Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo di Francesco Gagliardi: “La torre che ci accingiamo a descrivere si trova in Contrada Conocchia del Comune di San Pietro in Amantea e non nel Comune di Amantea come qualcuno erroneamente ha scritto.
E' una torre a pianta quadrata, di altezza molto rilevante, tenendo conto delle "turre" circostanti molto ma molto più basse, costruita in posizione strategica e una volta isolata in aperta campagna.
E' stata costruita certamente intorno al XVII secolo quasi esclusivamente con scopi strategici e di avvistamento.
Col passare dei secoli perse di importanza e perse in parte il suo carattere eminentemente militare e divenne una casa rurale abitata dai contadini della contrada, i quali, in relazione al mutare dei tempi, in parte la modificarono.
La torre della Contrada Conocchia si erge vigile, severa e maestosa in posizione dominante sulle altre Contrade di Giardini, Froffa, Gallo, Muschicella, S.Elia, Scala e Tuvolo.
Fu certamente edificata da qualche feudatario del luogo in un periodo buio e triste della nostra martoriata Calabria quando la popolazione calabrese era terribilmente minacciata dalle scorribande dei pirati, dei corsari, dei musulmani, dei barbari.
Il compito della Torre era certamente quello di permettere agli uomini di guardia di segnalare agli abitanti sparsi nelle vicine campagne col fuoco, col fumo e col suono del corno l'avvistamento dei pirati e dei corsari che minacciosamente si avvicinavano verso il centro abitato.
Nella Torre c'era certamente un torriere coadiuvato di giorno e di notte da altro personale adibito all'accensione dei fuochi.
A questi uomini si affiancavano certamente altri uomini che con i cavalli, in caso di pericolo imminente, andavano in giro per le contrade e nei paesi vicini, ad avvisare la gente a mettersi in salvo. Non c'era nessuna cinta muraria, non c'era nessuna guarnigione.
L'unica occasione di difesa, in attesa di eventuali soccorsi, era quella di rinchiudersi nella Torre al piano superiore.
Effettivamente, quando la torre venne costruita, il suo chiaro intento era di avvistamento e non di difesa.
Dall'alto della torre si domina l'ampia vallata ricca di ficheti, uliveti e vigneti e una volta era molto popolata (c'erano le scuole elementari e materne ed anche un bellissimo edificio scolastico ora venduto ad un privato) quando la terra dava i suo buoni frutti e la gente del posto, senza grilli per la testa, viveva esclusivamente di agricoltura e pastorizia.
Dal lato Sud si scorge il fiume Oliva che una volta serviva per raggiungere le zone interne, ora raggiungibili da una ampia strada asfaltata che collega Campora San Giovanni con Aiello Calabro costeggiando il fiume e passando per la Contrada Gallo di San Pietro in Amantea.
L'alveo del fiume Oliva una volta era molto ampio e forse anche navigabile, così i pirati con le galee potevano penetrare all'interno e raggiungere le contrade di Amantea e San Pietro in Amantea e tutti gli agglomerati rurali sparsi nelle vallate e sulle colline.
La Torre, è divisa in tre piani e all'altezza del terzo piano si notano due mensoloni di pietra su cui evidentemente poggiavano le caditoie.
Cosa erano queste caditoie?
Erano delle aperture praticate negli sporti delle fortificazioni per gettare proiettili sugli assalitori. C'è ancora una unica porta di ingresso collocata ad una certa altezza dal suolo alla quale si accede attraverso una scala esterna.
Forse una volta, originariamente, c'era anche un ponte levatoio.
Per salire dal primo al secondo piano bisognava usare una strettissima scala ricavata negli spessissimi muri in pietra.
La comunicazione tra il secondo e terzo piano era assicurata da una scala in legno mobile che, all'occasione, poteva essere rimossa.
Il terzo piano diventava così irraggiungibile dal basso e gli abitanti che vi si erano rifugiati potevano stare tranquilli e sicuri..
Il solaio è in parte in legno e in parte in muratura.
Nella Torre, forse, ci dovevano essere delle larghe e rettangolari feritoie, ora sostituite da ampie finestre, che consentivano di tenere sotto tiro gli eventuali nemici invasori.
La Torre della Conocchia, malgrado siano passati molti secoli dalla costruzione iniziale, è in un discreto stato di conservazione.
Urgono però dei restauri.
E' ora abbandonata, non ci abita più nessuno.
L'ultimo che l'ha abitata è stato il Sig. Domenico Sicoli.
Peccato, perché come scrisse il caro Enzo Fera " Un patrimonio di cultura architettonica e artistica europea s'è sedimentato nei secoli e che occorre compiere ogni sforzo per salvaguardarlo, tutelarlo e divulgarlo, perché in questi preziosi libri di pietra è contenuta la nostra vera identità storico-culturale".