Il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, si è rivolto al ministro dell’Interno dicendo «La gente del Sud ha bisogno di fatti» Non parole, quindi.
Poi ha aggiunto «Qui si soffre di povertà ma si avanti con dignità».
«Oggi nella sua venuta vediamo un segno concreto della vicinanza dello Stato, ma anche della volontà delle Istituzioni di aiutare questa terra ad uscire dalla sua condizione di povertà economica con proposte concrete di sviluppo.
Passare dalle parole ai fatti: è quello che questa gente del Sud si attende».
Così il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, si è rivolto a ministro dell’Interno Matteo Salvini nel corso della cerimonia per l’assegnazione alla Diocesi di un bene confiscato alla ‘ndrangheta.
«La nostra terra – ha aggiunto monsignor Oliva – non è solo ‘ndrangheta e mafia.
C’è gente che lavora e nonostante il contesto di povertà in cui vive porta avanti la propria famiglia con grande onestà.
È il popolo di cui parla Corrado Alvaro in “Gente d’Aspromonte”.
Questa gente soffre la povertà e la disoccupazione, ma ha tanta dignità e va avanti grazie al proprio lavoro ed al sudore della propria fronte.
Ha conosciuto e conosce l’emigrazione e tira avanti col poco che questo “aspro” monte concede. Sappiamo bene quanto male ha fatto la ‘ndrangheta a questa nostra terra.
Sappiamo quanto affossa le sue speranze di sviluppo e di crescita.
Ma siamo pronti a rialzarci e a collaborare con le istituzioni per sconfiggere questi fenomeni».
Il vescovo ha ringraziato il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, «per la sua presenza attenta alle problematiche di questo territorio, pronto a spingere le amministrazioni locali a liberarsi dalle dipendenze e condizionamenti mafiosi.
È un ruolo di accompagnamento necessario ed importante che aiuta a recuperare il valore della crescita civile, sociale e politica.
Come Chiesa non ci tiriamo indietro.
Vogliamo impegnarci in prima linea e collaborare ad ogni iniziativa di formazione alla legalità e di lotta alla ‘ndrangheta.
Il bene confiscato che ci viene assegnato oggi vuole essere una risorsa per la crescita umana e sociale di questo territorio.
Sarà utilizzato per attività di formazione e culturali, oratoriali e di aggregazione sociale».