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mareeeenIl grande Mare che ogni mattina mi saluta, è uno, eppure è tante cose. È un’unità organica, eppure è un insieme, una molteplicità di onde, suoni, colori, sensazioni ed esperienze.

Questa bocca non ha mai venduto menzogne,

né si è camuffata mentre stavo ai piedi degli dei:

queste mani non hanno lanciato altri che Zuby

nel mare di Ulisse.

Normalmente nel guardare l’Ulisse, lo sguardo diventa come un ramo, un cavo teso e al quale sia l'occhio che l'oggetto osservato reciprocamente si appoggiano mentre il tempo che scorre via fa da sostegno ad un intreccio di questa fattezza. Questa disposizione d'animo racchiude in sé qualcosa di dolorosamente dolce.

C’è qualcosa, in questo retrogrado e poco motivante mondo, che proprio non va. Qualcosa che gira male, qualcosa che impedisce lo sviluppo e la crescita positiva dei più giovani. Qualcosa che genera una preoccupante demotivazione. Qualcosa che favorisce un frustrante sistema anti-uomo. Qualcosa che sta minando il nostro Sacro Mare che instancabilmente bagna a Mantiella a terza.

Amantea non può permettersi più uomini mediocri. Un mio carissimo amico di Reggio Calabria, qualche tempo fa era venuto a trovarmi e un tardo pomeriggio sul terrazzo di casa mia, mentre ammiravamo il Grande mare, cominciò a parlarmi della metamorfosi di significati delle parole, a partire da: “Colludere”, un termine latino che vuol dire “giocare insieme”.

Ero tornato in Calabria pensando di scrivere alcuni articoli sulle bellezze di questa Terra, ma gli eventi mi hanno dissuaso quasi immediatamente, perché l’unica cosa sensata da fare era sì scrivere, ma su cosa avveniva e avviene nel paese che mi ha visto nascere.

Venendo da Roma in macchina, mi ero fermato a bere un caffè presso il bar dell’amico Dario sulla SS18. Appena uscito, dopo aver salutato l’amico, sulla strada la prima sorpresa. Un anziano hippy che a voce alta diceva:

“Ahi serva Amantea, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello”.

Dopo il primo momento di sgomento e panico, attraversai di corsa la statale per scomparire in un piccolo tunnel che mi portò dritto davanti al Mare dei mari.Mi rivolsi all’Ulisse per chiedergli aiutocantandogli:

Amor ti vieta di non amar

La man tua lieve, che mi attira e respinge,

cerca la stretta della mia.

Non importa quanto abbia cercato di evitare l'incertezza della vita. Ad un certo punto questa sensazione di jim-jam mi ha travolto proprio come è stato per qualsiasi altro rappresentante della mia generazione. “Niente panico” - continuavo a ripetermi mentre prendevo decisioni importanti riguardo al mio futuro, navigando incautamente su di una navegreca, lamoderna Argos,prima di scoprire che avrei voluto essere il suo capitano capace di scegliere la direzione e la rotta sul Mare della vita.

Così avrei indirizzato la prua verso il bosco più vicino, dove entrando avrei trovato un infinito numero, di ulivi selvatici, ma che sarebbero cresciuti così intrecciati e lavorati insieme, da non permettere, con il vento umido, di giocare tra i loro rami e tantomeno al sole cocente di perforare i loro rifugi, né acquazzone attraversare le propriefrasche, diventate così spesse e piegate l'una nell'altra.

Qui, mi addentrai, feci il mio letto di foglie che cominciavano a cadere.

Ve ne erano una tale abbondanza che due o tre uomini avrebbero potuto stenderle su una ampia area, tali da proteggerle dalla furia dell'inverno, sebbene l'aria respirasse acciaio e soffiava come se stesse per eruttare.

Strisciando dentro, accumulai una scorta di foglie tutt'intorno a me, come un uomo farebbe un alloggio su un fuoco d'inverno, e misdraiai in mezzo.

Ricco seme di virtù che giace nascosto nelle povere foglie! Qui Minerva mi diede presto un sonno profondo; e qui tutte le lunghe fatiche trascorse sembravano concluse e rinchiuse nella piccola sfera delle mie palpebre disinfiammate e chiuse.

Mentre questi pensieri mi distraevano con la varietà del pericolo, un'onda più grande spinse contro una roccia aguzza il mio corpo nudo, che si squarciò, desiderando che mi spezzasse tutte le ossa, così rude fu lo shock.

