Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Nel caso si impone il richiamo del noto proverbio nel suo significato che è solo questione di tempo e poi chi compie azioni proibite, alla fine rischia di subire conseguenze rischiose.
Era il novembre 2012 quando vennero arrestati, tra gli altri, l’ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo e l’ex assessore consigliere provinciale Pietro Ruffolo, notoriamente “colonnelli” di Sandro Principe.
E stamani infatti sono stati arrestati Sandro Principe, Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo .
Insieme l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli ed un ex consigliere comunale di cui al momento non è stata resa nota l’identità.
Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Secondo la Dda di Catanzaro avevano finanziato e poi capitalizzato con 8 milioni di euro una cooperativa di servizi per “garantire occupazione e pagamento di uno stipendio mensile a soggetti legati da vincoli di parentela o contiguità a esponenti apicali del clan Lanzino”.
In pratica la coop Rende 2000, ribattezzata Rende Servizi dopo essere divenuta a partecipazione comunale grazie ai due politici e a 8 milioni di fondi pubblici, assicurava uno stipendio al luogotenente del clan, Michele Di Puppo, allo stesso boss della ‘ndrangheta Ettore Lanzino e ad altre persone affiliate o vicine all’associazione mafiosa, in cambio dell’appoggio elettorale in occasione delle consultazioni del 2009, vinte appunto dal centrosinistra.
I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sono state svolte dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Cosenza ed hanno delineato un "intreccio" politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rende, dal 1999 al 2011, per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza del 2009 e del Consiglio Regionale della Calabria del 2010, di ottenere l'appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Rua'" di Cosenza, già tutti definitivamente condannati per "associazione mafiosa", in cambio di favori.
Ora tutti gli altri gatti, in qualunque amministrazione ospiti , sono preoccupati.
La DDA può giungere anche a loro ed in particolare a quelli sui quali da tempo sta indagando.
E poi, come oggi, la gente dirà “ chi se lo sarebbe mai creso!”