La famiglia aveva rilevato il forno alcuni anni addietro con lo scopo di darlo in gestione al figlio 42enne, tra gli odierni arrestati, che invece aveva elaborato un articolato sistema di confezionamento e custodia della marijuana, che veniva nascosta in nicchie nelle pareti interne al forno e alle spalle della struttura.
Le indagini, sono state condotte dalla stazione dei carabinieri di San Demetrio Corone (Cs), si sono sviluppate per circa un anno e hanno permesso di dimostrare come l’antico forno di quel centro fosse stato in realtà riconvertito a luogo di deposito e confezionamento della droga.
Al momento è in corso anche un approfondito controllo da parte di personale del Nas per accertare le gravi violazioni igienico sanitarie emerse nel corso delle indagini.
Gli uomini della compagni dei Carabinieri di Corigliano hanno dato esecuzione a diverse misure cautelari, in carcere e agli arresti domiciliari, emesse dal Gip di Castrovillari, la dottoressa Carmen R.M. Ciarcia su richiesta del P.M dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, la dottoressa Simona Manera, e del procuratore capo, dottor Eugenio Facciolla.
Le accuse sono di spaccio di marijuana in concorso.
Le investigazioni svolte hanno anche fatto emergere la volontà di parte degli arrestati (tra cui il gestore del forno) di voler incendiare le vetture di alcuni carabinieri, “colpevoli” di aver effettuato diversi arresti in flagranza che avevano portato al recupero di circa 1,4 Kg di marijuana.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nella conferenza stampa tenutasi stamattina presso il comando della compagnia dei carabinieri di Corigliano Calabro alla presenza del procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla.