Redazione TirrenoNews
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GDD FASHION WEEK, la casa ideale dell’arte della moda
Lunedì, 05 Agosto 2019 19:09 Pubblicato in Belmonte CalabroRiceviamo e pubblichiamo
Tre giorni intensi, difficili e ricchi di entusiasmo. Il racconto del successo dell’edizione 2019 della GDD FASHION WEEK inizia dall’involucro: il rinnovamento delle luci e di tutti gli allestimenti scenografici hanno lasciato il segno.
Ogni palco, ogni set ha emozionato per ricercatezza e per la valorizzazione del luogo, dando modo al visitatore di vivere le varie iniziative nel migliore contesto possibile.
Tanti gli stilisti in gara, in rappresentanza di undici diverse regioni d’Italia e non solo: Alberto Maiorelli (Toscana), Giada Zavaglia (Calabria), Ingrid Fiorita (Calabria), Laura Frigerio (Lombardia), Cristina Cilla & Marianna Sticca (Molise), Miriam Russo & Alessandra Russo (Sicilia), Raffaella La Rocca (Campania), Samantha Caputi (Piemonte), Vivian Rossi (San Paolo - Brasile), Daniela De Santis (Lazio), Rossana Pane (Lazio), Giusy Di Bartolo (Calabria), Irene Contini (Sardegna), Alice Fruendi (Toscana), Maria Rosaria Venditto (Campania).
Nella serata “Dalla parte delle donne”, che ha avuto luogo a San Pietro in Amantea (Cs), la vittoria ha sorriso a Giada Zavaglia, Giusy Di Bartolo e Irene Contini: per loro la realizzazione di uno shooting fotografico e di un redazionale pubblicato sul magazine “La Mia Boutique”.
Nella Serata di Anteprima, che si e svolta sulla splendida scalinata della città di Lago (Cs), sul gradino più alto del podio si è accomodata Alice Fruendi. Il social fashion lab Never Tee Stop si farà carico di realizzare una capsule che sarà poi immessa direttamente sul mercato.
E poi la Serata di Gala, nella cornice d’incanto del Parco della Grotta con le installazioni di luci che, finalmente, hanno reso giustizia al “salotto sotto le stelle della città di Amantea”. A trionfare, per lui una borsa di studio da 2 mila euro offerta da Banca Mediolanum, lo stilista Alberto Maiorelli, alla sua “prima” competizione ufficiale.
Anche la politica ha fatto sentire la propria voce: gli elogi del consigliere regionale Orlandino Greco, dei sindaci che hanno accolto i vari appuntamenti sono un stimolo a proseguire in questo cammino. Un percorso “virtuoso” come definito dal presidente dell’Ordine giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri.
Tutti gli eventi sono stati costellati da testimonianze, racconti e rappresentazioni artistiche che hanno reso l’intera kermesse mai banale e dal chiaro sapore contemporaneo. La creatrice di gioielli Daniela Moretti si è proposta con i toni del bianco alla ricerca della luce, il brand Onom, conosciuto ed apprezzato nel corso delle preview romane, è stato un inno alla modernità, gli abiti di Ina Bordonaro hanno mostrato le meraviglie della sartorialità. Ed ancora: gli accessori, in questo caso le borse, rivisitati in forma artistica dalla pittrice Giovanna Capraro; gli occhiali, da sole e da vista, firmati Vision Ottica Muto; ed infine il ritorno di Simone Bartolotta e Salvatore Martorana, vincitori nel 2015, assoluti protagonisti del made in Italy che non solo hanno generato passione tra il pubblico, ma che accoglieranno il vincitore alla Milano Fashion Week del prossimo settembre.