Ma in questa estremità mi ha spinto chi non mi ha mai deluso. Minerva (che è la saggezza stessa) mi ha messo nel pensiero di non continuare a nuotare come uno che indugia nel pericolo, ma di forzare fisicamente la riva e di abbracciare la roccia che mi aveva lacerato così brutalmente. Con entrambe le mani strinsi, lottando con l'estremità, finché la collera di quel marosito che mi aveva spinto su di essa,finì.

Poi di nuovo la roccia respinse quell'onda così furiosa, che mi strappò dalla mia presa, inghiottendomi nel suo ritorno, e la roccia aguzza, a cui mi aggrappai per soccorso, strappò la carne dolorante dalle mie mani nel separarsi, che cadevo e non potevo più sostenermi.

Finii sott’acqua e, oltre l'aiuto del fato, lo, sfortunato figlio Ulisse, avrei perso ogni parte che avevo in questa vita, se Minerva non avesse spinto il miobuonsenso in quel pericolo a tentare un'altra strada e ad esplorare qualche altro rifugio, cessando di cercare quell'approdo.

Voglio affrettarmi al domani

Vagheggiare sogni diversi ogni giorno sotto tanti desideri.

Quel bambino ha sofferto così tanto tempo per diventare me!

Ci allontaniamo man mano che i giorni si accumulano.

Non credo che io possa riconciliarmi

Non credo che migliorerò.

Quando ero ragazzo, il mare di Ulisse non si prosciugava mai nel mio cuore.

Ora sono rimaste solo deboli tracce di allora.

Sulla sua battigia Il suono del mio respiro è pieno di turbamento.

La brezza continua a soffiare sulla mia testa.

Avrei voluto diventare un'onda e filare ovunque.

Quando aprivo lentamente gli occhi finivo sotto una piccola paura.

Ogni istante del mondo arrivava da me diventando un regalo abbagliante.

Avevo molti dubbi ma sentivo di poter finalmente rispondere a me stesso.

I ricordi oltre l’orizzonte del grande Mare mi chiamavano.

La voce, dimenticata da molto tempo,

torna contro l'onda nel luogo dove è nato il Mare di Ulisse dentro di me.

Gigino A Pellegrini

Pubblicato in Belmonte Calabro

mare2020L'emersione della verità scientifica ed inoppugnabile sulla salute del nostro mare, equivale alla sua difesa contro i luoghi comuni che lo vorrebbero sporco ed inquinato.

Per nostra felice condizione la realtà è diametralmente opposta e le nostre spiagge garantiscono ai bagnanti quanto di meglio ci si possa aspettare da una vacanza al mare.

Anche quest’anno, puntualmente, alla vigilia della stagione estiva l'Arpacal ha pubblicato il documento sullo stato di salute delle acque costiere del nostro paese, redatto ed eseguito delle analisi effettuate da laboratori certificati.

Amantea, ancora una volta, è stata annoverata tra le località con il miglior mare della costa tirrenica cosentina, la notizia è stata favorevolmente appresa dagli operatori economici del settore e anche dai residenti e dai futuri villeggianti, oltre che tra coloro che scelgono e sceglieranno le nostre spiagge anche soltanto per trascorrere una giornata al mare.

Nel nostro Paese, a tutela delle acque di balneazione, vige un efficace quadro normativo (D.M. 30/03/2010, D.Lgs. 30/05/2008 n°116, e la Direttiva 2006/7/CE) che regola nel dettaglio le attività di monitoraggio.

In Italia gli Enti titolari del monitoraggio delle acque di balneazione sono le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) costituite a seguito del referendum popolare del 1993 che attribuì loro le competenze in tema d’Ambiente fino ad allora detenute dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL). 

Nella nostra Regione è attiva Arpacal con sede centrale a Catanzaro e con sedi periferiche nei capoluoghi provinciali. 

E’ superfluo sottolineare che gli operatori di Arpacal sono pubblici ufficiali incaricati di svolgere un servizio a tutela della salute della collettività e che su di loro grava la pesante responsabilità d’Istituto ed anche personale, circa la corretta applicazione della normativa vigente.

La sede catanzarese di Arpacal monitora con cadenza mensile, da Aprile a Settembre, le acque di balneazione, marine e lacuali, della provincia dandone tempestiva notizia agli Enti locali competenti per territorio e pubblicando i dati sul proprio sito istituzionale.

