Dopodomani R.B. donna di poco più di 40 anni sarà costretta a salire ancora una volta nel nord Italia per curarsi.
“Non è la prima volta”-ci ha detto!
Lo ha già fatto per se stessa e per i propri figli.
Più volte è già dovuta andare fuori dalla Calabria per operarsi e curarsi.
E’ il destino di tanti calabresi, lei compresa.
“E temo non sarà l’ultima”-aggiunge.
Tutto per una isterectomia che avrebbe fatto anche qui in Calabria, nel vicino ospedale di Lamezia Terme al quale si è rivolto ma nel quale ha trovato poche persone di alta bontà, signorilità e . professionalità.
Ma, nel contempo, tante persone indisponenti, arroganti, incompetenti.
Ad ogni livello.
Persone con le quali ha dovuto ingaggiare vere e proprie battaglie, perfino per avere un referto sanitario di un esame fatto in ospedale.
Perdendole.
Eppure R.B. è una donna forte, forte come tante altre donne calabresi, forte come lei signor Ministro.
E così extrema ratio si è rivolta a noi.
A noi perché raccontassimo le vicende che tanti calabresi affrontano quotidianamente nella nostra sanità.
Una sanità dove poco, anzi pochissimo, funziona.
Una sanità dove molto, anzi moltissimo, non funziona.
E così dopo aver tentato di tutto, ecco la decisione di partire.
Immediatamente, per ricoverarsi e farsi operare.
Come si fa, signor Ministro?
Come ho fatto io stesso quando per una colonscopia mi hanno prenotato per 10 mesi dopo.
Potevo aspettare 10 mesi?
E se fosse stato un tumore?
E così si prende l’auto, od il pullman, od il treno e si parte per il nord contando sul fatto che nel nord rischi di trovare magari la medesima professionalità della Calabria, ma certamente una signorilità ed una correttezza realmente diverse.
Posti dove sei rispettato come paziente e come ammalato.
Ci sono tanti medici e tanti infermieri calabresi nel nord Italia!
E così partono una, dieci, venti telefonate.
Alla prima risposta positiva si prende l’auto od il pullman od il treno e si parte per il luogo dove sono in grado di dare la giusta risposta sanitaria ed anche la giusta risposta umana.
Signor Ministro Lorenzin il problema della sanità in Calabria è principalmente quello che la salute è un business.
Non sempre, anzi raramente, si avverte rispetto ed amore verso i pazienti.
Certo , magari, da fuori l’ospedale od il poliambulatorio sembrano a posto, i dati tecnici e statistici sono in linea con quelli generali.
Ma provi ad inviare i suoi ispettori come semplici pazienti e scoprirà quella verità che né Scura, né Oliverio , forse, vogliono sapere.
E che sicuramente nessuno le ha detto!
Od almeno mandi i suoi ispettori a sentire i pazienti( quelli che sopravvivono) od i loro eredi sulle storie che li riguardano.
Scoprirà un mondo che è pieno di grandi uomini e di piccoli nani!
La salute, la vita non possono dipendere dalla fortuna di incontrare le persone per bene che pur ci sono!
Per questo dopodomani R.B. salirà in Piemonte.
Noi le abbiamo fatto gli auguri, ma a lei , donna, ministro, chiediamo di fare qualcosa per tutte le altre donne calabresi magari per quelle che non hanno i mezzi finanziari per andarsi a curare nel centro e nel nord Italia.
E se dovesse capitarle non ci dispiacerebbe che qualcuno che non sa comportarsi venisse mandato a casa.
Campora SG 11 dicembre 2017 Giuseppe Marchese