E poi i grandi ospiti. Dopo esattamente nove anni dalla sua ultima apparizione è tornata, affascinante come non mai, Daniela Fazzolari. Protagonista indiscussa della grande moda, tra Valeria Oppenheimer, conduttrice del fashion magazine di Rai Uno “Top tutto quanto fa tendenza” e la GDD è stato amore a prima vista. Per lei il premio “Job & Fashion”. Non sono mancati i grandi protagonisti del cinema italiano. Con l’attore Alessio Vassallo, che ha avuto il piacere di conoscerlo e di lavorarci insieme, è stato ricordato il maestro Andrea Camilleri. E, dulcis in fundo, Aurora Ruffino, la Benedetta innamorata di “Questo nostro amore”, la Cris di “Braccialetti Rossi”, la sorella di Lorenzo il Magnifico nella serie record di ascolti “I Medici”. Per la giovane attrice, apprezzatissima anche in ambito internazionale, l’award “Cinema e Moda”.
La GDD FASHION WEEK 2020, ovviamente, è già iniziata. Tra ottobre e dicembre si terranno le preview nella suggestica cornice del Museo di arte contemporanea di Roma. Il Macro sarà la sede di presentazione del nuovo bando e del nuovo corso organizzativo di un evento che non smette mai di stupire.
Direzione artistica Grotta dei Desideri – Ufficio stampa
Amantea si conferma la “capitale” regionale del beach volley
Lunedì, 05 Agosto 2019 18:50 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaNuova location per lo Sport Village Amantea, che ieri domenica 4 agosto, ha ospitato le Finali Regionali Under21 di Beach Volley, ma i giovani beacher calabresi hanno potuto trovare la consueta e tradizionale ospitalità dello staff dell’Asd Beach&Volley Amantea,
che con il suo costante lavoro organizza eventi nazionali e regionali che animano la spiaggia del litorale tirrenico.
A contendersi il titolo sulla sabbia di Amantea c’era il meglio che il panorama regionale del beach volley ha da offrire in campo giovanile.
E di fatto lo spettacolo non è mancato, sui due campi si sono alternati gli atleti per tutto il corso della giornata, fino ad arrivare a semifinali e finali tiratissime e spettacolari, che alla fine hanno visto trionfare gli atleti del Team Trema con sede a Reggio Calabria.
Il titolo femminile è andato alla coppia formata da Alessia Angilletta/Giulia Creaco che in finale hanno battuto la coppia De Luca Giulia/Cernuto Arianna.
Tra i ragazzi ad avere la meglio sugli avversari è stata la coppia formata da Simone Puntorieri/Marco Vincenzo De Santis che hanno battuto Michele Ferracù/Simone Sulfaro in una sfida combattuta, che ha regalato scambi lunghi e ricchi di colpi all’ultimo respiro.
Insomma, le due finali hanno letteralmente infiammato i tanti presenti che una volta di più hanno potuto ammirare lo spettacolo del beach volley e tutta la passione che questi giovani atleti mettono in ogni scambio.
Il clima di festa ha fatto da contorno a tutto l’evento, anche perché l’Asd Beach&Volley Amantea ha potuto festeggiare i buoni risultati delle coppie wild card Alessandro Camarca/Pierpaolo Tucci e Lorenzo Cortese/Mattia Camarca nel tabellone maschile; e Giada Alfano/Giulia Caruso e Verdiana Sesti/Gubinelli Alessia in quello femminile, che hanno dimostrato come il lavoro dell’associazione e del suo giovane staff sia importante anche per permettere a giovani amanteani di raggiungere buoni risultati sportivi anche nel beach volley.
Come sempre, vista l’ottima organizzazione e l’ormai decennale esperienza dei membri dell’associazione, c’è stato grande apprezzamento e soddisfazione per tutti gli aspetti dell’evento da parte della FIPAV Calabria e dal Comitato FIPAV di Cosenza che hanno supportato l’organizzazione di queste finali regionali.
Vincenzo Pugliano, promoter e motore dell’Asd Beach & Volley, al termine delle premiazioni di rito ha ringraziato tutto ed evidenziato: “Siamo un gruppo bellissimo, che ha ormai una grande esperienza, seppur costretti a far fronte a mille difficoltà e mancanze, noi andremo sempre avanti, perché questo sport è la nostra passione ed è un’opportunità per i giovani di Amantea e per la città tutta.
