Qualcuno le intende come un fulmine a ciel sereno. Qualcuno le attendeva. Ed infatti Cavalcanti dice che questa decisione la aveva presa già da tempo, almeno sei sette mesi fa.
Certo che appare probabile la connessione tra le dimissioni ed il buco finanziario di 9 milioni di euro, cresciuto dalla data delle elezioni quando era di “soli “ 6 mln di euro.
Ma ancora più appare probabile la relazione tra le dimissioni e l’arrivo tre settimane fa della richiesta di perquisizione e sequestro da parte della Dda di Catanzaro, nella quale si denunciano casi di parenti di boss che lavorano all’interno di ditte che hanno appalti con il Comune e presunti favoritismi nell’attribuzione di immobili comunali. Impossibile il contrario.
Lo evidenzia il sindaco quando risponde all’intervista de Il Quotidiano sostenendo che «Ci sono fatti ed eventi che ti impongono di riflettere non tanto sul merito, quanto sul momento, e ti inducono ad andare oltre lo specifico. Dico subito che la lettura, attraverso i giornali, del contenuto del decreto della Dda suscita tante perplessità, perché non ti è chiaro il senso complessivo: non riesci a capire perché, in altri termini, possa essere un filone d’indagine la presenza di parenti di boss della criminalità organizzata tra i dipendenti di ditte che hanno appalti con il Comune. È difficile ritenere che questo dato possa avere il significato di un indizio di “erogazioni pubbliche in favore di clan della malavita locale”, ma, al di là di ogni tua personale convinzione, resta fermo ed incrollabile il rispetto istituzionale per il ruolo della magistratura, specie in una regione in cui i rischi di infiltrazioni e di condizionamento della mafia sono altissimi. In quel momento, però, ti scorrono come in un film le immagini di questi due anni e, soprattutto, ti domandi se e cosa hai fatto per governare adeguatamente un momento del tutto eccezionale ed inatteso: dunque, non solo cosa hai fatto per l’attuazione del programma, ma anche per operare forme di contrasto verso la criminalità organizzata ed, ovviamente, ti chiedi se ed in che termini ci sei riuscito. Ed il film di questa consiliatura ti trasferisce l’immagine di quel che era il tuo programma e di cosa ti sei trovato a gestire, ma soprattutto ti domandi se ed in che misura quel che hai fatto ha trovato l’appoggio della tua maggioranza».
Infine c’è il senso di solitudine che talvolta “prende” i sindaci quando arrivano in comune portatori di un sogno che alla fine non si realizza, così che al mestiere difficile di amministratore si aggiunge l’amarezza e la disillusione.