Chi fra qualche anno leggerà la storia dei rifiuti in Calabria stenterà a capire, per quanti sforzi faccia e financo se fosse dotato di un QI altissimo. Eh, si, perché i comportamenti avuti appaiono talmente illogici da sembra folli.
Al momento, e fintanto non si muova decisamente verso la raccolta porta a porta, esiste una unica possibilità per non riempire il mondo di spazzatura ed è quella di bruciare i rifiuti, o meglio come si usa dire e scrivere di “termovalorizzarli”.
Ed essendo la provincia di Cosenza quasi una regione ed avendo una altissima produzione di rifiuti il piano regione dei rifiuti ipotizzò due termovalorizzatori; uno in provincia di Reggio Calabria ( a Gioia Tauro dove opera da tempo) ed uno in provincia di Cosenza. Questo venne ipotizzato nell’area di Bisignano. Parliamo di circa 15 anni fa, quando
Quindici anni fa, dicevamo, “una delegazione degli amministratori di Bisignano, si recò a Brescia per visitare il Termovalorizzatore che faceva parlare tutti per la sua particolare tecnologia e per i sistemi avanzati di sicurezza ecologica di cui era dotato. Tornarono convinti della bontà del sistema e dichiararono a voce alta di volere che l’impianto fosse realizzato sul loro territorio.
Poi le cose cambiarono, il giuoco finì nelle mani degli ecologisti di mestiere, dei demagoghi della politica e del termovalorizzatore non si parlò più. Frattanto le imprese che avevano avuto l’appalto per la costruzione cominciarono la lotta per ottenere il risarcimento dei danni subiti per non aver potuto realizzare l’iniziativa della quale non avevano mai avuto la definitiva indicazione del sito di destinazione e nel 2007 lo Stato fu condannato a pagare a queste imprese ben 30 milioni di euro!”.
Nel frattempo la raccolta porta a porta non ha fatto certamente passi da gigante! Nel frattempo i rifiuti sono stati seppelliti sotto terra ed hanno, in molti casi, creato grossi problemi ambientali e di inquinamento.15 anni persi. Oggi la situazione ,se possibile,è ancora più grave di quando la Calabria venne commissariata, le poche discariche sono ormai colme e quasi tutti i comuni sono pieni di spazzatura.
Ed allora oggi ritorna in mente il termovalorizzatore in provincia di Cosenza. Già, ma dove?
Sul Tirreno non se ne parla , salvo che nella zona est della piana di Scalea che però risulta marginale rispetto al territorio.
Sullo Ionio dicono di aver già pagato il prezzo ambientale della centrale di Rossano.
Peraltro il maggior numero di abitanti è allocato nei pressi di Rende, facilmente raggiungibile grazie alla A3, ed alle strade verso la Sila e verso il Tirreno.
Se ne è parlato nei giorni scorsi tra Clini e Scopelliti.
Comunque l'assessore regionale Francesco Pugliano già in consiglio regionale aveva detto che l'impianto di Cosenza nord si farà , sorgerà a Rende e sarà finanziato attraverso la rimodulazione dei fondi Por.
Il problema è che il sindaco Cavalcanti nega di saperne niente ed aggiunge che chiederà a breve un incontro a Pugliano per capire la fonte della notizia.
Ma se Cavalcanti temporeggia ci sono altri sindaci ( nemmeno sospettate chi )pronti ad ospitare il termovalorizzatore . Uno di questi è Luciano Marranghello ,primo cittadino di San Lorenzo del Vallo,il quale ricorda che dal 2007 è disponibile ad ospitare il termovalorizzatore nel suo comune, magari al margine del territorio e lontano dal centro abitato
Ora prossimi alle elezioni aspettiamo gli stessi volti e le stesse sigle che hanno bloccato per 15 anni la nascita del termovalorizzatore a Cosenza ma nulla fecero per quello di Gioia Tauro, quasi che i diritti dei calabresi siano diversi.