Lavoreremo fianco a fianco con la federazione e i nostri partner, che non ci hanno mai lasciati da soli, per dare ad Amantea un grande evento la prossima estate.
Vi aspettiamo allo Sport Village Amantea”.
Beach Volley I vincitori maschili
Beach Volley. Il Gruppi
‘’Coru ca vatti’’, ma non per tutti.
Domenica, 04 Agosto 2019 22:09 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaRiceviamo e pubblichiamo:
“La seconda edizione del premio letterario cittadino ci riporta indietro nel tempo, in una dimensione certamente qualificata dal punto di vista non solo letterario ma anche politico e relazionale. Enzo Giacco, con un comunicato su FB, ci propone di manifestare qualche riflessione su questo spaccato di cultura cittadina.
Orbene, personalmente non entrerei mai nel merito della qualità o della gestione del Premio Letterario, ovviamente per manifesta incompetenza da parte mia.
Tuttavia se, come ammissibile che sia in una democrazia come la nostra, l’evento viene raggiunto da note critiche che sembrerebbero inspiegabili, almeno alle orecchie del turista o del cittadino comune, allora le possibili riflessioni devono andare oltre la soglia della considerazione contestuale per ‘’suonare’’ corde politiche e relazionali che comunque non possono essere tralasciate o ignorate. Ovvero dobbiamo interrogarci sul clima relazionale probabilmente non allineato alle esigenze territoriali che imporrebbero maggiore distensione e collaborazione tra le forze organizzative locali. Senza riferirci necessariamente alle polemiche specifiche possiamo fare alcune riflessioni di carattere generale perché la ‘’strategia della tensione comunicativa’’ investe ogni aspetto della nostra vita e non possiamo cadere in questa imboscata culturale che segna anche una deriva politica dalla quale uscire nel più breve tempo possibile.
A tal proposito parlero’ di ciò che conosco bene e cioè della Giuria del Premio, ovvero delle persone di Alfonso Lorelli e di Franco Besaldo, professori, amministratori della cosa pubblica, militanti politici passionali, animatori della comunità, evergreen che da sempre e ancora oggi contribuiscono alla crescita culturale di Amantea.
Metterò una foto a corredo di questo articolo. Sono trascorsi molti anni da quando il prof. Besaldo mi consegnò un attestato per un premio dedicato ai giovanissimi (avevo l’età di Giulio, mio figlio piccolo).
Cosa potesse significare quel pezzo di carta lo capii più tardi ovviamente.
Il Premio Letterario non è solo un evento, una ‘serata’ ma è innanzitutto un dono, che vale quanto un legame spirituale che si forma tra il territorio e la sua gente, tra chi vuole rafforzare l’identità culturale locale e chi vuole far battere i cuori oltre il presente. Un simbolo di quella meritocrazia che sta alla base di ogni democrazia matura. Parliamo di Francesco, il professore e in seguito DS, organizzatore a più riprese del Premio letterario, uno che di eventi e di gestione complessa se ne intende, sul campo. Una vita spesa a diffondere l’ideale del legame necessario tra le gente e un territorio penalizzato da vicende storiche schiaccianti e più grandi del valore del popolo stesso.
Besaldo, politico della DC, ed Alfonso, comunista e militante ‘inquieto’ in senso passionale, all’epoca della prima repubblica risultavano su schieramenti opposti, aspramente contrapposti da ideologie inconciliabili foriere di epici scontri sul piano culturale e politico. Dai comizi all’aula del Consiglio Comunale, alle contestazioni di piazza era una continua affermazione della propria identità politica opposta all’esistenza dell’altra parte.
Alfonso, che ha interpretato la coscienza critica della nostra città, comunicatore efficace proto FB, si è sempre speso oltre misura per evidenziare le criticità di un sistema che oggi spiega i suoi effetti anche con il dissesto finanziario. Al tempo ‘’voce che grida nel deserto’’, comunque utile e in quel contesto profetica.
