Franco Gagliardi ama la sua San Pietro ed insieme la verità.
E non ci sta a star zitto, mai!
Oggi interviene sul “Museo delle Comunicazioni”, un servizio, oltre che un struttura, che può cambiare San Pietro in Amantea facendolo conoscere a tanti studenti calabresi e del mezzogiorno,
Ecco cosa ha scritto:
Poiché la polemica tra alcuni firmatari di una petizione spedita finanche al Santo Padre e Padre Pio Marotti, parroco della Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea non accenna a placarsi perché il Parroco viene accusato di preoccuparsi di edificare”Cattedrali nel deserto”, mi corre l’obbligo far sapere ai lettori del nostro giornale che la cattedrale nel deserto non è altro che il costruendo Museo delle Comunicazioni, momentaneamente chiuso per puri cavilli burocratici. Si trova in Contrada Muglicelle in piena campagna a circa 600 metri dal centro abitato. Si raggiunge percorrendo la vecchia strada SS278 di Potame - Amantea – San Pietro. Da lì si gode un panorama mozzafiato. Amantea col suo azzurro mare sembra essere sotto i suoi piedi. In lontananza si vede lo Stromboli col pennacchio di fumo e certe volte finanche l’Etna. Alla sua destra Monte Cucuzzo. Quando il Sig. Giudice di Paola consegnerà definitivamente ed esclusivamente le chiavi della struttura al legittimo proprietario tutti i nostri cari ed affezionati lettori di Tirreno News saranno invitati il giorno della riapertura dei locali. Vedranno anche loro, con occhi diversi, quello che ha cercato di realizzare il Parroco e avranno la possibilità di conoscere meglio il nostro ameno paesello dove la vita si svolge serena e tranquilla. Fatte di cose piccole e semplici. Non c’è il rumore e il frastuono delle grandi città, non c’è confusione. E’ un paese minuscolo con nu truppiellu e case anniricate, ‘ncapu nu cozzariellu ammunzellate, attaccate le une alle altre, la maggior parte ad un piano. Sembrano le casette di Natale. Porte e finestre quasi uguali, con una scalinata esterna. Le case sono antiche, imbrunite dal tempo che ci ricordano passioni, letizie, eventi e il triste abbandono dell’emigrante, che spinto dalla fame e dal bisogno, dovette abbandonare i propri affetti. E sul campanile della vecchia chiesa della Madonna delle Grazie una rude campana riempie la quiete del borgo di soavi note. Durante il giorno si sentono i canti dei grilli e delle cicale, a sera i canti degli uccelli e uno zeffiro mite, che dolcemente spira, allieta e ristora i cuori dei pochi residenti. La gente rimasta è semplice, buona, cordiale e affabile. Nella grande piazza c’è un maestoso albero che fa da sentinella al paese le cui chiome verdi si scorgono da lontano. Al di sopra di questo albero secolare c’è davvero sempre una stella che occhieggia con le punte dell’albero e sembra che voglia guidare il viandante o il pellegrino verso la chiesa della Madonnina, a noi tanto cara.
Un saluto cordiale a tutti i lettori del giornale con la speranza che il giorno della inaugurazione del Museo saranno accanto a me.
San Pietro in Amantea, 3 giugno 2016 Francesco Gagliardi