
Non si tratta di dare seguito alle reazioni politiche del M5s, ma, vivaddio ,di porre fine alle sempre fesserie sempre maggiori che fa il nostro (ahimè) governatore
Di fronte agli spaventosi ed infrenabili incendi che stanno distruggendo la Calabria Oliverio chiede l’intervento dell’esercito!
Lui, che ha un esercito di forestali! E’ ridicolo!
Lui, che ha un esercito di guardiani dei fiumi! A proposito , che fanno ?
Non solo ma nemmeno blocca il bando regionale della misura 8 del Psr
Ed allora anche i grillini chiedono a Palla Palla di sospendere i bandi
«A seguito degli incendi estivi, sospetti quanto devastanti, il governatore della Calabria, Mario Oliverio, sospenda subito i bandi regionali della misura 8 del Psr, che con disponibilità finanziaria di 70milioni prevede fondi pure per l’imboschimento e la creazione di aree boscate, nonché per la prevenzione dei danni da incendi e calamità naturali».
Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Paolo Parentela e Dalila Nesci, che incalzano: «Oliverio disponga accertamenti specifici, al fine di individuare possibili speculazioni. La magistratura potrà scovare eventuali interessi sui recenti roghi che hanno distrutto centinaia di ettari di bosco. Intanto il governatore non può limitarsi agli intenti, ai soliti strali a tempo scaduto e a ribadire che la Calabria brucia».
«Sarebbe complice – proseguono due i parlamentari, che annunciano di richiedere ai comuni il catasto incendi e ricordano le relative sanzioni proposte in parlamento da M5s – chi gestendo fondi comunitari non sentisse puzza di bruciato e non attendesse le verifiche necessarie, prima di assegnare denaro pubblico per rimboschimento e prevenzione».
«Sull’affarismo nel settore della forestazione regionale – concludono Parentela e Nesci – ci sono già troppi buchi neri, troppe anomalie e troppi irrisolti, come l’immobilismo sugli abusi circa i tagli boschivi, per cui inascoltati avevamo chiesto una moratoria. È dunque logico che Oliverio si determini come gli abbiamo domandato. Diversamente, le sue invettive contro i piromani sarebbero soltanto inutile propaganda»
Bene!
Prendiamo atto di due cose.
La prima è che “qualcuno” osa contestare Mario Oliverio ,il “padre –padrone” della Calabria, quello che assume decisioni assurde a danno dei calabresi
La seconda è che a contestare sono i sindaci tramite il loro rappresentante Gianluca Callipo, presidente dell’associazione nazionale comuni italiani.
«Il presidente della Regione convochi al più presto una riunione e ci spieghi le motivazioni che stanno alla base dell'aumento indiscriminato delle tariffe per il conferimento dei rifiuti».
Gianluca Callipo, presidente di Anci Calabria, in una nota «si fa portavoce della protesta dei sindaci contro la delibera di giunta 344 del 25 luglio scorso, ma pubblicata e resa fruibile sul Burc un mese dopo, il 23 agosto, con la quale è stato deciso dalla Regione un considerevole aumento dei costi per il conferimento dei rifiuti, anche a carico di quei Comuni dove più alta è la percentuale di raccolta differenziata e che, in virtù dei risultati ottenuti, dovrebbero pagare di meno».
«Non sappiamo - prosegue - quali siano i motivi che hanno spinto la Regione ad adottare un provvedimento tanto contraddittorio che demolisce anni di politiche a favore della raccolta differenziata e, quindi, dell'ambiente.
La cosa più incredibile, infatti, è che i Comuni non sono stati né interpellati né avvisati in alcun modo.
Questo non è comprensibile, sia da un punto di vista istituzionale che politico.
Prima di adottare una decisione così palesemente iniqua, la Regione avrebbe dovuto confrontarsi con noi che siamo il primo avamposto istituzionale dei cittadini, direttamente colpiti dagli aumenti perché la tassazione comunale sui rifiuti impone la copertura del cento per cento a carico degli utenti.
