amministrazione comunale molto attenta alle cose serie deve pensare allo sviluppo della propria Comunità, non deve pertanto bandire concorsi inutili e costosi, il cui costo graverà sui già tartassati cittadini.

Noi, come Gruppo di minoranza, chiediamo all’Amministrazione di non procedere in questa cattiva direzione.

Se la nostra motivata richiesta dovesse rimanere (come tante altre) non ascoltata, saremo costretti a promuovere una mobilitazione generale e attivare altri legittimi strumenti di contestazione popolare, per evitare spese improduttive utilizzate a pagare un posto inutile ai cittadini.

Ex sindacoCupelli

Pubblicato in Belmonte Calabro

Ieri sera mentre passeggiavo per le vie di Cosenza ho appreso da alcuni amici la notizia della sentenza della Corte dei Conti che ha confermato il dissesto finanziario del Comune di Cosenza.

I commenti non si sono fatti attendere.

Il Comune in una nota ha fatto sapere che non vi sarà alcuna conseguenza per i cittadini in materia tributaria essendo le aliquote già stabilite nella massima misura sin dall’anno 2010.

Il Sindaco Mario Occhiuto, candidato di Forza Italia a Governatore della Calabria, ha ricevuto una bella mazzata, un bel colpo mortale.

Lui fa sapere che sul piano politico non cambierà nulla e andrà avanti.

Non sussistono ragioni di incandidabilità.

La pensano diversamente le opposizioni.

Il Movimento 5 Stelle ha dichiarato che chi ha portato il Comune di Cosenza al dissesto non può candidarsi a guidare la Calabria già piagata di suo da decenni di malgoverno.

Anche il Commissario regionale della Lega di Salvini ha preso le distanze e ha dichiarato che la Lega è pronta a liberare la Calabria dal passato e da una sinistra incapace e ha confermato il veto della Lega alla candidatura di Mario Occhiuto a Governatore della Calabria.

Ha risposto Occhiuto:- Quello della Lega è un vero e proprio sciacallaggio politico.

Il mio operato è sempre stato assolutamente onesto.

C’è un attacco concentrico contro la mia persona.

Anche il tempismo della Corte dei Conti mi lascia perplesso e mi insospettisce.

Evidentemente qualcuno sta provando a fermarmi perché sa bene che potrei cambiare il sistema che fin oggi ha governato la Calabria -.

Cosenza - “Le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno confermato il dissesto finanziario del Comune di Cosenza, il piano di rientro previsto dall’amministrazione in carica non è stato ritenuto idoneo.

La cattiva amministrazione del Sindaco Occhiuto è stata così certificata dalla magistratura contabile e l’assenza di una presa di responsabilità, politica innanzitutto, da parte del sindaco è non solo inammissibile, quanto mortificante per i cosentini che ancora oggi devono sentirsi dire che nulla cambierà per loro.

Le conseguenze, invece, ci saranno, eccome, per la città.”

Così in una nota i portavoce cosentini del M5S Alessandro Melicchio, Anna Laura Orrico, Laura Ferrara e Massimo Misiti in merito alla notizia arrivata oggi pomeriggio.

“I tributi erano già al massimo per i cittadini tartassati da questa fallimentare amministrazione, ma sarà tutta l'operatività del comune in ambito economico, finanziario e sociale ad essere seriamente compromessa a causa del dissesto.

Ci sarà una necessaria riduzione dei servizi e delle spese, i creditori non entreranno in possesso di tutte le somme, ma solo di una parte di esse, e il personale in sovrannumero sarà messo in mobilità, in quanto l’ente locale dissestato è obbligato a rideterminare la dotazione organica.

Anche i contratti a tempo determinato dei dirigenti scelti da Occhiuto verranno sciolti di diritto.

” Lo scenario prospettato dai pentastellati si presenta fosco per l’intera città.

“Adesso ci attende la doverosa deliberazione del Consiglio comunale dello stato di dissesto, la cui eventuale omissione è sanzionata con la previsione dell’insediamento di un Commissario ad acta

Dopodiché il Comune non potrà contrarre mutui né impegnare spesa superiore a quella prevista dall’ultimo bilancio.

Il problema toccherà in particolar modo i servizi sociali comunali, come i servizi domiciliari ad anziani e disabili o il servizio dei pulmini scolastici.

