Le Terme Luigiane gestite dalla S.A.TE.CA. spa, sono un realtà. Occupano 250 persone, erogano circa 400.00 prestazioni a 18.000 clienti.
I soli alberghi S.A.TE.CA. hanno raggiunto lo scorso anno le 31.000 presenze.
Ma ora sembra che siano a rischio.
Il rischio è che le Terme Luigiane , azienda storica e leader del settore in Calabria, possano chiudere a fine ottobre, al termine dell’attuale stagione termale.
Un rischio che discende dalla scadenza ormai prossima (aprile 2016) del contratto di sub concessione tra i Comuni interessati, Acquappesa e Guardia Piemontese, e la società S.A.TE.CA spa.
Sarebbero le uniche terme in Italia a chiudere.
La colpa secondo le parti è della burocrazia e scrivono “Si può pensare che una simile realtà debba chiudere per la solita burocrazia immobile e ostile?”.
Lo scrivono 197 dipendenti della SA.TE.CA. firmatari della lettera inviata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Presidente della Regione, Mario Oliverio, e agli assessori regionali alle attività economiche, Carmela Barbalace, al lavoro, Federica Roccisano, all’ambiente, Antonella Rizzo, ed al segretario del PD, Ernesto Magorno.
Nella lettera dicono inoltre “Ad oggi non sembra che ci siano prospettive di rinnovo di tale sub-concessione. Dato che l’economia di tutto il comprensorio, non solo delle terme, ruota intorno all’offerta turistico-termale, la preoccupazione è più che legittima e si prefigura un futuro drammatico per l’intero indotto, ossia le numerosissime attività connesse al termale. Oltre ai dipendenti della società, dunque, sono anche altri i lavoratori e le famiglie in ansia per il proprio futuro. Si calcola nell’ordine di cinquecento persone, oltre al fatto, che quasi tutte le attività produttive dell’area e dell’indotto sono direttamente e indirettamente interessate al futuro delle terme, che ne condiziona la sopravvivenza”.
Non solo ma i firmatari esprimono la propria preoccupazione anche per il turismo di Guardia piemontese e si chiedono “Chi andrà in vacanza a Guardia se le terme non saranno aperte?”
Infine la reale preoccupazione” Quali saranno i tempi per una nuova concessione? Chi sarà interessato a investire, se oggi con la nuova normativa regionale la sub-concessione può avere una durata massima di 20 anni?”.