“Quello che ho visto ieri , infatti, poco ha a che fare con la democrazia e con un partito che vuole veramente rinnovarsi. Voglio innanzitutto segnalare che il tesseramento cittadino non è stato in alcun modo pubblicizzato, come se si trattasse di una cosa riservata a pochi. Inoltre, così com’è stato riportato anche da alcuni organi di stampa, si è verificato quello che purtroppo si sta ripetendo in diversi circoli calabresi. A diversi cittadini che si sono presentati ieri al congresso è stato impedito di iscriversi al partito, nonostante sia stato più volte chiarito, anche dallo stesso Zoggia, il senso della circolare inviata dalla sede nazionale del Pd, vale a dire che a nessuno può essere impedito di iscriversi.”,così dice Alberto Settembre segretario dei Giovani democratici di Diamante.
E poi continua: “«Ho partecipato ieri sera al congresso di circolo di Bonifati, nella veste di rappresentante della mozione per la quale è candidato Franco Laratta e posso testimoniare, con grande delusione, che per alcuni esponenti del Pd il termine “democratico” è solo una vuota enunciazione e nulla di più. A Bonifati,come altrove, un segretario di circolo per favorire, senza neanche nasconderlo troppo, un candidato alla segreteria provinciale, decideva arbitrariamente chi poteva iscriversi e chi no con giustificazioni che potrebbero apparire risibili se viste dall’esterno. Alcuni di coloro che volevano iscriversi e che sono stati respinti, ad esempio, perché accusati di aver sostenuto una lista avversa a quella dell’attuale maggioranza che guida l’Amministrazione Comunale e tra questi la responsabile dei comitati pro Renzi di Bonifati. Come se in un partito che si definisce, appunto, democratico, non fossero ammesse voci dissonanti alla maggioranza. Ciò che ha suscitato oltremodo la mia indignazione è il fatto che a dirigere le operazioni e suggerire indicazioni su come operare, a chi dirigeva i lavori congressuali, era proprio uno dei candidati, Luigi Guglielmelli, con modi ed atteggiamenti che non lasciavano dubbi ad interpretazioni e contravvenendo a qualsiasi principio etico che dovrebbe suggerire ad un candidato di non avere un ruolo così attivo in una fase di tesseramento. Quello che ho visto ieri mortifica il lavoro e l’impegno di chi crede nel progetto del Pd e, credo, non è certo uno stimolo e un incoraggiamento ai giovani che vogliono investire tempo, passione ed energia per rilanciare questo partito. Vorrei dirlo a quei Giovani Democratici che con un linguaggio inusitatamente violento, si sono scagliati contro l’area renziana del Pd calabrese: quello che loro denunciano è in realtà praticato da quella parte politica che loro sostengono e verso la quale dovrebbero forse cambiare atteggiamento. Io credo, come molti, che per fortuna l’8 dicembre è vicino e con esso quella svolta nazionale che non potrà non avere effetti anche in Calabria segnando la fine di quei “capi” e “capetti” del nostro partito che pur avendolo portato allo sfascio non vogliono abbandonare le postazioni di comando».