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Redazione TirrenoNews

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Dalla indagine generale denominata “Tela del Ragno” è derivata una seconda inchiesta che ha assunto la medesima denominazione con l’aggiunta dell’aggettivo numerico 2.

La Dda di Catanzaro presume collusioni, cointeressenze, connubi tra la malavita ed il livello politico ed amministrativo.

Parliamo di colletti bianchi, cioè di politici, funzionari ed amministratori pubblici.

Per questo il PM Facciolla ha acquisito atti presso il comune di Paola e presso l’Azienda sanitaria provinciale.

Almeno 30 le persone attenzionate e molte sono state interrogate.

Al vaglio della Procura antimafia tanto: gare di appalto, autorizzazioni,licenze, affidamenti di lavori manutenzioni e servizi, la stabilizzazione di lavoratori in odor di mafia da parte dell’Asp.Tirato in ballo Franco Petramala.

Il tutto è secretato per tutti meno che per gli investigatori e gli indagati.

In reati ipotizzati sono diversi , ma il principale è il concorso esterno in associazione mafiosa.

La gran parte degli indagati interessa il comune di Paola, ma nell’elenco figurerebbero anche altri personaggi delle ‘ndrine, nell’ambito di una serie di collusioni tra cosche e pubblica amministrazione su cui la distrettuale ha inteso appunto far luce.

 

Tela del ragno: in 25 chiedono il rito abbreviato

Mercoledì, 20 Marzo 2013 22:02 Pubblicato in Paola

Prosegue l’udienza davanti al GUP distrettuale di Catanzaro dell’inchiesta “Tela del ragno”.

Al momento 25 dei 75 indagati per i quali il PM Eugenio Facciolla ha chiesto il processo s avvalgono del rito abbreviato.

Per loro il processo non andrà a dibattimento ma si chiuderà davanti al GUP. In questo caso la loro pena sarà contratta di un terzo.

Ecco i nomi dei 25:

Salvatore Serpa,

Gianluca Serpa,

Romolo Cascardo,

Mario Attanasio,

Francesco Desiderato,

Pietro Lofaro,

Sergio Carbone,

Pier Mannarino,

Fabrizio Rametta,

Giuseppe La Rosa,

Domenico La Rosa,

Vincenzo La Rosa,

Sonia Mannarino,

Luciano Carmelo Poddighe,

Pasqualino Besaldo,

Alfredo Palermo,

Mario Scofano,

Paolo Calabria,

Michele Bloise,

Gennaro Bruni,

Domenico Cicero,

Ettore Lanzino,

Giuliano Serpa,

Ulisse Serpa e

Daniele La Manna.

Tra gli indagati che hanno deciso di farsi giudicare dal Gup, e quindi senza ulteriori indagini, vi sono i collaboratori di giustizia di Paola

Ulisse Serpa,

Giuliano Serpa e

Gennaro Bruni.

Tra i restanti spiccano

i fratelli Domenico e Vincenzo La Rosa, paolani residenti a Roma,

Domenico Cicero di Cosenza e

Pasqualino Besaldo di Amantea.

Imponente il collegio di difesa:eccone alcuni

Giuseppe Bruno

Gino Perrotta

Armando Sabato,

Sergio Rotundo,

Francesco Scrivano,

Nicola Guerrera,

Sabrina Mannarino e

Massimo Zicarelli.

Nel centro per l’accoglienza dei profughi aperto a suo tempo ad Amantea ormai sono rimasti pochissimi ospiti.

Quasi una trentina quelli del nucleo originario, tra cui due nuclei familiari ospitati in alloggi exra struttura primaria (nella foto), ai quali si sono uniti pochi altri provenienti da Cetraro dove da tempo non esiste la cucina ed i pasti arrivavano da un centro cottura esterno e pochi altri provenienti da Falerna dove il plesso di prima accoglienza è senza nemmeno la luce elettrica.

E solo per l’attesa dei documenti senza i quali non è possibile alcun movimento

Ma stando ad informazioni attendibili già da domani si dimezzeranno perché la metà ha ricevuto gli atteso documenti e prenderà quindi il largo andando a trovare altro luogo dove risiedere e dove cercare lavoro.

Nessun altro problema sembra rinvenibile , infatti.

Il centro contrariamente ad altri che hanno buttato fuori i profughi ha continuato ad offrire un minimo di ospitalità ed assistenza anche per l’ottenimento dei documenti di viaggio , evitando così quanto successo a Cosenza dove alcuni immigrati sono stati truffati da taluni “ professionisti” che hanno preteso 600 euro per preparare la documentazione per ottenere il permesso di soggiorno.

Ancora pochi giorni quindi poi si concluderà questo capitolo di inusuale presenza di profughi dai paesi del continente africano ed asiatico

 

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