Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, e' intervenuto questa mattina a un convegno promosso dall'Aiga sul tema delle ''Azioni di contrasto alle infiltrazioni della 'ndrangheta nella P.A. e nei circuiti economici locali''.
Non poteva non mancare il suo prezioso contributo. E così è stato.
''Io sono a Reggio Calabria dal 2006 -ha detto- e in questi anni le notizie di reato che hanno consentito accertamenti per reati contro la pubblica amministrazione sono rarissime''.
Una affermazione “tosta” della quale valeva e val bene chiedersi la ragione!
E la risposta il PM l’avrebbe trovata nelle “omesse denuncie”.
''L'omessa denuncia -ha affermato, che- diventa sintomo di contributo e questo equivale al reato del concorso esterno''.
I dialoghi pericolosi registrati tra politici e 'ndranghetisti nel corso di alcune indagini sarebbero dovuti essere denunciati perche' e' come ''un attentato a pubblico ufficiale'', ha detto ancora Lombardo secondo il quale ''il politico che riceve la promessa di un pacchetto di voti da uno 'ndranghetista dovrebbe subito denunciare quanto si e' materializzato davanti ai propri occhi''.
In sostanza Lombardi ha parlato dell'istituto dell'autodenuncia come primo passo per intervenire in tempo sul rischio delle infiltrazioni e delle connivenze con il malaffare.
Ma forse non basta fermarsi alla ‘ndrangheta come l’universo dei problemi della Pubblica Amministrazione.
Forse l’autodenuncia è importante per tutto quello che avviene nelle regioni, nelle province e nei comuni, in specie quei comportamenti border line che appaiono come esercizio del potere mentre dietro nascondono non mera arroganza ma scambio di voto vero e proprio.
E’ verissima la sua affermazione e cioè che ''L'intervento della magistratura nelle amministrazioni e' problematico. Incide nella separazione dei ruoli e non deve sconfinare nella supplenza della magistratura in certi contesti''.
Ma è altrettanto vero, ci sembra, che gli ‘ndranghetisti VOTANO SEMPRE e determinano la politica scegliendo spesso nella lista vincente i “propri” rappresentanti. Rappresentanti che poi DEVONO ricambiare i voti.
Ci sembrerebbe incredibile che gli “’ndranghetisti omettano di usare i voti per paura che poi qualcuno denunci le connivenze con i politici: e chi? Gli stessi che denunciano abusi, omissioni ed altro da loro stessi compiuti o sollecitati?