Chiusa l’indagine sui mattatoi del Tirreno indagati 4 veterinari.
L’indagine ha riguardato i mattatoi di Fuscaldo e San Pietro in Amantea
Ora la chiusura delle indagini a carico di 5 persone tra cui 4 veterinari.
Tra le contestazioni il mancato controllo su quanto stava accadendo agli impianti.
Secondo la procura di Paola Giordano diversi i reati, tra cui omissioni, inosservanze nei controlli, violazioni delle normative ambientali tra cui lo scarico di reflui non autorizzato, con correlato imbrattamento dei luoghi. Ed ancora, in un caso, falso materiale ed ideologico.
Un lungo l'elenco come si nota che il procuratore capo Bruno Giordano – titolare dell'inchiesta sulle anomalie ai mattatoi del Tirreno cosentino dei reati che la Procura della Repubblica di Paola – contesta a cinque persone , tra cui quattro veterinari dell'Azienda sanitaria provinciale cosentina, a carico delle quali è stato emesso il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari.
Una vicenda complessa partita dal 2013 che ha visto operare sui due mattatoi in funzione a Fuscaldo e a San Pietro in Amantea gli uomini del nucleo Ambiente della stessa Procura, i carabinieri di varie stazioni dislocate sul territorio, carabinieri del Nas di Cosenza, uomini della Guardia costiera, personale ispettivo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dell'Asp di Cosenza.
la Procura avrebbe stimato oltre 4 milioni di litri di liquami provenienti dalla macellazione di bovini e suini che non sarebbero stati scaricati nei luoghi senza alcun trattamento preventivo.
Una situazione questa che non sarebbe stata denunciata neppure dai veterinari dell'Asp locale.
Anzi in un caso un veterinario avrebbe prodotto anche un «atto materialmente ed ideologicamente falso all'evidente scopo di mascherare le sue responsabilità omissive per i mancati interventi di sua stretta competenza, riguardo le condizioni fatiscenti e inappropriate del mattatoio di Fuscaldo».
Ora la parola passa alla difesa che avrà 20 giorni per presentare una memoria difensiva o per chiedere l’interrogatorio dei loro assistiti.
Decorsi i 20 giorni la Procura della Repubblica di Paola potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per i cinque indagati.
Vi faremo sapere