Per inciso ci sta una considerazione a latere, per la fortuna che abbiamo avuto noi giovani, che andavamo a messa la domenica, sentivamo le prediche di Don Giulio e dopo, attraversando la ‘vasca’ consuetudinaria, incrociavamo Alfonso che distribuiva volantini informativi della situazione politica e amministrativa. Ogni volantino finiva con la scritta ‘ciclostilato in proprio’. Insomma oggi diremo un post di FB, con la differenza che si accendevano dibattiti sensati nell’agorà cittadina. Nessun leone da tastiera, solo dibattiti e polemiche ideologiche. Tra comizi e manifestazioni si cresceva e si imparava a conoscere e rispettare la diversità altrui.
Il contesto era quello di Don Camillo e Peppone, contrapposizione e rispetto, studio delle posizioni altrui e attacchi mirati alle ideologie che ognuno rappresentava con fermezza, con un credo responsabile perché basato sullo studio e sull’argomentazione di ogni affermazione.
La cornice era quindi il rispetto e la consapevolezza che nessuno sedeva dalla parte della ‘ragione’, o del ‘vinciamo noi’, o del ‘prima noi’, e che comunque ognuno era indispensabile nel ‘gioco delle parti’ che la politica del tempo richiedeva.
Comportamenti che segnavano punti cardinali giusti in un clima, come quello della ‘Notte della Repubblica’, che non era certo tranquillo.
A maggior ragione, quindi, posizioni valoriali, comportamenti pubblici e politici da inquadrare come vere e proprie bussole culturali.
Due figure politiche che resteranno nella storia sociale del paese non per la naturale contrapposizione, che al tempo era giustificata e vitale per la nostra democrazia, ma per il rispetto e la sobrietà delle relazioni contrapposte politicamente ma composte sul piano sociale e relazionale.
Cattolici e comunisti, comunque democratici e rispettosi della Costituzione. Buoni maestri che all’epoca segnavano il confine emarginando coloro che incitavano all’odio e alla violenza politica. Oggi come allora argini culturali verso quei ‘’cattivi maestri’’, pochi ma abbastanza distruttivi, che spesso popolano il web seminando odio e divisione.
Valori preziosi per persone buone che hanno attraversato i marosi della politica distruttiva delle relazioni sociali, quella che ci vuole distratti, ignoranti, falsamente critici ma in verità divisivi, liquidi e soprattutto sufficientemente odiatori.
Valori e principi positivi che hanno portato gli stessi, Alfonso e Francesco, ad essere seduti oggi allo stesso tavolo e dalla stessa parte, non solo quella di una giuria, ma soprattutto quella della ragione comune, della pacifica convivenza, del rispetto, dell’altruismo, della cultura edificante, dell’amore per la polis amanteana. Ingredienti che possono trovare sintesi in questo Premio Letterario e negli altri che ci apprestiamo a partecipare come quello del Rotary Club amanteano. Fari di coesione sociale che non possiamo ignorare.
Non una semplice Giuria quindi, ma, insieme al prof. Politano che non conosco, uno scorcio complicato e fondamentalmente costruttivo della nostra storia sociale e politica.
Un premio che vale quanto la valorizzazione di un tessuto sociale spesso lacerato da false questioni che riflettono come uno specchio opaco, duraturo quanto il tempo di un lampo, e di cui non troveremo traccia nei libri della nostra storia sociale. Polemiche inconsistenti, come le parole che possono avere un certo peso o valere quanto una piuma se ingiuste e non congrue. Piume al vento o pietre dure? Toccherà a noi discernere, ma nel far questo, per cortesia, un minimo di conoscenza della storia politica e sociale del paese e di chi ha incarnato questa linea del tempo è doverosa.
Meritocrazia, premialità e coesione sociale sono valori vitali anche per l’economia e la finanza cittadina. Banale? Evidentemente no!!!
Ottima la scelta della composizione della giuria eterogenea e rappresentativa di valori culturali plurali da recuperare al più presto affinché i cuori continuino a battere orientati dalla volontà comune di generare benessere culturale e spirituale.
Per tutto il resto abbiamo l’anti politica e i discorsi emozionali, la contrapposizione a ogni costo e la brillantezza della sterilità che potrebbero dissolvere la positività dell’evento.
