Davvero quando è troppo, è troppo. Già la morte di Erika Brusca era apparsa a tutti i calabresi una vera tragedia. Una giovane ventiseienne deceduta una settimana fa per causa di un incidente stradale sulla SS18 nei pressi del bivio per Acquappesa.
Ed oggi è morta la sorella più giovane di 24 anni Maria Brusca che si era salvata dall’incidente ed era stata trasportata immediatamente in ospedale ma la cui situazione era apparsa grave sin da subito.
Era stata ricoverata all’ospedale dell’Annunziata in Cosenza dopo aver girovagato tra ospedali per fare una TAC ( una delle apparecchiature risultava ancora da preparare ).
Un incidente strano nel quale era stato coinvolto un altro automezzo i cui occupanti lo avevano abbandonato ed erano scappati, probabilmente impauriti, ma poi trovati.
Uno di questi R.F. di Acquappesa, incensurato, è stato denunciato a piede libero dai carabinieri con l’accusa di omissione di soccorso.
L’altro, l’autista , Carlo Musacchio, di 40 anni, di Acquappesa, già noto alle forze dell'ordine è stato arrestato ed accusato di omicidio colposo.
Secondo gli investigatori il Musacchio momento dell’incidente guidava in stato di alterazione psicofisica, sarebbe risultato positivo al test sugli stupefacenti e all’alcol.
Ma la certezza della giustizia serve a molto poco di fronte al dramma di due giovanissime ragazze incolpevoli la cui vita è stata loro sottratta.
Serve poco anche il cordoglio che sentiamo di dover porgere ai loro genitori, ma lo facciamo con il rispetto di chi è costretto a scrivere di un evento terribile e cogliendo il grande dolore di un padre e di una madre che hanno perso parte della loro vita.