La felice condizione del nostro mare è attestata dai dati ufficiali di Arpacal che classificano, nella quasi totalità, le acque del nostro litorale come “eccellenti” ad eccezione dei brevi tratti ai due lati della foce dei fiumi catocastro e torbido dove, probabilmente a causa della confluenza delle acque del fiume, sono classificate come “buone”.

http://www.arpacal.it/index.php/arpacal/attivita/comunicazione/eventi-e-convegni/2800-al-via-la-campagna-di-balneazione-2020-online-i-report-provinciali-e-regionale

http://www.arpacal.it/index.php/temi-ambientali/tematiche?id=92

DSC 7161Amici, non è una fake news. Possiamo andare al mare nel mese di luglio ed agosto. Sì, possiamo andarci, però chiusi in un box in plexiglass. Siamo davvero impazziti. Come ci siamo ridotti. Due mesi di clausura hanno sconvolto la nostra vita e il nostro cervello. La notizia è vera ed è apparsa su tutti i giornali. Sì, si potrà andare al mare la prossima estate in piena epidemia di coronavirus però bisognerà costruire intorno all’ombrellone un box in plexiglass, così da evitare i contatti con i vicini. Purtroppo tra le proposte ufficiali per far ripartire il turismo spicca l’idea di un’azienda del modenese “La Nuova Neon Group 2” che ha proposto i box in plexiglass. Ma davvero è una cosa fattibile? E poi quando il mare è in burrasca e il vento soffia impetuoso il box andrebbe all’aria e oltretutto sarebbe pericolosissimo per i bagnanti. Ipotesi, dunque, da scartare. Se si vuole davvero salvare la stagione balneare bisogna pensare a cose serie. Nel frattempo facciamoci una sonora risata. Al mare non c’è bisogno di box o di gabbie per proteggerci dal virus. La naturale ventilazione e il sole caldo disperdono subito le particelle in sospensione. Il virus in queste condizioni resiste ben poco. Dunque, questa idea assurda del box in plexiglass oltre ad essere controproducente è anche orrenda, stupida e ridicola. La gente preferirebbe stare in cortile in costume da bagno accanto ad una bagnarola di plastica o prendere il sole su una sdraio sul balcone di casa piuttosto che ingabbiato come un pollo con la temperatura di oltre 40 gradi centigradi. Smettiamola di dare ascolto a simili stronzate. Io verrò anche quest’estate in Amantea a fare i bagni come ho sempre fatto però tenendomi a due metri di distanza dagli amici di sempre. Abbiamo una spiaggia meravigliosa e molto ampia, quindi ci sarà posto per tutti.

Pubblicato in Primo Piano

pesceLa foto che vi facciamo vedere, c'è stata inoltrata da un nostro inviato, pare sia stata trovata da un ragazzo di Belmonte Calabro, è una foto abbastanza attendibile, pare di un’esca artificiale, ma non è plastica, ne gomma, ne vetro o similari.

Il suo aspetto oltre essere completamente trasparete, si mostra sotto forma molliccia e gelatinosa, dall’aspetto organico.

Il ragazzo si chiede che roba possa essere.

A largo delle coste africane ho visto cose del genere, simili a piccole meduse, ma in questo periodo è impossibile, chiediamo aiuto ai nostri assidui lettori, chi avesse informazioni o supposizioni siamo pronti ad aprire un dibattito.

Non è la prima volta che sulle nostre coste troviamo nuovi elementi, organici e non, magari mai visti, è chiaro che i cambiamenti climatici sono devastanti in tutto il mondo, ma anche l'eccessiva industrializzazione gioca un ruolo determinante su quelli che sono gli equilibri della natura, dovremmo tutti salvaguardare la natura e l'ambiente che ci circonda.

Pubblicato in Belmonte Calabro

mareNella giornata del 14 novembre personale dei Nuclei Operativi di Polizia Ambientale delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera di Gioia Tauro e Vibo Valentia, hanno posto sotto sequestro un’area demaniale di circa 1400 mq utilizzata come discarica abusiva in spregio ai locali vigenti vincoli paesaggistici di preservazione delle bellezze naturali ed in contrasto con le disposizioni del testo unico ambientale.

