Così dice il PM: "l'inchiesta è partita dall'acume investigativo di un bravissimo maresciallo dell'Arma, comandante di Stazione, che è riuscito a intuire i comportamenti criminosi degli indagati, capirli e sviluppare un percorso investigativo. A questo si aggiunge il lavoro di una piccolissima unità della sezione di polizia giudiziaria della Finanza in forza alla Procura, eseguito con scrupolo e intelligenza e consultando le banche dati".
Una palese dimostrazione che:
-nei comuni c’è di tutto, anche truffaldini;
-che un buon maresciallo ( nel caso Mastrodomenico Vittorio) quando vuole può scoprire e porre fine alle truffe e far arrestare i politici responsabili;
-che intorno ai politici ci sono spesso gli interessi della famiglia.
La vicenda è successa a Nardodipace, un paesino di 1.419 abitanti nelle Serre vibonesi, noto per essere il "comune più povero d'Italia", ed i suoi abitanti con il reddito pro capite più basso del Paese.
Le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono Romano Loielo , Romolo Tassone, di 38 anni,( figlio di un presunto boss della ‘ndrangheta, Rocco Bruno Tassone , di 69, attualmente detenuto), Fabio Rullo e Mario Carrera, quest'ultimo attualmente all'estero.
Le 12 persone sottoposte all'obbligo di firma sono Maurizio Maiolo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Clauia Iendo, Lucia Primerano, Marinella Iacopetta, Maurizia Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandrò Randò.
Romano Loielo, di 43 anni, appuntato della guardia di finanza in aspettativa da molti anni , è il sindaco di Nardodipace.
Nell'operazione sono coinvolti anche un assessore comunale, Maurizio Maiolo ( sottoposto all’obbligo di firma), la moglie del sindaco Loielo, Claudia Ienco.
Analoga misura cautelare è stata emessa anche per la moglie dell'assessore Maiolo, Marinella Iacopetta, di 32.
I fratelli di Marinella Iacopetta, e quindi cognati dell'assessore Maiolo, Salvatore e Maurizio Iacopetta, di 40 e 37 anni , sono stati arrestati nel novembre scorso dai carabinieri del Ros di Milano con l'accusa di avere costituito in Lombardia un "locale" della 'ndrangheta.
Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero appropriati di fondi pubblici finalizzati alla organizzazione di corsi di formazioneper la creazione di posti di lavoro.
Tutti sono destinatari di un sequestro di 97 mila euro ciascuno le persone coinvolte nell'inchiesta di carabinieri e Guardia di finanza che ha scoperto una truffa per i fondi Por.
"Il nostro intervento ha così impedito - ha concluso il Procuratore di Vibo Valentia dr Spagnuolo - che altre iniziative similari potessero essere reiterate, prevenendo danni per 600-700 mila euro e circoscrivendo la truffa a centomila euro".
Dica ancora il PM “È un'indagine che mette a nudo comportamenti di tipo illecito molto gravi, anche perché commessi in un contesto particolare e da esponenti della politica».