Mario Tassone ha avuto una forte reazione a seguito del suo “allontanamento” coattivo dai ruoli di governo del’UDC.
E lo dimostrò con un incontro dei suoi amici che diede la dimensione della sua perdurante forza politica.
Le frizioni pre elettorali del periodo Montiano sono durate nel tempo anche dopo l’allontanamento dello stesso Monti e durano ancora oggi dopo la scissione tra Monti e l’UDC.
Ed allora questa fragilità complessiva delle più forti e datate compagni politiche italiane sembra imporre la ricerca di posizioni di concorso alla formazione delle nuove posizioni in vista delle prossime elezioni, di ogni tipo, regionali, politiche ed europee
E’ importante mostrare la propria esistenza
Ed è importante avere di queste nuove ( o vecchie) posizioni il comando
Ed allora se Casini e Cesa si stanno “sciogliendo”( in Calabria si dice squagliando)
Se l’UDC continua a rimanere un mondo chiuso ed inaccessibile, allora occorre rifondare il CDU
E così Mario Tassone ha riunito ieri 22 novembre a Roma all’Hotel Palatino i suoi amici.
A guidare il fronte degli scontenti dell'Udc non solo Mario Tassone che si dice pronto a «costruire una casa per tutti quei post-democristiani in cerca di una collocazione coerente con le loro idee», ma anche tanti altri. Da Gianfranco Rotondi a Bruno Tabacci, da Clemente Mastella a Pino Galati. Tanti ridirigenti regionali tra cui per la Calabria Giulio Serra, eletto nella lista "Insieme per la Calabria - Scopellti Presidente", che ha dichiarato di «guardare con molto interesse al progetto» messo in piedi da Tassone.
Nello stesso giorno e sempre a Roma al Crowne Plaza i massimi dirigenti dell'Udc verificano la possibilità di costituire un nuovo soggetto politico assieme ai Popolari di Mauro e Dellai.
Tassone avverte che «Il Cdu in presenza della scomposizione del Popolo della libertà, intende verificare se ci sia ancora l’agibilità politica della giunta regionale. Si avverte anche in Calabria la debolezza della politica al di là del valore degli uomini che la rappresentano. Vogliamo ridare un senso alla politica davanti al disorientamento degli elettori che, in assenza di riferimenti storici all’interno dei partiti, non trovano più riferimenti di ordine culturale e valori nel quadro politico attuale».