I militari della Guardia Costiera impiegati in attività di controllo e monitoraggio per la salvaguardia dell’ambiente marino costiero da fenomeni di inquinamento, hanno rinvenuto a pochi passi dal mare, al confine dei Comuni di Nicotera e Rosarno, una discarica incontrollata di rifiuti abbandonati alla rinfusa tra cui alcune classi e tipologie pericolose per la salubrità ambientale e per i delicati equilibri eco-sistemici, in quanto costituiti da materiale plastico, scarti di lavorazione per edilizia ed elettrodomestici. I militari hanno rinvenuto considerevoli quantità di eternit, sparso sul terreno, anche frantumato, molto pericoloso per la salute umana oltre che per l’ambiente.

Proprio per tale situazione la Guardia Costiera ha interessato le Aziende Sanitarie Provinciali competenti per territorio e le Civiche Amministrazioni di Rosarno e Nicotera che immediatamente sono intervenute con proprio personale, anche al fine di porre in essere tutti gli atti necessari alle operazioni di bonifica dell’area per evitare ulteriori danni all’ambiente.

Tale attività rientra nell’ambito della tutela ambientale e del paesaggio costiero svolta costantemente sul territorio al fine di reprimere e contrastare le condotte illecite perpetrate ai danni dell’ambiente marino costiero.

Pubblicato in Calabria

barcaDal 16 Luglio fino al 20 gli oltre 30 gli equipaggi di barche a vela si stanno confrontandoin 5 giorni di regate, in occasione del Campionato Italiano Assoluto di Vela 2019 – trofeo BPER Banca, organizzato dalla Federazione Italiana Vela insieme al Club Velico Crotone e all’Unione Vela d’Altura Italiana, che si sta disputando a Crotone

Come si accede al campionato

L’ammissione al campionato di barche a vela, secondo gli specifici criteri previsti dalla Normativa Federale 2019 per la Vela d’Altura, le imbarcazioni d’altura in possesso di un certificato di stazza ORC International, comprese tra la Classe ORC “A” e la Classe ORC “5”.

La cerimonia di apertura

Il campionato ha visto il suo avvio con la cerimonia di apertura tenutasi il 16 luglio alle ore 18.00 all'interno del villaggio Magna Grecia Life Style al porto turistico di Crotone. Il programma ha previsto per la prima giornata - martedì 16 - il perfezionamento delle iscrizioni e i controlli di stazza e a sessioni di allenamento in acqua delle barche a vela partecipanti, con il primo segnale di regata per le 11 di mercoledì 17.

Quante prove saranno effettuate?

Saranno corse 8 prove, con un massimo di 3 prove al giorno. Uno scarto sarà applicato successivamente al compimento della 5° prova. Il Campionato Italiano Assoluto d’Altura sarà assegnato con almeno 3 prove valide e varrà il titolo di scudetto delle barche a vela

I premi previsti

Al termine del campionato italiano verranno assegnati i seguenti premi per le barche a vela: Trofeo “Carlo De Zerbi” per i Titoli di Campione Italiano delle Classi Regata e Crociera/Regata. Il Trofeo “Bper Banca” messo in palio dallo sponsor al primo classificato overall del Gruppo A e al primo classificato overall del Gruppo B. Il Trofeo “Dei Tre Mari”, messo in palio dall’UVAI, assegnato alle imbarcazioni qualificate risultate prime nelle classifiche di ciascuno dei due Gruppi. Quindi i Premi Uvai ai migliori armatori timonieri di ciascuno dei due Gruppi.

Perché appassionarsi a questo sport ed iniziare a praticarlo

Se guardando una regata o semplicemente un documentario sale in automatico la voglia di avere il vento in poppa e saltare su uno dei tanti modelli di barche a vela presenti sul mercato, questo può diventare sia uno sport che un mestiere per i più appassionati e caparbi. Disciplina completa e adatta a grandi e piccini, continua ad attirare numerosi appassionati. Andiamo a scoprire tutto su questo sport nobile, le sue caratteristiche, le regole ed i benefici.

Come funziona la vela

La navigazione a vela si basa su determinati principi della fisica, utilizzando come unico mezzo di propulsione il vento. Il rapporto tra direzione del vento e rotta da seguire è chiamato andatura. Quando queste due direzioni coincidono, si parla di andatura di poppa o a fil di ruota. In queste circostanze le vele sono completamente spiegate a palloncino, di modo da sfruttare al massimo la forza del vento. Si procede dunque a velocità sostenuta, ma sempre inferiore a quella del vento. Non è possibile muoversi controvento, in quanto la barca a vela si fermerebbe.

