Dalla inchiesta “Mala depurazione” della procura della Repubblica di Reggio Calabria viene fuori che « nessuno controllava».
Per questo sono stati inquisiti, tra gli altri,
l’attuale sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà,
i suoi predecessori, Giuseppe Raffa e Demetrio Arena,
i prefetti della terna commissariale che hanno amministrato la città, Vincenzo Panico, Gaetano Chiusolo, Vincenzo Castaldo, Dante Piazza e Carmelo La Paglia.
Una pioggia di avvisi di garanzia è arrivata anche sulla burocrazia comunale.
Sotto indagine sono finiti:
Manuel Pulella, direttore dell’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria,
Antonio Crsitiano, dirigente di settore, e
.Marcello Cammera, ex dirigente dei Lavori pubblici, attualmente imputato nel maxiprocesso antimafia Gotha, perché considerato il braccio della direzione strategica della ‘ndrangheta a Palazzo San Giorgio.
Insieme a loro ci sarebbero anche alcuni dei sindaci dei Comuni limitrofi a Reggio Calabria che dal 2011 ad oggi hanno avuto responsabilità e competenza sugli impianti installati nel loro territorio.
Acque reflue in mare, fanghi accumulati senza criteri, bypass negli impianti.
Ci sembra la risposta alla recente sentenza emanata dal Tribunale di Paola sull’inquinamento del tirreno cosentino.
E ci sembra molto giusto che qualcuno paghi per l’inquinamento del nostro mare.
Nei giorni scorsi abbiamo visto lo scarico del Lungomare ed abbiamo scritto, ma senza ottenere alcuna risposta, alla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia.
Volevamo sapere che cosa fosse.
Ma ne riparleremo, tanto più se non avremo risposta.
La cosa importante è che si scopra chi è attaccato con la fogna alle acque bianche, e quali sono i limiti di tale rete.
Come dire: Uomo avvisato, mezzo salvato!