Il gup distrettuale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, a conclusione dell'udienza preliminare scaturita dalle inchieste "Frontiera" e "Cinque lustri" condotte dalla Dda, ha rinviato a giudizio il boss della 'ndrangheta Francesco Muto, detto "il re del pesce".
Muto vista l’età avanzata sarà giudicato con rito abbreviato.
Per chi ha scelto il rito abbreviato la prossima udienza è fissata per il 26 settembre a Catanzaro.
L'inchiesta "Frontiera", in particolare, è scaturita da un troncone dell'indagine sull'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica (Salerno) ucciso nel 2010, aveva portato nel luglio dello scorso anno all'arresto di 58 persone presunte appartenenti alla cosca Muto, indagate per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, usura e illecita concorrenza con violenza e minaccia.
Oltre che per Muto e' stato disposto il processo per altre 39 persone.
Altri 37 indagati nelle stesse inchieste ad ottobre saranno giudicati con rito ordinario Antonio Abruzzese, Pier Matteo Forestiero, Mariangela Tommaselli, Giuseppe Antonuccio, Agostino Bufanio, Davide Bencardino, Giuseppe Calabria, Vincenzo Campagna, Giuseppe Cadente, Luca Carrozzini, Enzo Casale, Angelo Chianello, Simone Chiappetta, Cono Gallo, Vito Gallo, Agostino Iacovo, Emilio Iacovo, Maria Iacovo, Laura Maccari, Antonio Mandaliti, Michele Rizzo, Amedeo Fullin, Alessandra Magnelli e Simone Iannotti.
Le indagini, condotte dai carabinieri e dalla Guardia di finanza, sono state dirette dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dagli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e dai sostituti Camillo Falvo e Alessandro Prontera.
Gli imputati sono accusati aver gestito attraverso intimidazione ed estorsioni, il servizio lavanderia, vigilanza e ovviamente il mercato ittico e di aver favorito imprenditori amici. Franco Muto, avrebbe demandato al figlio Luigi, la guida del clan mentre la moglie gestiva gli affari del pesce.