Tipologie di barca a vela

Le barche a vela non sono tutte uguali. Esistono difatti diverse tipologie che possiamo racchiudere in due grandi gruppi: le derive e i cabinati. Le derive sono barche piccole, del tipo monoposto o con due o tre posti. Non superano in genere i 6 metri di lunghezza e possono essere da regata o da diporto (passeggiata nautica). Non possiedono una zona abitabile, al contrario invece dei cabinati in cui appunto vi sono le cabine, con tanto di bagno, zona cucina o salottino. Parliamo dunque di imbarcazioni più confortevoli. Guardare il campionato ti ha reso un appassionato del genere e vuoi cimentarti in questa avventura anche tu? Grazie al noleggio barche in Calabria potrai vivere la tua vacanza in mare aperto come protagonista e non come spettatore.

Pubblicato in Calabria

fiumefreddo-bruzioAffacciato sul Mar Tirreno, Fiumefreddo Bruzio è un borgo medievale annoverato tra i Borghi più Belli d'Italia

Nel Basso Tirreno Cosentino, in provincia di Cosenza, Fiumefreddo Bruzio è un’importante meta turistica della Calabria ed è annoverato – sin dal 2005 – tra i Borghi più Belli d’Italia.

È una meraviglia paesaggistica e culturale, Fiumefreddo Bruzio. Si innalza su di un promontorio roccioso, affacciato sul Mar Tirreno, su di una propaggine di quel Monte Cucuzzo che della catena costiera dell’Appennino Paolano è la vetta più alta.

La sua è una conformazione morfologica molto particolare che, dal mare, sale sino a sfiorare i 1500 metri. Il suo nome deriva dal Flumen Frigidum, il fiume d’acqua potabile che sgorga dalla roccia a pochi chilometri dal mare. E il suo centro abitato – che è attualmente in fase di recupero, e che ha il volto della Calabria che intende riscattarsi e guardare avanti – ha origini medievali. Vi si accede tramite la porta merlata che si apre su Piazza del Popolo, che lascia intravvedere i vicoli ciottolati in pietra viva, segnati da tre monumenti.

Cosa vedere a Fiumefreddo Bruzio? Sicuramente la Chiesa Matrice di San Michele Arcangelo, datata 1540 e sulla cui facciata sono poi stati eseguiti diversi interventi; al suo interno sono conservate splendide tele di Francesco Solimena e di Giuseppe Pascaletti, autore anche della pala d’altare. E poi i ruderi del Castello, che è noto come “Palazzo della Valle” ed è costruito sulla parte alta del borgo, sugli strapiombi del vallone.

In realtà, Fiumefreddo Brozio è tutto un susseguirsi di chiese antiche e di palazzi storici, che mostrano i segni del tempo e che – proprio per questo – hanno un fascino immenso: palazzo del Barone del Bianco, palazzo Gaudiosi, palazzo Zupi col suo meraviglioso portone, palazzo Pignatelli. E poi l’antichissima chiesa dell’Addolorata (risalente all’XI secolo), o la chiesa di Santa Domenica col suo affaccio sul mare.

Ma è anche, questo, un borgo perfetto per chi è in cerca di specialità gastromomiche. Qui si possono assaggiare i formaggi lavorati secondo i metodi tradizionali, con latte delle mucche libere di pascolare sui crinali. E poi piatti tipici come la filiciata, a base di formaggio fresco su foglie di felce, o come la frittata di patate, una torta rustica preparata con le patate che arrivano dai campi dei dintorni e che, a dispetto del nome, non impiega le uova.

Fonte notizia siviaggia.it

Pubblicato in Alto Tirreno

Dalla inchiesta “Mala depurazione” della procura della Repubblica di Reggio Calabria viene fuori che « nessuno controllava».

Per questo sono stati inquisiti, tra gli altri,

l’attuale sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà,

i suoi predecessori, Giuseppe Raffa e Demetrio Arena,

i prefetti della terna commissariale che hanno amministrato la città, Vincenzo Panico, Gaetano Chiusolo, Vincenzo Castaldo, Dante Piazza e Carmelo La Paglia.

Una pioggia di avvisi di garanzia è arrivata anche sulla burocrazia comunale.

