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«Ancora una volta una pattuglia dei vigili urbani è stata aggredita nell’esercizio delle proprie funzioni.

Nella giornata odierna, mentre gli uomini diretti dal comandante Salvatore Zucco stavano comminando alcune sanzioni lungo via Santa Caterina, sono stati avvicinati da un soggetto che li ha prima insultati verbalmente passando, poi, alle via di fatto.

Gli agenti sono stati costretti a ricorrere alle cure del Pronto soccorso per farsi medicare alcune escoriazioni, contusioni e lacerazioni».

L’assessore comunale alla Sicurezza, Antonino Zimbalatti, stigmatizza l’ennesima aggressione subita dalle forze di polizia municipale: «E’ una vergogna indicibile.

E’ davvero assurdo assistere alla protervia, al malcostume ed alla prepotenza di chi si ostina ad opporsi all’affermazione delle regole in città».

E raccontando il vile episodio di questa mattina, afferma: «Gli agenti sono diventati bersaglio di un uomo, successivamente identificato, nel momento in cui stavano comminando una sanzione ad un’auto parcheggiata davanti ad uno scivolo per disabili.

Proprio in quel preciso attimo, gli uomini in divisa sono stati avvicinati da un’automobilista che ha fermato il proprio mezzo e, una volta sceso, ha rivolto improperi d’ogni genere verso chi, quotidianamente, svolge un servizio fondamentale per l’intero territorio.

Dalle ingiurie, però, è passato ai fatti ferendo i due agenti ai quali va l’incondizionata solidarietà mia, del Comandante Zucco e dell’intera amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà».

L’aggressore è stato immediatamente identificato e successivamente, condotto al Comando di Viale Aldo Moro ed ora dovrà rispondere di aggressione, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale.

Non è la prima volta, purtroppo, che si devono registrare simili episodi di cronaca.

Soltanto pochi mesi fa, infatti, sempre un vigile urbano è stato investito da un’automobilista che tentava, ad ogni costo, di superare le transenne poste a limite del cantiere di rifacimento del manto stradale di una delle principali arterie stradali della zona nord cittadina.

Anche in quel caso, l’agente è stato costretto a ricorrere alle cure mediche.

«Non arretreremo di un passo», spiega l’assessore Zimbalatti, aggiungendo: «Intensificheremo le azioni di sanzione e contrasto. Atteggiamenti dal genere, che vanno fermamente condannati, non ci intimoriscono né ci distraggono da una battaglia ingaggiata per far rispettare le regole.

L’amministrazione comunale e le forze guidate dal comandante Salvatore Zucco sono costantemente impegnate in un percorso di normalizzazione e civiltà.

Serve, però, uno scatto culturale.

Cose simili non possono verificarsi in una società che si definisce civile».

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È successo a Falerna. Le indagini portate avanti dai carabinieri hanno permesso di evidenziare un clima di violenza e minacce all’interno delle classi composte da bimbi dai 5 ai 7 anni. Disposti i domiciliari

Atteggiamenti “scomposti”.

 

 

 

Sono stati definiti inizialmente così, da alcuni genitori, i comportamenti di un insegnante nei confronti dei piccoli alunni, tutti di età compresa fra i 5 e i 7 anni, che frequentano una scuola primaria del comprensorio lametino, nello specifico a Falerna.

Forse racconti, fantasie di bambini che, però, hanno destato più di qualche preoccupazione in quella mamme e quei papà che, trovando nei racconti dei propri figli un filo comune, si sono rivolti al dirigente scolastico il quale, a sua volta, non ha esitato a contattare i Carabinieri per le verifiche del caso.

Le violenze documentate

È iniziata così, sotto la direzione della Procura di Lamezia Terme, l’attività di videosorveglianza delle aule in cui insegnava la citata maestra, una 56enne, e che ha permesso di documentare gravi indizi di colpevolezza nei confronti della stessa ritenuta responsabile di maltrattamenti in danno di minori.

Dalla visione e dall’ascolto dei filmati captati, infatti, è emerso l’abituale atteggiamento della docente che era solita utilizzare un sistema di correzione delle condotte dei piccoli alunni caratterizzato da espressioni di violenza verbale, spesso accompagnate da gesti di violenza fisica. Prima uno schiaffo, poi un secondo … «smettila di urlare che ti faccio il muso a sangue».