Ci auguriamo, almeno, a questo punto - concludono i portavoce 5 stelle - che Occhiuto valuti attentamente l’ipotesi di candidarsi alla prossima competizione elettorale regionale.

Chi ha portato il Comune di Cosenza al dissesto, dimostrando di possedere una visione non compatibile con la buona amministrazione, non può certo candidarsi a guidare la Calabria, già piagata di suo da decenni di malgoverno.”

I portavoce del M5S Alessandro Melicchio, Anna Laura Orrico, Laura Ferrara e Massimo Misiti

Pubblicato in Cosenza

L’avvocato Vincenzo Carrozzino ha convocato per il prossimo 4 ottobre, a partire dalle ore 16.00.

Sono i due unici punti in discussione :Debiti fuori bilancio e dichiarazione di dissesto finanziario.

I cittadini sono preoccupati per il secondo punto.

Un eventuale dissesto finanziario avrebbe come prima diretta conseguenza l'aumento al massimo delle aliquote dei tributi.

Per il sindaco Vincenzo Cascini e per la maggioranza, sembra non sembra esserci altra strada se non quella del dissesto.

Sembra che vi sia un disavanzo di circa 17 milioni di euro.

Di diverso avviso l'ex sindaco Enrico Granata secondo il quale si poteva evitare il dissesto.

L'ex sindaco faceva notare che il conto della gestione 2018 si è chiuso con un risultato positivo, con un avanzo di amministrazione e/o di gestione di 3.233.459,67 di euro.

A confermare il risultato positivo ottenuto dal conto di gestione 2018 interviene il conto generale del patrimonio, in cui sono descritte le variazioni intervenute nel patrimonio e la situazione patrimoniale finale, che raccordate alla gestione del bilancio producono un patrimonio netto attivo di 17.056.406,12 di euro e un fondo di dotazione di 13.966.316,29 di euro.

Enrico Granata auspicava: “un intervento amministrativo con rinvio del consiglio comunale per l'approvazione del rendiconto e la rielaborazione dello stesso, eventualmente con il metodo semplificato, al fine di scongiurare un dissesto dell'Ente”.

Raccontava l'ex sindaco: «All’inizio dei miei due mandati il responsabile di ragioneria mi consigliava, vista la “pesante” situazione economica dell’Ente, di dichiarare almeno il pre-dissesto. Il sottoscritto, tuttavia, conscio che il compito del sindaco è quello di adoperarsi in tutti i modi per non creare aggravi economici al Comune e, soprattutto, ai cittadini si è adoperato per trovare delle soluzioni alternative.

Ho deciso, quindi, di intraprendere una politica di risparmio ed oculatezza nella spesa, di avviare e concludere molteplici transazioni con i creditori al fine di diminuire l'ammontare di ogni singolo debito».

Pubblicato in Alto Tirreno

Nei giorni scorsi si è svolto nella sala consiliare un importante ed interessante incontro tra l’amministrazione comunale e le associazioni locali.

Tema principale il turismo, anche se- a latere- si è parlato di tanto altro.

Ospite ingombrante ed assolutamente non gradito il dissesto

 

 

 

 

Quel dissesto che nessuno vuol davvero sapere chi abbia portato in città, o-se volete- chi abbia provocato, più o meno consapevolmente, anche se tutti sappiamo( solo gli imbecilli fanno finta di non saperlo) che dovrà essere interamente pagato( e che stiamo già pagando), che qualcuno pagherà direttamente-i creditori-, e che tutti sperano sia pagato- almeno in parte- da chi lo ha determinato.

Quel dissesto che spegne le aspettative ed i sogni di chi vorrebbe una città migliore e servizi più confacenti ad una vera città.

Distinte e distanti le posizioni emerse, più o meno rappresentative di bisogni o od aspettative, individuali, categoriali, associative o collettive

Anche se –ci è parso, almeno- che il problema principale è stato ed è quello della identificazione del Turismo come elemento di sviluppo culturale ed economico di Amantea.

Diverse le contestazioni che hanno coinvolto attraverso le Feste Patronali le stesse scelte politiche, oggetto di riflessioni.

Scelte solo in parte difese dagli amministratori.

Solo l’assessore Concetta Veltri ha ribadito che per due anni si è riusciti ad organizzare la stagione estiva grazie alla intensa collaborazione delle associazioni locali che si sono prestate gratuitamente ad offrire i propri spettacoli a cittadini ed ospiti della città.

