Il radicale Emilio Quintieri che si occupa della condi zione dei dete nuti nelle car ceri calabresi parla di Mauri lio Pio Mora bito il detenuto che si sarebbe impiccato.
E lo fa diffondendo la lettera autografa di Morabito, il quale appena giunto nella casa circondariale di Paola, aveva scritto di aver ricevuto minacce di morte, conseguenti ai fatti accaduti nel carcere di Arghillà, e testualmente, in un italiano poco corretto, ma comprensibile:
“Se dovrebbe accadere un mio eventuale decesso, facendo il tentativo di farlo passare per un suicidio, non è così in quanto amo troppo la vita e il mio fine pena è imminente, 30 giugno. Ovvio che l'agente che fa la notte sa".
Il 12 aprile, nella sua cella, posta nella I sezione del carcere di Paola, per quanto è stato riferito, si sarebbe verificato un incendio e Morabito sarebbe stato salvato dal personale della Polizia Penitenziaria.
Dopo l’incendio un'altra lettera : “a tutela della mia incolumità, chiedo di essere trasferito in una struttura sita in qualsiasi punto della Penisola, purchè sia dotata di un'area protetti.
Inoltre chiedo che per il tempo di attesa affinchè avvenga il mio trasferimento, sia mantenuto il cancello ed il blindo 24 h chiuso e aperto soltanto per i vari colloqui, il divieto di incontro con qualunque detenuto anche lavorante."
I familiari avevano comunicato al radicale Quintieri che il loro congiunto non aveva voluto fare nemmeno il colloquio, rifiutandosi di incontrarli e che ciò era strano ed erano seriamente preoccupati per la sua vita.
I familiari di Morabito hanno , anche, riferito di essere stati contattati dal carcere a seguito del decesso, avvenuto in nottata, per suicidio. “Ho consigliato loro – scrive Quintieri - di fare denuncia recandosi presso la Stazione Carabinieri di Reggio Calabria per chiedere l'intervento immediato dell'Autorità Giudiziaria al fine di chiarire la dinamica e le cause del decesso”