Soumaila Sacko 30enne del Mali, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere da una fabbrica dismessa.
I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno,
secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stavano raccogliendo materiale nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla” del centro del Vibonese, quando un uomo è sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile.
La persona che ha sparato i quattro colpi di fucile da una settantina di metri, letali per Soumaila Sacko, il ragazzo ucciso a San Calogero, nel Vibonese, era già sul posto quando la vittima è arrivata nella fabbrica.
Questo è quanto emerso dai rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia di Tropea che conduce le indagini.
Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumalia potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando.
La fabbrica è sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato.
Soumalia era iscritto al sindacato Usb e viveva in una baraccopoli che ospita centinaia di persone nella vicina San Ferdinando.
Il suo impegno era dedicato alla difesa dei diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro e costretti a vivere in condizioni fatiscenti in baraccopoli o nella tendopoli di San Ferdinando allestita dalla Protezione Civile.
Per oggi l’Unione Sindacale di Base ha indetto una giornata di sciopero dei braccianti agricoli.
Intanto a San Ferdinando, nel giorno della mobilitazione decisa dopo l’omicidio di Soumaila Sacko, migrante maliano, e il ferimento di altri due connazionali sorpresi a raccogliere lamiere in una vecchia fabbrica poco distante, l’area che ospita la vecchia e la nuova tendopoli è presidiata dalle forze di polizia.
Un gruppo di una trentina di migranti si è raccolto davanti all’ingresso della vecchia tendopoli dove sono stati rovesciati cassonetti per impedire il passaggio delle auto.
Più difficile arrivare nella nuova struttura, l’area è off limits per giornalisti e operatori tv.
La situazione, comunque, al momento appare tranquilla.
Per le prossime ore il sindacato Usb, di cui faceva parte il giovane ucciso, ha indetto un’assemblea