Redazione TirrenoNews
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Perché i riparatori e commercianti di TV non devono pagare il canone?
Martedì, 22 Gennaio 2013 18:17 Pubblicato in ItaliaTra le tasse meno amate dagli italiani c’è sicuramente il canone del sistema radiotelevisivo. Un balzello inviso a moltissimi.
Per chi intenda pagarlo avvertiamo che la scadenza si avvicina. E’ fissata, infatti, al 31 gennaio 2013 ed il suo ammontare è di 113,50 euro, ovvero 1,50 euro in più rispetto allo scorso anno.
L’importo è stato stabilito con un decreto del ministero dello Sviluppo Economico.
Siccome il ministro è bravo se paghi in una unica soluzione il balzello è di “soli” 113,50 euro ,oltre la tassa di versamento postale.
Ma puoi anche pagare i due rate semestrali, ognuna di 57,92, una al 3 gennaio ed una al 31 luglio, con totale 115,84 euro, cioè soli 34 centesimi in più ed una tassa postale in più.
Ma puoi pagare anche in 4 rate trimestrali(31 gennaio 30 aprile,31 luglio,31 ottobre), ognuna di 30,16 euro, per totale 120,64, cioè 4,80 euro in più dell’importo base del balzello e tre tasse postali in più.
Nel prezzo è compresa l’iva.
Il balzello dovrebbe essere pagato indipendentemente dal fatto se usi o meno il televisore, se vedi o meno i programmi Rai perché dicono si tratti di una tassa di possesso del televisore. E quindi qualunque cosa ci fai –dice la propaganda- “hai da pavà” come direbbe Totò!
Insomma del tipo “chi siete, quanti siete, dove andate, cosa portate?.Un canone!”
Lo strano è che
- 1)Le imprese che fanno riparazione di televisioni non devono pagare il canone!
- 2)Le imprese che vendono televisioni non devono pagare il canone!
- 3)I militari delle Forze Armate Italiane nelle strutture adibite al loro servizio non devono pagare il canone!
- 4)I militari di cittadinanza straniera che appartengono alla Nato non devono pagare il canone!
- 5)Gli agenti diplomatici e consolari non devono pagare il canone !
Difficile capire perché se si tratta di una tassa di possesso.
A chi spetta pagarlo? A chiunque possieda uno o più apparecchi adatti o adattabili a ricevere le trasmissioni radiotelevisive, indipendentemente dalla qualità del servizio o dalla quantità. Non vale quindi la giustifica: “possiedo la Tv ma è spenta dei sei anni” oppure “ho la Tv ma non guardo la Rai”. A chi non spetta invece? A chi ha compiuto 75 anni di età entro il termine di pagamento del canone e non convive con altri soggetti diversi dal coniuge titolare di reddito proprio e possiede un reddito che, unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente a 516,46 euro per tredici mensilità (euro 6.713,98 annui).
Che succede se non si paga?
Se si dovesse saltare la scadenza del 31 gennaio, si può rimediare nei successivi 30 giorni pagando una sanzione amministrativa pari a 4,47 euro (ossia un dodicesimo del canone semestrale); in caso di ritardo superiore, la “penale” passa a un sesto del canone semestrale, ossia 8,94 euro. Superati sei mesi, si aggiungono gli interessi di mora, calcolati nella misura dell’1% per ciascun semestre compiuto.
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La ‘ndrangheta in Lombardia: uno “stato” nello Stato.
Martedì, 22 Gennaio 2013 16:19 Pubblicato in ItaliaLa ‘ndrangheta si è spartita la Lombardia.
Gestisce i rifiuti( e non solo), punta all’Expo ed ha i voti.
L’On Pecorella, presidente della Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti dichiara che : «Si deve ritenere e affermare, alla luce delle inchieste della Dda di Milano, che la 'ndragheta ha diviso il territorio di gran parte, se non di tutta, della ricca Regione Lombardia (oltre che delle altre Regioni del Nord Italia) secondo un criterio -a zone-, che non lascia fuori nulla e garantisce un controllo pressoché assoluto su tutte le attività oggetto di interesse»(1).
La Lombardia è ai «primi posti» nella raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ma –dice Pecorella- esistono diversi «terreni avvelenati, ancora non bonificati», e c’è una «presenza molto articolata delle infiltrazioni mafiose», in particolare modo della 'ndrangheta.
Circa questa presenza ha dichiarato che « Credo sia proprio uno Stato nello Stato».
Quanto a Bruti Liberati, ha sottolineato che solo a Milano sono «decine» le inchieste che hanno evidenziato anche «alcuni collegamenti tra la 'ndrangheta e imprese sane milanesi».
Dagli episodi citati, si afferma, «appare evidente che nella fase iniziale dei lavori, non ha funzionato l’attività amministrativa di prevenzione, volta a impedire l’intervento subdolo e indiretto della 'ndrangheta nelle opere dell’Expo 2015».
«Nonostante la pessima fama che accompagna gli uomini della 'ndrangheta , accade che con piena consapevolezza non solo imprenditori, ma anche uomini delle istituzioni e uomini politici, consiglieri provinciali e regionali si rapportino a personaggi del livello mafioso, quale quello di Salvatore Strangio, rivolgendo loro richieste di intervento e di favori vari, anche di carattere politico-elettorali».
«Da quando, nel 2001, è stato introdotto nel nostro ordinamento il delitto che punisce le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, nella provincia di Milano si sono svolte circa il 10 per cento di tutte le inchieste italiane: ciò ha posto in evidenza la presenza della criminalità ambientale, anche di tipo mafioso, negli appalti relativi al movimento terra nei cantieri pubblici e privati e nello smaltimento delle scorie industriali.
La 'ndrangheta è un «soggetto che raccoglie intorno a sé consenso sociale, con la conseguenza che, avendo consenso sociale, ha i voti e da questo ne deriva che vi siano dei radicamenti a livello politico».
La 'ndrangheta, ha spiegato Pecorella, «garantisce anche quel tanto di consenso che può interessare a livello locale qualche politico: i colori poco contano, contano i rapporti che possono avere sul territorio e la volontà di ottenere i risultati, non c'è un partito particolarmente collegato».
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"Dammi tutte le cose d'oro che hai".
Se lo è sentita intimare una giovane donna crotonese mentre camminava in una via del centro, colta spalle da un uomo che le ha tappato la bocca e le ha ordinatoe di consegnargli i gioielli . E' accaduto lunedì 21 gennaio in una traversa della centralissima via Ruffo, una zona abbastanza trafficata, intorno alle 19.00, quindi in un'ora non notturna.
La giovane vittima, T.A., di 19 anni, non indossava però gioielli oltre ad un anello, quindi il rapinatore si è dovuto accontentare della sua borsa, che, dopo aver svuotato del portafogli, ha abbandonato per strada, un po' più avanti del posto in cui ha eseguito la rapina.
La giovane ha escluso che il rapinatore possa essere uno straniero, anzi sembra essere convinta, visto il suo accento, del fatto che si tratti di un concittadino, alto circa un metro ed 80 centimetri e molto robusto. Secondo la ragazza l'età dell'aggressore è di 25-30 anni.
Oltre ad essere molto provata ed impaurita, per fortuna, la 19enne non ha riportato lesioni ed ha immediatamente allertato la Polizia. Sul posto qualche minuto dopo la rapina sono intervenuti gli uomini della squadra Volante della Questura di Crotone.FotoedarticoloCrotonese
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