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Redazione TirrenoNews

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Ecco il calendario dell’anno scolastico 2013-2014

Sabato, 06 Luglio 2013 16:19 Pubblicato in Italia

In Calabria

Inizio Lezioni: 16 settembre 2013

Termine Lezioni: 11 giugno 2014

Festività Natalizie: dal 23 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014( gli studenti della provincia di Trento inizieranno il 21)

Festività Pasquali: dal 16 aprile 2014 al 22 aprile 2014

Altre Festività: dal primo novembre al 3 novembre 2013 (ponte di Ognissanti); dal 25 aprile al 27 aprile 2014 (ponte del XXV aprile)

Note: La scuola dell'infanzia termina le attività educative il 29 giugno 2013

Da aggiungere la festa del Santo Patrono e le seguenti Feste Nazionali:

•tutte le domeniche;

•il primo novembre, festa di tutti i Santi;

•l’8 dicembre, Immacolata Concezione;

•il 25 dicembre Natale;

•il 26 dicembre;

•il primo gennaio, Capodanno;

•il 6 gennaio, Epifania;

•il lunedì dopo Pasqua (Pasquetta);

•il 25 aprile, anniversario della liberazione;

•il primo maggio, festa del Lavoro;

•il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica

In Italia

I primi a rientrare in classe saranno gli studenti della Provincia di Bolzano: la campanella suonerà il 5 settembre.

Gli ultimi saranno quelli delle scuole pugliesi, che cominceranno il 17.

il 10 settembre entreranno in classe gli studenti del Molise e del Piemonte.

L’11 sarà la volta dei ragazzi del Lazio, dell’Umbria, della Toscana e della provincia di Trento.

Il 12 toccherà ai ragazzi di Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Valle d’Aosta e Veneto.

Anche le chiusure saranno differenziate

Il 7 giugno toccherà agli studenti di Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto.

Il 10 ai sardi

L’11 ai ragazzi della Basilicata, della Calabria, del Friuli Venezia Giulia, della Liguria, del Molise e della provincia di Trento.

Il 13 gli studenti di Bolzano

Il 14 Abruzzo e Valle d’Aosta.

Nel lontano marzo 2012, alcuni rappresentanti dei genitori del Circolo Didattico “A. Manzoni” prospettavano al Dirigente Scolastico, al Consigliere Delegato alla Pubblica Istruzione D.ssa Monica Sabatino ed all’Assessore Delegato ai Lavori Pubblici Sante Mazzei, la problematica inerente spazi scolastici e loro utilizzo - Stato dell’immobile adibito a “Palestra” coperta Via Baldacchini. Si richiedeva il loro interessamento affinché fosse ripristinato con urgenza l’uso dell’immobile adibito a Palestra coperta facente parte del plesso di Via Baldacchini.

L’immobile è chiuso da circa otto anni, nonostante i lavori di “Rifacimento intonaco esterno, sostituzione di infissi completi di vetri a norma e di ripristino completo servizi igienici”. Tali lavori, per un importo totale di circa € 280.000,00 (erano compresi anche il ripristino dei servizi igienici del primo e secondo piano dell’edificio scolastico), risultano terminati nel marzo del 2007.

Successivamente, è stato affidato a tecnico esterno incarico per l’adeguamento dell’immobile alla normativa sismica vigente. Il progetto “sembrerebbe” essere stato presentato ma i lavori non sono stati mai appaltati. Gli elaborati di progettazione, “sembrerebbero” necessari per la mancanza del certificato di collaudo essenziale per l’uso dell’immobile a differenza dell’edificio che comprende le aule scolastiche nonostante l’unitarietà della progettazione originaria di tutto il complesso.

La “palestra”, dalla sua costruzione risalente alla fine degli anni sessanta, è stata utilizzata da varie associazioni sportive e non, fino all’inizio dei lavori sopra citati. L’utilizzo del complesso, si pensa, sia stato autorizzato da probante documentazione rispondente, all’epoca, alla normativa vigente. Ora, per quali motivi tale documentazione non può essere ripresa e giustificare l’utilizzo della “palestra”? E’ stata smarrita oppure è forse per la mancanza di tale documentazione che non si ripristina l’uso della stessa? Ed in tal caso, se risulta “pericoloso” l’utilizzo della “palestra” potrebbe inficiare anche l’utilizzo dell’intero complesso scolastico? Ed ancora, per la salvaguardia dei nostri figli e di quanti operano negli edifici scolastici dell’intera città, sono state verificate in termini di resistenza sismica le documentazioni inerenti l’uso delle strutture alla luce anche della loro possibile presenza nel Piano di Protezione Civile Comunale? Caso contrario, cosa succederebbe in caso di calamità?

Considerato il disagio creato alla scuola ed ai tanti giovani che avrebbero potuto utilizzarla, tenuto conto del numero di anni trascorsi dalla chiusura, quale valutazione delle priorità ha seguito l’Amministrazione Comunale per la scelta delle tante opere pubbliche realizzate negli anni in cui la “PALESTRA” non è stata utilizzata? Chi si è reso responsabile di tali scelte?

Sarebbe opportuno, forse, un corso di formazione per noi genitori sulle scelte dei politici o per gli amministratori per rispondere alle esigenze dei nostri e loro figli?

Comitato Genitori “Manzoni-Longo”

I consiglieri di Istituto : Basso , Cordiale e Menichino

Via le province: restano solo i lavoratori

Venerdì, 05 Luglio 2013 19:56 Pubblicato in Italia

Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che ha annullato la legge che cancellava le province con la ragione che tale cancellazione non può essere fatta con un decreto legge, ma solo con una legge costituzionale , ecco che Enrico letta corre ai ripari.

Il CdM di oggi 5 luglio ha esaminato, su proposta del Presidente del Consiglio, del Vicepresidente e Ministro dell’interno Angelino Alfano, del Ministro per le riforme costituzionali Gaetano Quagliariello, e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, uno schema di disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province, che sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata.

Tre articoli, una pagina.

Il primo articolo sostituisce l’articolo 114 della Costituzione: « La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Regioni e dallo Stato», dice la nuova formulazione eliminando appunto il riferimento alle province.

L’articolo 2 cancella ogni riferimento alla province in tutti gli altri articoli della Costituzione. Tredici in tutto i commi modificati.

Poi la norma transitoria in base alla quale entro sei mesi dalla data in entrata in vigore della legge costituzionale le Province sono soppresse. Sulla base di criteri e requisiti definiti con legge dello Stato sono individuate dallo Stato e dalle Regioni le forme e le modalità di esercizio delle relative funzioni.

Viene comunque stabilito che eventuali enti intermedi dovranno essere a costo zero: «Con le legge regionale nei limiti dei criteri generali definiti con legge dello Stato, sentita la popolazione regionale, possono essere istituiti e disciplinati, senza oneri per lo Stato, enti locali per l’esercizio di funzioni di governo dell’area vasta e di coordinamento dei comuni».

Ovvie le reazioni negative dell'Unione delle Province il cui presidente Antonio Saitta si chiede :” Ma davvero il Governo pensa che con un "provvedimento bandiera", che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini è tutta nell'incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell'economia” Il Governo, comunque, intende salvaguardare i lavoratori e le funzioni degli enti abrogati.

Due i problemi in Calabria:

Il primo: che fine faranno gli attuali presidenti delle province . Davvero staranno in silenzio dopo aver perso il proprio “ regno”?

Il secondo: che fine faranno i lavoratori che dalle regioni sono passati alle province? Ripasseranno forse alla regione?

 

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