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Giuseppe Marchese

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La prontezza di Andrea Ianni Palarchio ha immortalato un fotografico "abbozzo" di pace tra i big della politica camporese.

 

Da un lato la opposizione rappresentata dalla combattiva Concetta Veltri e dall’altra la maggioranza rappresentata da Gianluca Cannata, attuale potente assessore al Bilancio ed ai tributi , appena subentrato a Sergio Tempo.

Il web si è immediatamente scatenato sulla vicenda che vedrà sicuramente domattina l’ attenzione della stampa quotidiana che ha avuto modo di interessarsi alla querelle tra i due consiglieri camporesi che non se la sono mandata a dire.

Ed è proprio per questa querelle che la pubblicazione della foto ha scatenato i commenti del web

 

La foto è stata scattata stamattina davanti al bar della Q8 dove Concetta Veltri ed Andrea Ianni Palarchio avevano preso il caffè.

In quel momento è arrivato Cannata.

E così non è apparso così vero al dr Palarchio, noto per la sua simpatia e sagacia anche politica, “carpe diem”, cogliere il momento e sollecitare una stretta di mano alla quale nessuno dei due, ovviamente, si è potuto sottrarre.

Eleganza umana, culturale sociale e, quindi, politica.

La foto è sollecitata ma non artefatta … ed il sorriso vero.

Pace politica fatta?

Buh!. Noi sospettiamo che possa semmai trattarsi della antica “Pace delle vespe”, quelle cartonaie , (Polistes fuscatus), quelle che a differenza delle api, che nascono “già predestinate” per regnare, possono conquistare il comando del nido (nel caso della frazione) e controllare le proprie simili. Ciò comporta, ovviamente, come tra gli umani, un alto livello di litigiosità all’interno dei nidi, dove ciclicamente ogni vespa combatte per diventare la regina.

E comunque , chi vivrà, vedrà.

E chissà che a Natale, quando si è più buoni, non possa completarsi il detto “Mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigà …. pace, pace e libertà…e mò a Natale se compramo il baccalà e l’annamo a magnà”

Rimane il dubbio, non sciolto da Andrea , di chi invita chi.

Ma abbiamo l’impressione che i due mangeranno ognuno a casa sua!

Il Natale è gioia.
Ma insieme è armonia, colore, luci.
Parliamo di luminarie che più che fare luce fanno arredo.

 

In casa si illuminano gli alberi di Natale, ma molte famiglie illuminano anche i balconi. 

In molti paesi nel mondo,ed in particolare negli USA, si illuminano le facciate delle case e delle ville ma anche i giardini.

Anche le amministrazioni partecipano a questa festa di luci e di colori arredando le principali strade pubbliche.

Poi, ad Amantea, si notano le luminarie del Mediterraneo Hotel e di qualche altro esercizio commerciale, in particolare su strade commerciali non servite dalle luminarie comunali.

 

Fino all’anno scorso uno di questi era M2 di Maurizio ed Antonio Motolese sulla SS18.

Quest’anno lo abbiamo visto far porre da ditta specializzata le “sue” belle luminarie offerte alla città , ai suoi clienti ed agli ospiti di passaggio.

Proprio per questo aveva utilizzato un palo della pubblica illuminazione facendo partire da esso una raggiera di fili di luce che avrebbero offerto uno scenario suggestivo.

 

Ora sono stati tolti. Ovvia la domanda: “Maurizio che cosa è successo?”

“ Appena pronto l’impianto è arrivato un vigile urbano che mi ha chiesto la autorizzazione. Ovvia la mia sorpresa.
Ma come per fare allegria, per fare gioia, per fare Natale a spese mie sia pure attraversando la strada ma ad una altezza ben superiore ai 4 metri previsti dalla legge, occorreva una autorizzazione, magari con una domanda in bollo ed il progetto dell’impianto, la relazione tecnica ed illustrativa, il verbale di collaudo, eccetera?.

E poi occorreva andare al comune, fare la fila davanti ad un ufficio che non conoscevamo, davanti ad un funzionario che non era nemmeno in grado (come il vigile stesso) di dirci in base a quale norma ci veniva chiesta questa autorizzazione?

Ed ancora mi chiesi se anche gli altri che avevano posto i fili sulla via pubblica avevano chiesto la autorizzazione. Sono andato a vedere sul sito del comune se erano state mai rilasciate similari autorizzazioni ma non ne ho trovato nessuna”.

 

“Ed allora?” insisto.

“Allora mi sono arrabbiato. Ma come mi dicono che ad alcuni fanno attaccare le luminarie “private” alla luce del comune ed io che pago la ditta, pago la luce, contribuisco a fare bella la mia città, vengo “oltraggiato” da una burocrazia inaccettabile.
Mi è sembrata una vessazione. E così ho chiamato la ditta e fatto togliere le luminarie”.

“Ma se il comune emanasse un regolamento, lo ponesse sul sito, vi informasse uno per uno, anzi vi invitasse uno per uno a fare bella Amantea , eliminasse radicalmente la burocrazia facendo solo accedere i propri tecnici per accertare il rispetto delle norme di sicurezza, senza fare figli e figliastri, tu che faresti ?”

“Amico mio stai sognando. Sarebbe un miracolo. Ma se davvero il comune aiutasse i commercianti, tutti noi, ne sono certo, saremmo pronti a contribuire a rendere sempre più accogliente la nostra città”.

InvenzioniinCalabriaLa meravigliosa terra di Calabria è una terra difficile, complicata.

 

Pochissime le pianure, moltissime, invece, le zone collinari, sulle quale crescono, in particolare, olivi, e frutteti.

Ed insieme, vigneti dai quali si ricavano ottimi vini, forti e profumati, figli del sole e delle brezze.
Ma l’uva è difficile da cogliere e da trasportare.

Uno od al massimo due panieri per portare l’uva fino alla stradetta più vicina e poi alla cantina.
Od al più la cesta sorretta abilmente sulla testa da una corona di stoffa.
Ed allora ecco la fantasia di un giovane calabrese che smonta un ciclomotore, ne prende il motore, lo lega ad una struttura capace di percorrere sia i piccoli tratturi collinari , sia le strade bitumate.
Il filmato successivo ne mostra le caratteristiche.
Sulle cassette poi si può portare di tutto.

 

La frutta, le olive, l’uva.
Il segno della fantasia dei giovani calabresi che amano la propria terra e non la vogliono abbandonare, che amano i prodotti che essa produce e non vogliono farne a ameno, che amano le tradizioni regionali e vogliono conservarle.

E così si ingegnano ed inventano quanto necessario per conservare i più naturali possibile il territorio, i prodotti, le tecniche di lavorazione e conservazione, ma anche per ridurre la immane fatica che la Calabria impone.

 

Una macchina vera e propria, con tanto di acceleratore e di freno, dai bassi consumi, dalla grande maneggevolezza, che trasporta prodotti e là dove possibile anche il conducente.
Al giovane abbiamo anticipato anche i vostri complimenti, certi come siamo che la sua fantasia abbia colpito anche voi.

 

IL VIDEO:

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