Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che ha annullato la legge che cancellava le province con la ragione che tale cancellazione non può essere fatta con un decreto legge, ma solo con una legge costituzionale , ecco che Enrico letta corre ai ripari.
Il CdM di oggi 5 luglio ha esaminato, su proposta del Presidente del Consiglio, del Vicepresidente e Ministro dell’interno Angelino Alfano, del Ministro per le riforme costituzionali Gaetano Quagliariello, e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, uno schema di disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle province, che sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata.
Tre articoli, una pagina.
Il primo articolo sostituisce l’articolo 114 della Costituzione: « La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Regioni e dallo Stato», dice la nuova formulazione eliminando appunto il riferimento alle province.
L’articolo 2 cancella ogni riferimento alla province in tutti gli altri articoli della Costituzione. Tredici in tutto i commi modificati.
Poi la norma transitoria in base alla quale entro sei mesi dalla data in entrata in vigore della legge costituzionale le Province sono soppresse. Sulla base di criteri e requisiti definiti con legge dello Stato sono individuate dallo Stato e dalle Regioni le forme e le modalità di esercizio delle relative funzioni.
Viene comunque stabilito che eventuali enti intermedi dovranno essere a costo zero: «Con le legge regionale nei limiti dei criteri generali definiti con legge dello Stato, sentita la popolazione regionale, possono essere istituiti e disciplinati, senza oneri per lo Stato, enti locali per l’esercizio di funzioni di governo dell’area vasta e di coordinamento dei comuni».
Ovvie le reazioni negative dell'Unione delle Province il cui presidente Antonio Saitta si chiede :” Ma davvero il Governo pensa che con un "provvedimento bandiera", che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini è tutta nell'incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell'economia” Il Governo, comunque, intende salvaguardare i lavoratori e le funzioni degli enti abrogati.
Due i problemi in Calabria:
Il primo: che fine faranno gli attuali presidenti delle province . Davvero staranno in silenzio dopo aver perso il proprio “ regno”?
Il secondo: che fine faranno i lavoratori che dalle regioni sono passati alle province? Ripasseranno forse alla regione?