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Epifania, una notte magica di Francesco Gagliardi

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La Befana vien di notte / con le scarpe tutte rotte / con le toppe alla sottana / viva viva la Befana!

E poi un altro antico adagio:- Epifania, ogni festa si porta via.

Riaprono le scuole, i nostri marmocchi di malavoglia ritornano in classe, i contadini incominciano la potatura degli alberi,

 

le massaie si concentrano sulle normali attività e abitudini personali. Ma chi è davvero questa vecchietta così cara ai bambini di tutto il mondo che ancora oggi porta tantissimi regali la notte del 5 gennaio? Mitico personaggio che, secondo l'invenzione popolare e secondo i racconti delle nonne, è una brava vecchietta, anche se molto brutta, che scende nelle nostre case attraverso i comignoli o si infila attraverso i buchi della porta principale portando sulle curve spalle un sacco stracolmo di doni e di giocattoli. Si sposta rapidamente andando a cavallo di una lunga scopa magica. Mette paura solo a guardarla, e vola, vola, penetra nelle case, sa in anticipo chi è stato buono o cattivo. Tutti questi poteri, tuttavia, sono esercitati a fin di bene: la Befana reca i doni. E questa è per noi la cosa principale e più importante. I nostri figli, i nostri nipotini l'aspettano con ansia e preoccupazione e la notte del 5 gennaio immancabilmente appendono, come del resto facevamo noi quando eravamo ancora in tener età, una lunga calza vicino al caminetto. Questo è il poso ideale. Ma per noi non c'erano ancora i regali di oggi così costosi e sofisticati. Nella calza trovavamo qualche castagna, qualche fico, due arance, due mandarini, tre o quattro caramelle al miele Ambrosoli, qualche cioccolatino, alcuni spiccioli, qualche soldatino di stagno. Per i più fortunati una bambola di pezza, un cavalluccio di cartapesta con le rotelline, una macchinina di latta. Ma secondo la leggenda chi è veramente questa brutta vecchietta, col naso adunco, con lo scialle sulle spalle e in mano la lunga scopa magica? I tre Re Magi stavano andando a trovare il Bambino Gesù che era nato in una stalla e portavano in dono oro, incenso e mirra. Avevano smarrito la strada e allora bussarono alla casa di una misera casetta abitata da una persona anziana. La vecchia aprì la porta e si meravigliò perché nessuno aveva osato bussare, prima di allora, alla sua porta sgangherata. I Re Magi le chiesero quale fosse l'esatta indicazione per raggiungere Betlemme e se volesse unirsi a loro. Lei non seppe dare nessuna indicazione e si rifiutò di aggregarsi a loro. Aveva altre cose da fare, molto più importanti. I Re Magi partirono alla ricerca del Bambino. La vecchietta, rimasta sola, capì che aveva sbagliato e subito riempì un sacco di doni e così decise di andare anche lei alla ricerca del Bambino appena nato. Ad ogni bambino che incontrava dava un regalo nella speranza che quello fosse Gesù Bambino. E così ogni anno, lei, la brutta vecchietta, ancora oggi si mette alla ricerca del Bambinello e si ferma in ogni casa dove c'è un bambino. Se il bambino durante l'anno ha fatto il bravo la vecchia lascia qualche regalo, ma se ha fatto il monello lascia un pezzo di carbone.

Detto questo, amici di Tirreno News, lo sapevate che per gli animali la notte del 5 gennaio è una notte magica? Eh sì! Secondo una antica tradizione contadina la notte dell'Epifania gli animali parlano e esprimono pareri sui loro padroni. Ecco perché mia nonna Teresa, mia madre Teodora, la notte della Befana trattavano gli animali del cortile, i maialini, la capretta "Stella" in un modo particolare. Li riempivano di coccole e davano loro da mangiare a sazietà. Ma in questa notte magica non solo gli animali parlano, nelle fontane, nei ruscelli, nei fiumi accadono fatti meravigliosi : al posto dell’acqua scorre vino ed olio. Le piante fioriscono e danno frutti prelibatissimi.

Bisogna, però, fare molta attenzione: non ascoltare gli animali mentre parlano tra di loro, non cercare di raccogliere i frutti maturi, non attingere il vino e l'olio dalle fontane. Si corre il rischio di venire a conoscere le profezie di sciagure e di morte e di essere fulminati all'istante. Amici, ma voi ci credete a queste cose?

Ci credete ancora alla Befana anche se siete adulti? Io ci credo, malgrado sia molto avanti negli anni.

Vi invito, pertanto, a preparare una lunga calza e accogliete con un bel sorriso i doni della Befana che con una lunga scopa magica solca i nostri cieli.

A quelli che non ci credono, a quelli che hanno dimenticato le nostre feste neanche un pezzo di carbone.

Io ancora credo alle nostre tradizioni contadine e ai racconti che ci facevano le nonne accanto ai camini scoppiettanti durante le sere invernali buie e fredde e pertanto, la notte della Befana, appendo una lunga calza di lana alla porta di casa con la speranza che anche per me la Befana possa depositare non un giocattolo ma almeno un paio di guanti di lana, una camicia, un bel maglione.

Redazione TirrenoNews

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