Da qui il sentito grazie che ancora una volta l’amministrazione ed in primis l’assessore Veltri hanno voluto porgere a chi ha offerto le proprie espressioni artistiche e culturali alla città.

E che l’amministrazione ed in particolare l’assessore al turismo avessero ben altri obiettivi è stato dimostrato dalla straordinaria stagione appena trascorsa che ha visto importanti iniziative ed apprezzati spettacoli che hanno attratto migliaia e migliaia di presenze nella città, comprese le feste patronali e le notti bianche.

Eventi che sono stati resi possibili da rimesse finanziarie straordinarie e che l’amministrazione ha inteso utilizzare a tali fini.

Rimesse non di bilancio dunque.

Rimesse si teme non ripetitive.

Per questo l’assessore Veltri, il Sindaco Pizzino e l’Assessore Giusta hanno voluto questo partecipato incontro teso a dare le anzidette chiarezze ed a sollecitare le migliori e più intense collaborazioni per la stagione 2020.

A cominciare dal Carnevale di Amantea che occorre riprendere alla grande.

Gli appassionati interventi dei politici, ed in primis di Concetta Veltri, hanno voluto ribadire che anche per il futuro continuerà da parte dell’amministrazione la collaborazione resa possibile dal temuto dissesto finanziario, sempre sperando che la situazione non peggiori.

Resta ferma, comunque, da un lato la volontà dei politici presenti e dall’altro quella delle associazioni che comprendendo la gravità della situazione finanziaria dell’ente sapranno porgere alla città ed ai turisti il “volto della vera Amantea”.

Un primo incontro positivo al quale ne seguiranno altri hanno assicurato i politici locali.

Pubblicato in Primo Piano

Difficile davvero fare l’amministratore comunale. Difficilissimo farlo in un comune in dissesto.

Impossibile in un comune che non è ancora uscito dal primo dissesto e sembra destinato a rientrarci.( Sulla vicenda ci ritorneremo)

Ad anno scolastico iniziato il problema che porgiamo alla intelligente attenzione dei nostri lettori è se il trasporto degli scuolabus rientri tra quelli a domanda individuale o se si tratta di un servizio pubblico vero e proprio

La differenza non è da poco.

E questo perché se fosse un servizio a domanda individuale il comune ben potrebbe chiedere agli utenti la copertura solo parziale dei costi derivanti dal servizio stesso, mentre se si trattasse di un servizio pubblico il comune dovrebbe coprirne l’intero costo come previsto dall’art 117 del TUEL.

Tutto discende dal fatto che la Corte dei Conti potrebbe(dovrebbe) condannare gli amministratori a ripagare il debito derivato all’ente comune.

Questa paura è emersa nel democratico incontro tra l’amministrazione comunale (presente l’assessore al bilancio) e una parte ben espressiva della comunità locale.

Questa paura è maggiormente cresciuta a fronte delle diverse pronunce espresse da distinte Corti dei Conti (Piemonte, Puglia, Sicilia).

Si legge nella sentenza della Corte dei Conti del Piemonte quanto segue:

“Più in particolare, la magistratura contabile ha evidenziato come né il Dl 55/1984, convertito dalla richiamata legge 131/1983, né il decreto 31 dicembre 1983 del Ministero dell'Interno ricomprendano tra i servizi pubblici locali a domanda individuale quello di trasporto scolastico.

Non ritenendo di dissentire dal richiamato indirizzo interpretativo, del quale, anzi, se ne condividono le argomentazioni a sostegno, la Sezione, in occasione dello scrutinio del presente quesito, ritiene di ribadire il principio secondo cui il trasporto scolastico è un servizio pubblico, ma non potendo essere classificato tra quelli a domanda individuale, non possono allo stesso reputarsi applicabili i conseguenti vincoli normativi e finanziari che caratterizzano i servizi pubblici a domanda individuale, espressamente individuati dal menzionato D.M. n. 131/1983.

La natura di servizio pubblico, in quanto oggettivamente rivolto a soddisfare esigenze della collettività, comporta, pertanto, che per il trasporto scolastico siano definite dall’Ente adeguate tariffe a copertura dei costi, secondo quanto stabilito dall'articolo 117 del Tuel.