Parole, azioni che seppur non così gravi da cagionare lesioni travalicavano sicuramente quell’idea di animus corrigendi.

Ciò sia per il primato che il nostro ordinamento attribuisce alla dignità della persona, sia perché non può perseguirsi, quale meta educativa, un risultato di armonico sviluppo di personalità, sensibile ai valori di pace, di tolleranza, di convivenza, utilizzando un mezzo violento che tali fini contraddice.

Ogni processo educativo, infatti, non può che fondarsi sulla condivisione degli atteggiamenti e dell’esperienza dell’educazione.

Disposti i domiciliari

I militari hanno registrato numerosi episodi in cui l’insegnante, oltre ad adottare reiteratamente mezzi di correzione fisica, quotidianamente si lasciava andare ad espressioni gratuitamente denigratorie nei confronti dei piccoli a lei affidati.

«Porco … maiale … sono stanca, dovete stare divisi, ognuno nel suo recinto …»

Parole buttate lì senza pensare che quelle ingiurie, quelle frasi tese esclusivamente a umiliare e svalutare il discente a nulla sarebbero servite nel percorso educativo e di crescita al quale era chiamata a contribuire.

Il quadro definitivo che si è delineato, quindi, ritrae un metodo di insegnamento nell’ambito del quale trovano sistematicamente posto minacce, ingiurie e violenze, talune assolutamente al di fuori di qualsivoglia sistema di correzione, educazione o disciplina tenuto altresì conto della tenera età dei fanciulli.

Un quadro che ha portato la locale Procura della Repubblica a richiedere l’applicazione di idonea misura cautelare, emessa dal Tribunale di Lamezia Terme ed in ottemperanza della quale la donna è stata tratta in arresto e posta ai domiciliari nella mattinata odierna.

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Attimi di paura, nel pomeriggio del 22 maggio, all’interno dell’area di sicurezza dell’aeroporto di Lamezia. 

Due donne di origine straniera, con la pretesa di partire con un volo quando l’imbarco era già chiuso sono andate in escandescenza usando violenza verbale e fisica nei confronti del personale addetto al gate, di quello delle Forze dell’ordine intervenute e anche nei confronti di un passeggero, causando lesioni alle persone e danneggiamento alle cose.

Le due donne avrebbero voluto ad ogni costo prendere il volo per Treviso, all’impossibilità di potersi imbarcare si sono scagliate contro il personale.

Nell’immediatezza sono intervenuti un poliziotto e un carabiniere per cercare di riportare a normalità la situazione e calmare le due donne che in forte ed evidente stato di agitazione ed ebbrezza alcolica mentre gridavano frasi ingiuriose ed offensive agli addetti al gate, afferravano le attrezzature elettroniche della postazione Sacal lanciandole  a terra e  scagliando il computer contro una dipendente. 

Quindi la loro incontenibile furia veniva indirizzata alle forze dell’ordine cui profferivano frasi ingiuriose  e minacciose fino ad arrivare a tirare schiaffi calci e pugni a tutti coloro che si avvicinavano, comprese due Guardie Particolari Giurate.  

Nonostante la difficile situazione il personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, è riuscito a bloccare le due donne e condurle negli uffici di polizia dell’aeroporto, dove sono state identificate per H.A. di 41 anni originaria della Colombia con cittadinanza italiana e H.A.S.P. colombiana di 45 anni. 

Entrambe sono state sottoposte al controllo del tasso alcolemico e dopo varie prove per H.A.S.P. il risultato riscontrava una percentuale di alcool pari a 2,46 g/l, mentre per H.A., risultata positiva al precursore, non si  riusciva a completare il test a causa delle sue condizioni psico-fisiche. 

Per i reati commessi sono state tratte in arresto per violenza, resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale, lesioni personali, minacce e danneggiamento.

Su disposizione del Magistrato di Turno sono state trattenute presso le camere di sicurezza del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. 

Grazie alla sinergia della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri si è potuto evitare che la situazione degenerasse ulteriormente, e nonostante gli stessi operatori delle forze dell’ordine avessero subito delle lesioni, hanno portato fino in fondo il loro compito anche a tutela delle numerose persone presenti nel luogo degli accadimenti.

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