Sotto indagine sono finiti:

Manuel Pulella, direttore dell’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria,

Antonio Crsitiano, dirigente di settore, e

.Marcello Cammera, ex dirigente dei Lavori pubblici, attualmente imputato nel maxiprocesso antimafia Gotha, perché considerato il braccio della direzione strategica della ‘ndrangheta a Palazzo San Giorgio.

Insieme a loro ci sarebbero anche alcuni dei sindaci dei Comuni limitrofi a Reggio Calabria che dal 2011 ad oggi hanno avuto responsabilità e competenza sugli impianti installati nel loro territorio.

Acque reflue in mare, fanghi accumulati senza criteri, bypass negli impianti.

Ci sembra la risposta alla recente sentenza emanata dal Tribunale di Paola sull’inquinamento del tirreno cosentino.

E ci sembra molto giusto che qualcuno paghi per l’inquinamento del nostro mare.

Nei giorni scorsi abbiamo visto lo scarico del Lungomare ed abbiamo scritto, ma senza ottenere alcuna risposta, alla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia.

Volevamo sapere che cosa fosse.

Ma ne riparleremo, tanto più se non avremo risposta.

La cosa importante è che si scopra chi è attaccato con la fogna alle acque bianche, e quali sono i limiti di tale rete.

Come dire: Uomo avvisato, mezzo salvato!

Amantea (Cosenza) - È ritornata in mare dopo le cure un esemplare adulto di tartaruga caretta-caretta trovato in fin di vita l’11 giugno scorso da un'unità navale in forza al Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia,

al largo di Amantea, durante un’ordinaria navigazione di polizia.

Dopo aver preso a bordo l’esemplare di specie protetta, i finanziari, hanno attivato la Rete Regionale Spiaggiamento, chiamando l’ASP “Area C” di Cosenza - Distretto Tirreno ed il Centro Recupero M.A.R.E. (Marine Animal Rescue Effort) di Montepaone.

L’esemplare debilitato ed in pericolo di vita, affetto da una grave sub-occlusione per ingestione di numerosi frammenti di plastica, dopo circa un mese e mezzo di trattamento terapeutico continuato da parte del veterinario e degli operatori del Centro di Recupero M.A.R.E. Calabria di Montepaone, è stato riportato nel suo habitat naturale.

Le dottoresse Elena Madeo e Stefania Giglio, Operatori Scientifici di Rete Regionale Spiaggiamento della Regione Calabria e operatori del Centro Recupero M.A.R.E., si sono prese cura dell’animale fino all’ultimo istante a bordo dell’unità della Guardia di Finanza, prima del suo rilascio.

Giunti in prossimità del luogo del rinvenimento, le biologhe presenti a bordo, con il supporto dei membri dell’equipaggio dell’unità navale del Corpo, hanno provveduto al rilascio della tartaruga, alla quale è stato dato il nome “ELLA”.

Pubblicato in Primo Piano

Maledetta pioggia che allaga le strade e le case costruite nelle parti più basse.

Maledetta pioggia che riempie gli scarichi delle acque bianche e che fa scappare i topi che poi si infilano negli orti e nelle case.

 

Maledetta pioggia che , talvolta, fa diventare nere le acque del Catocastro.

Maledetta pioggia che fa diventare perfino bianche le acque del mare antistante gli scarichi delle reti delle acque bianche.

Mai ci fu una dimostrazione così palese della veridicità del titolo.

La foto ne è un emblema.

Perché le acque siano diventate bianche non è dato sapere.

Non sappiamo se l’ASP, l’Arpacal, la Guardia Costiera siano andati a fare prelievi.

Una sola cosa sappiamo che il nero per la gente è più pericoloso del bianco.

E così se le acque del mare diventano nere si affannano in tanti ad effettuare i dovuti controlli, ma se le acque del mare diventano bianche il pericolo è meno percepito.

Qualcuno ci ha detto- ma ovviamente non è vero-che abbiano voluto lavare il mare.

Qualcuno ci ha ipotizzato che questo fenomeno sia lo stesso di quello che abbiamo segnalato quando piovve il giorno dopo la bitumazione delle strade cittadine.

Aspettiamo che le autorità sanitarie alle quali compete di avere attenzione a quanto accade al nostro mare emanino gli opportuni bollettini informativi.

Nel frattempo noi ringraziamo che ci ha inviato la foto che vi mostriamo.

Pubblicato in Cronaca
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