In effetti, per tutti i servizi pubblici, anche non definibili “a domanda individuale”, come nella specie, l’art. 117 TUEL stabilisce che:

1. Gli enti interessati approvano le tariffe dei servizi pubblici in misura tale da assicurare l'equilibrio economico-finanziario dell'investimento e della connessa gestione. I criteri per il calcolo della tariffa relativa ai servizi stessi sono i seguenti:

a) la corrispondenza tra costi e ricavi in modo da assicurare la integrale copertura dei costi, ivi compresi gli oneri di ammortamento tecnico-finanziario;

b) l'equilibrato rapporto tra i finanziamenti raccolti ed il capitale investito;

c) l'entità dei costi di gestione delle opere, tenendo conto anche degli investimenti e della qualità del servizio;

d) l'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato.

2. La tariffa costituisce il corrispettivo dei servizi pubblici; essa è determinata e adeguata ogni anno dai soggetti proprietari, attraverso contratti di programma di durata poliennale, nel rispetto del disciplinare e dello statuto conseguenti ai modelli organizzativi prescelti.

3. Qualora i servizi siano gestiti da soggetti diversi dall'ente pubblico per effetto di particolari convenzioni e concessioni dell'ente o per effetto del modello organizzativo di società mista, la tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce i servizi pubblici».

Che fare allora?

Forse ,in siffatta situazione, non sarebbe male che si pronunciasse in anteprima la Corte dei Conti calabrese proprio per evitare responsabilità a carico degli amministratori locali.

Basta una urgente domanda ed un viaggio in quel di Catanzaro!

Pubblicato in Cronaca

Sulla sentenza della Corte dei Conti intervengono anche i consiglieri di maggioranza in replica al M5s.

“Con quale coraggio chi ha mandato formalmente in dissesto il Comune di Cosenza lancia accuse a questa amministrazione sulla gestione dei conti”.

 

 

È quanto afferma l’assessore Francesco Caruso( nella foto), aggiungendo: “Invitiamo Guccione e il PD ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava appunto l’avvio delle procedure di dissesto.

Hanno devastato una città, lasciando una ingente mole di debiti che coprivano con crediti fasulli e, ancora oggi, si permettono di dare lezioni.

Carlo Guccione e il PD dimenticano l’incapacità del Comune di far fronte agli impegni assunti e le tante manifestazioni di lavoratori delle Coop e di tutto l’indotto, che chiedevano semplicemente di ricevere gli stipendi arretrati.

Per non parlare dei tempi medi di pagamento delle imprese che durante il loro governo superavano i 365 giorni”.

Ci siamo chiesti in tante occasioni – aggiunge Caruso – come era possibile spendere così tante risorse in spesa corrente e in investimenti con una città che agli occhi di tutti era spenta e disastrata. Quando ci siamo accorti che al posto dei crediti erano appostati in bilancio solo numeri era troppo tardi perché la Corte dei Conti aveva già dichiarato il dissesto.

Un quadro desolante che ci ha posto dinanzi ad una decisione fondamentale: prendere la scelta politicamente più comoda dichiarando il dissesto che all’epoca avrebbe determinato gravi conseguenze occupazionali soprattutto per le categorie più deboli (non esistevano affidamenti pluriennali alle Cooperative bensì si utilizzavano i cottimi fiduciari che, con il dissesto, non sarebbero stati più attivati), oppure utilizzare una norma appena emanata e cercare di mettere a posto i conti attraverso un piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe mitigato le conseguenze sulla città.

Nel 2013 non abbiamo scelto il pre-dissesto e dimostreremo con numeri alla mano che la situazione finanziaria del Comune di Cosenza è migliorata nonostante i pesanti tagli ai trasferimenti dello Stato. Grazie soprattutto a questa scelta in caso di dissesto non si avrebbe alcuna conseguenza per i cittadini e soprattutto per le categorie più deboli”.

Sul caso del dissesto finanziario al comune di Cosenza anche i consiglieri comunali di maggioranza hanno replicato al M5s che contestava l’inadeguatezza dell’amministrazione nel far fronte alla mole debitoria dell’ente.

“Dai Cinque Stelle solo attacchi inesatti finalizzati ad allarmare i cittadini.

