Il senatore Morra risponde al sindaco e annuncia l’intenzione di rinunciare all’immunità parlamentare. Ma rilancia l’accusa: «È verità storica che a Cosenza alcune aziende abbiano destato l’interesse della Dda». Parenti in affari con la mafia? «Denunci alla magistratura»
«Occhiuto mi ha querelato? Sono qui, ne vedremo delle belle».
La guerra a distanza tra il sindaco di Cosenza e il senatore Nicola Morra si arricchisce di un nuovo capitolo.
Anzi, di un nuovo video, quello postato sul proprio profilo Facebook dal parlamentare del Movimento 5 Stelle, che risponde punto su punto alle accuse e alla denuncia del primo cittadino.
«Ho appreso di essere stato querelato dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, in quanto avrei detto alcune cose gravemente lesive della sua immagine.
Peccato che dalle parole dette dal sottoscritto Occhiuto abbia operato una omissione sottraendo una “pare” che altera il senso dell’affermazione da me pronunciata».
Nel video del 5 settembre, infatti, Morra affermava che Occhiuto avrebbe «fatto lavorare, pare, la ‘ndrangheta nei maggiori appalti che si sono realizzati in passato» (qui l’articolo completo).
«Fermo restando che noi del Movimento rinunciamo a tutte le guarentigie, un tempo dette immunità parlamentari, per cui se ho sbagliato, com’è giusto, dovrò rispondere di quanto ho detto – spiega il senatore nel nuovo video –, Occhiuto non si è fermato a questo ma ha fatto intuire che un mio stretto congiunto, lo scrive allusivamente, sarebbe in società con soggetti in odore di mafia.
Ora, giacché lui è sindaco, quindi un pubblico ufficiale, avrebbe il dovere di denunciare e, quanto meno, di esporre fatti alla magistratura che poi dovrà fare le sue valutazioni del caso».
Morra ricorda inoltre che Occhiuto è un «sindaco, se non ricordo male, prescritto, perché a differenza del sottoscritto lui ha già conosciuto le patrie galere per una vicenda che si è conclusa con la prescrizione, quell’istituto che noi vogliamo riformare a breve».
E aggiunge anche «che è verità storica che su Cosenza hanno lavorato aziende che poi hanno destato l’interesse della Dda di Catanzaro e poi hanno ricevuto interdittive antimafia.
Ma non ci sono problemi, io son qua, l’aspetto quando vuole e ne vedremo delle belle».