E’ un rischio vicino allo zero sia per lo spessore culturale dei promotori del Premio, sia per una volontà determinata dall’amore incondizionato per la polis.
Amore? E’ una parola complicata, non ne voglio abusare, non potrei, allora trascrivo alcune citazioni che porto con me da quella serata.
Francesco Besaldo la sera del 02 agosto esordisce dicendo: ‘’… Non sto bene in salute, è evidente che il mio stato di salute non è buono, ma nonostante ciò ho accettato di lavorare per la buona riuscita del Premio Letterario… è stato un lavoro molto duro, ma ne è valsa la pena…’’. Parole che richiamano alcuni principi, forse affievoliti nella società: la dedizione, la costanza, il richiamo al quale devi rispondere oltre la possibilità che la natura fisica ci impone nostro malgrado. Orizzonti perduti, da ritrovare, oltre il ‘’mi piace’’ che in realtà ci educa al disprezzo del ‘’non mi piace’’.
Alfonso, che non smette i panni del ‘visionario passionario’, auspica un potenziamento dell’evento ed un maggior coinvolgimento anche su scala nazionale, immaginando un ‘think’ culturale evolutivo per tutti. Un evento che possa rappresentare una rinascita culturale ed economica della nostra polis. Alfonso è fatto così, va sempre oltre, non si accontenta e ci sprona a guardare oltre l’orizzonte. Le sua ‘’ragion pratica’’ è sempre differita nel tempo, ma in verità rimane tale anche al momento, ma purtroppo non sul posto.
Ora, detto tutto ciò, mi chiedo come si possa tentare di sminuire il complesso valoriale dell’evento incarnato anche da questi ‘’proff. pensionati impenitenti,’’ (detto in senso ironico) che con poche e semplici parole, ma soprattutto con l’esempio, cercano di colmare incredibili vuoti culturali generati da una società nella quale molti di noi non hanno più molto da spartire, o condividere.
Quale proposta?
Basterebbe fare battere i cuori verso l’unica direzione possibile, la valorizzazione del territorio, delle persone, della ricca storia cittadina.
Una parola chiave su tutto: RETE.
Un principio sovrastante: COESIONE SOCIALE.
Rete che richiama comunità, senso di appartenenza, coesione sociale, identità locale, amore per la polis.
Quale senso dare allora al Premio Letterario?
Alfonso e Francesco , con tutta la decennale esperienza organizzativa a corredo del Premio, ci insegnano che fare rete è possibile al di là delle plurali posizioni ideologiche. Fare rete positivamente è una questione culturale e vitale per l’economia oltre che per la finanza cittadina, non una mera questione cultural-radical-chic ma una consistente problematica da sciogliere. Rete, relazione e rispetto, pluralismo e contrapposizione composta e regolare, ingredienti irrinunciabili per la coesione cittadina e la prosperità comunitaria.
Di contro possiamo scegliere di usare la parola RETE nella sua accezione negativa come trappola, faglia nella quale scivolare per un mondo più ingiusto e diviso, malpancista, liquido e sufficientemente odiatore e mistificatore al punto da non permettere un congruo discernimento: il male dei mali.
Proposte operative ne abbiamo?
Partirei da un ‘’Caffè letterario’’, un punto d’incontro e aggregazione nella forma associativa, dove far emergere le cose che uniscono e mettere al bando le questioni figlie della pancia e del mal di pancia (in senso metaforico).
Programmare, coordinare gli eventi, promuovere e gestire, fissare le priorità di sviluppo culturale ed economico, condividere obiettivi e metodi. Poche parole che però sembrerebbero aliene o estranee al modus operandi evidente e quindi criticabile.
In tutto ciò, un ruolo centrale dovrebbe essere interpretato dalla politica, dalla gestione amministrativa cui la stessa è chiamata.
Ma qui mi fermo perché, a questo punto, diventa davvero arduo continuare. Qui dove la nave dei valori dei singoli e delle buone idee non trova un approdo solido e lungimirante.
Con Stima e Affetto abbraccio tutti
Robertino Giardina