Solo così ci ricordiamo che il Movimento grillino ha parlamentari anche in Calabria”, scrivono i consiglieri Carmelo Salerno, Andrea Falbo, Luca Gervasi, Vincenzo Granata e Pierluigi Caputo.

“Grazie a qualche dichiarazione di stampa piena di inesattezze, si legge in una nota, ci ricordiamo che in questo territorio esistono dei parlamentari dei Cinque Stelle che dimostrano ancora una volta l’assoluta incapacità di analizzare e risolvere i problemi.

A chi oggi accusa questa Amministrazione, invitiamo ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava l’avvio delle procedure di dissesto”.

Pubblicato in Cosenza

“Oltre 30 milioni di euro di debiti sono, allo stato, non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Ora qualcuno tragga le dovute conseguenze.

A pagarne le spese, purtroppo, saranno le famiglie cosentine.

 

 

Cosenza. 19 luglio 2019. Con la deliberazione della Corte dei Conti numero 106/2019 viene sancita, senza ma e senza se, la condizione di dissesto del Comune di Cosenza.

Non sono bastati i tentativi maldestri del sindaco Occhiuto di cercare di nascondere e camuffare la grave situazione finanziaria ed economica che lo vede responsabile in prima persona del default delle casse comunali.

Non si può paragonare quello che è accaduto con la sentenza della Corte dei Conti 106/2019 con ciò che avvenne nel 2014, quando la Corte bocciò il Piano di riequilibrio finanziario, poi promosso dalle Sezioni Riunite.

Nel 2014 si trattava di stabilire le misure e gli impegni del cronoprogramma di attuazione del Piano, oggi invece la Corte dei Conti ha preso in esame, monitorato e certificato l’applicazione del Piano di riequilibrio finanziario adottato dal Comune di Cosenza e ha puntualmente verificato ciò che è accaduto negli anni 2015, 2016, 2017, 2018.

Da questo esame è emerso che gli impegni intermedi, previsti nel Riequilibrio di bilancio approvato dalle Sezioni riunite nel 2014, non sono stati rispettati per nessun anno preso in esame dall’amministrazione Occhiuto e, cosa gravissima, è emerso che la Giunta ha aumentato i debiti di oltre 200 milioni, raggiungendo quindi oltre 350 milioni di deficit.

In più, come ha sottolineato la Corte dei Conti, “nella spesa vanno incluse tutte le passività non formalizzate nel bilancio, in quanto fuori bilancio o occulte.

Su questi aspetti, le controdeduzioni del Comune non smentiscono le osservazioni di cui alla deliberazione 66/2019 ed anzi si è potuto ricostruire, a seguito dell’attività istruttoria svolta, che oltre 30 milioni di euro di debiti sono allo stato non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Siamo, quindi, al di là dell’immaginabile. In questi anni a Palazzo dei Bruzi le Giunte Occhiuto hanno governato la città indebitando sistematicamente il Comune, quindi i cosentini, facendo saltare il Piano di riequilibrio finanziario che era stato approvato per riportare i conti del Comune in equilibrio.

Basta fare un semplice esempio per capire la gravità e l’enormità della situazione del Comune di Cosenza: quando fu dichiarato il dissesto nella città di Reggio Calabria, e successivamente sciolto il Comune, il debito era di oltre 250 milioni di euro.

Parliamo di una città di 150mila abitanti a fronte di non più di 70mila abitanti di Cosenza.

Questa la dice lunga su quello che è accaduto nella città dei Bruzi ai tempi delle varie Giunte Occhiuto.

La filosofia portata avanti in questi anni è stata quella di governare facendo debiti, tanto saranno i cosentini a pagare. Certamente alle affermazioni di Occhiuto (“Nessuna conseguenza per i cittadini”) nessuno crede più: è come dire ai cosentini che Babbo Natale esiste davvero.

Saranno i cittadini, purtroppo, a subire tagli e carenze di servizi, il blocco degli investimenti e l’aumento di tutte le imposte comunali per ripianare i debiti fatti da questa amministrazione.

Qualcuno, a questo punto, tragga le dovute conseguenze.

È tempo che ci si assuma le proprie responsabilità per avviare una fase nuova che porti la città fuori da questo disastro finanziario.

Ovviamente cosa ci si poteva aspettare di buono da chi non è stato neanche capace di amministrare le proprie attività?

Carlo Guccione Consigliere comunale

Pubblicato in Cosenza
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