La Calabria non vuole farsi mancare niente
In Asia c’è il Mar Giallo.
Così è chiamato Mare Occidentale sulle cui acque si affacciano la Cina, la Corea del Nord e la Corea del Sud.
Il suo nome deriva dai sedimenti di colore giallo che colorano le sue acque, apportati da vari fiumi, in particolare dal Fiume Giallo (Huáng Hé)
E la Calabria ha voluto anche essa un piccolo mare giallo.
Nel weekend da poco trascorso i contatti social e telefonici dell’Arpacal, ma anche delle competenti Capitanerie di Porto della costa jonica calabrese, sono stati sollecitati da richieste di chiarimenti in merito alla presenza di una lunghe strisce gialle nastriformi lungo i litorali calabresi.
Per spiegare la natura del fenomeno è intervenuto il dr. Emilio Cellini, direttore del Centro regionale strategia marina dell’Arpacal, che conferma come l’analisi di laboratorio del campione di questa sostanza galleggiante confermi la presenza di polline di pinacee.
“Per quanto spiacevole alla vista e al tatto – spiega Cellini – il fenomeno non è collegabile a inquinamento, ma alla struttura microscopica del polline di pino, che presenta due sacche aeree (tecnicamente dette vescicole anemofile) utilizzate per favorire lo spostamento in aria.
Proprio per le sue dimensioni (è uno dei pollini più grandi) il polline delle pinacee si aggrega ed essendo idrofobo galleggia sulla superficie del mare”.
“Il gioco dei venti e l’azione delle correnti – precisa ancora Cellini – contribuisce all’aggregazione dei granelli in grosse chiazze, segnalate sotto costa in tutto il Mar Ionio e Tirreno, che possono essere scambiate per sversamenti di altra natura o incorporare al loro interno altri oggetti galleggianti.
Il Centro regionale strategia marina dell’Arpacal prosegue i controlli sulle acque marino-costiere e sul rilevamento dei pollini, pubblicando i risultati nelle rispettive sezioni del sito www.arpacal.it e comunicandoli alle autorità competenti”