In altre parole, questi incrementi colpiscono direttamente le tasche dei cittadini. In questo modo ogni incentivo alla differenziata viene meno, ogni promessa di diminuzione della Tari diventa impossibile e si trasforma nelle solite chiacchiere buone solo in campagna elettorale.
Come si può salvaguardare la credibilità delle istituzioni e dei rapporti corretti tra i vari livelli di governo se in un giorno di piena estate viene sfornato nell'assoluto silenzio un decreto così dirompente?».
«A nome dei Comuni calabresi e delle comunità che rappresentano - conclude Callipo - chiedo al presidente della Calabria di spiegarci e ascoltare le nostre ragioni organizzando una riunione a cui possa partecipare una delegazione di Anci Calabria e una rappresentanza delle amministrazioni comunali. È in gioco la coerenza stessa delle istituzioni».
Riusciranno i nostri eroi a far ritrovare saggezza al nostro presidente totalmente deludente?
Sbloccare la situazione e tornare a mettere i bisogni dei cittadini al centro della sanità. Un obiettivo che in questo momento diventa preminente, data la realtà sanitaria calabrese che da anni verte in condizioni di precarietà.
Solo per fare il punto delle ultime settimane, nel giro di pochi giorni si è assistito alla lettera scritta dal Presidente della Regione Mario Oliverio al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni ed al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nella quale viene espressa grande preoccupazione per la grave situazione delle strutture ospedaliere calabresi a seguito della impossibilità di procedere alle assunzioni del personale medico e sanitario; alla presa di posizione piuttosto forte da parte della Cisl Fp Calabria, che ha richiesto interventi urgenti per la sanità locale con l’obiettivo di risanarla; all’intervento di Matteo Renzi, che si è voluto esprimere proprio sulla sanità calabrese, auspicando per quest’ultima un modello simile a quello di De Luca in Campania, quindi con un presidente della regione anche commissario.
Perchè tutto parte proprio da questo, ovvero dal commissariamento della sanità regionale deciso per il rientro dal debito. Una realtà che va avanti da anni e che ha portato ad una serie di tagli nei servizi per il cittadino.
La sanità calabrese oggi più che vivere tende a sopravvivere, tra enormi problematiche e disservizi per i pazienti; un’offerta “inefficiente, inefficace e costosa con un progetto di riorganizzazione della rete sanitaria mai andato a regime e che non riesce a garantire neanche i Livelli Essenziali di Assistenza” per dirla con le parole utilizzate in queste ore della Cisl Funzione Pubblica Calabria sopra citata.
Un contesto caratterizzato da carenza di personale e servizi insufficienti per i cittadini; come nel caso della possibilità di cura con la cannabis terapeutica, che in Calabria non viene garantita al 100%. Mentre in molte altre regioni d’Italia il meccanismo è partito fornendo il farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale e iniziando a parlare addirittura di progetti pilota alternativi, come quello che vedrebbe l’autoproduzione per chi soffre di determinate patologie e la coltivazione in proprio di semi di cannabis autofiorenti o di altre qualità, in Calabria i pazienti che avrebbero diritto a curarsi assumendo il farmaco a carico della sanità pubblica sono costretti, spesso e volentieri, a pagarlo di tasca propria.
Così come di tasca propria devono affrontare le spese di viaggio visto che, con sempre maggiore frequenza, i cittadini calabresi tendono a recarsi in altre regioni per farsi curare, in quanto si tende a non dare fiducia alla sanità locale.
Un primo segnale di uscita da questo stallo si è avuto proprio in queste ore, con la firma da parte del commissario alla sanità Scura del decreto che sblocca l’assunzione di oltre mille unità da impiegare in ambito sanitario per dare supporto ad una forza lavoro che aveva da tempo bisogno dell’ingresso di altri operatori.
Un segnale da prendere come primo passo di un lungo percorso da affrontare per riportare la sanità locale su livelli accettabili.