“Belmonte Calabro uno di quei luoghi meravigliosi e imprevisti del Mezzogiorno d'Italia dove fare un viaggio significa ancora, per fortuna, imbattersi nel piacere della scoperta.............”.
“Un Monolite Fallico” è l’ultimo gioiello segnalato nel territorio belmontese, quando la passione per l’ambiente diventa simbolo di un territorio.
Italo Carlo Sesti, Direttore del mensile “SCENA ILLUSTRATA” oltre 15 anni fa scriveva:
Ebbene, è proprio quello che è successo al sottoscritto, mi occupo di tutela e salvaguardia ambientale da sempre, da oltre vent’anni dedico parte del mio tempo a queste tematiche spendendomi nel WWF, Associazione che rappresento in qualità di Presidente del ”C.E.A.M.” presente a Belmonte. Abbiamo chiesto la tutela delle ultime dune del basso Tirreno cosentino, di alberi secolari, degli Scogli di Isca, dei fiumi e del mare; abbiamo lottato per l’inquinamento da rifiuti tossici, abusi di ogni tipo, ci siamo opposti a opere impattanti ed abbiamo proposto uno straordinario corridoio biologico che da (– 23) metri dei fondali degli Scogli di Isca, attraverso il bacino del fiume Veri, raggiungesse Monte Cocuzzo con i suoi (+1541) metri di quota, ma non mi era mai capitato di segnalare qualcosa che, probabilmente, interesserà gli studiosi per i prossimi mesi e chissà “forse” se ne parlerà pure nei prossimi anni oppure potrebbe rappresentare un nulla di fatto - chissà? Un Monolite, sicuramente non recente, uno straordinario monolite in arenaria tipica del luogo contestualizzato in un ambiente rupestre caratteristico del sud Italia, d’avanti ad una grotta, immerso nel verde di un vallone - quello in cui scorre il torrente Peppalò, nei pressi dell’omonima sorgente. Dopo le segnalazioni degli amici Franco Veltri e Gerardo Vespucci mi sono recato sul sito, lo spettacolo è sicuramente insolito - trovarsi di fronte un maestoso monumento rappresentante l’organo sessuale maschile alto oltre due metri e con un diametro di circa 80 cm il tutto ricavato da un unica pietra, pare che tali monumenti nell’antichità venivano realizzati affinché fossero portatori di fertilità per i fondi ricadenti nei pressi, diventavano oggetti di culto allo scopo di rendere sempre più fertile la terra che si coltivava. In effetti l’uomo fin dall’inizio dei tempi ha cercato di dare una spiegazione alla vita, alla morte ed alla rinascita utilizzando l’unico elemento da sempre disponibile “la Natura”. Già l’uomo Preistorico, anche se non sapeva dialogare con i suoi simili, lo sapeva fare con la natura parlandoci attraverso questi affascinanti rituali. Egli si auto cercava negli animali, negli alberi e nella terra per sentirsi parte del creato. Scolpiva nella pietra il suo bene più prezioso, la capacità di donare la vita, probabilmente perché è il fatto che ci fa sentire vivi e ci rende simili a Dio o comunque alle Divinità. L’Uomo questo lo ha capito da sempre e, da sempre, ha cercato di suggerirlo a noi, attraverso queste testimonianze affinché – magari – non ci dimenticassimo chi siamo realmente. Stiamo cercando di coinvolgere Enti di ricerca (Università e CNR oltre che studiosi ed appassionati), siamo quindi sicuri che a breve saremo in grado di conoscere il vero valore storico del nostro monolite. Insieme ai coloni che coltivano il fondo su cui insiste il monolite - di proprietà degli eredi Arlia emigrati in America - i cugini Roberto e Vittorio Brusco, siamo tutti fiduciosi di offrire un altro piccolo tassello per rendere appetibile questo nostro paese.
Francesco Saverio Falsetti (Presidente Associazione C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”)