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Redazione TirrenoNews

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Una vicenda che ha del paradossale .

Gli ex lavoratori, in mobilità, dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello, denunciano il mancato versamento degli stipendi per i mesi di ottobre, novembre e dicembre.

Una protesta si imponeva ed allora si sono dati appuntamento davanti gli uffici dell'Assessorato Regionale al Lavoro per protestare e manifestare la loro rabbia contro i ritardi e le inefficienze delle istituzioni.

Gli ex lavoratori dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello, indignati per il comportamento della Regione nei loro confronti.

Costretti alla mobilità, gli ex lavoratori denunciano il mancato versamento degli stipendi per i mesi di ottobre, novembre e dicembre.

Una nuova triste pagina nella già complessa vicenda del noto Istituto di cura.

Reggio Calabria. L’avvocato generale Franco Scuderi ha iscritto nel registro degli indagati il capogruppo di “Insieme per la Calabria” Giulio Serra e l’ex consigliere regionale Antonio Rappoccio.

Ambedue per concorso in peculato continuato, una accusa pesante.

Un reato che sarebbe stato consumato a Reggio Calabria dal 2010 fino all’agosto 2102, cioè fino alla data in cui fu arrestato Rappoccio per truffa aggravata e corruzione elettorale, dopo che le indagini erano state avocate dalla Procura generale.

Come ricorderanno i nostri lettori la Guardia di Finanza acquisì gli atti del gruppo consiliare “Insieme per la Calabria” e da questa acquisizione è derivato il presente avviso di garanzia. Scavando tra le carte dell’ex consigliere regionale, l’esperto magistrato ha scandagliato anche tra i fondi del gruppo regionale cui faceva parte Rappoccio e ha aperto questo filone d’indagine che si muove sempre nell’alveo di quella avocata.

E proprio quest’indagine – sull’uso disinvolto dei fondi che vengono assegnati ai gruppi regionali – ha portato all’emissione dei due avvisi di garanzia.

Ora Palazzo Campanella trema

Impossibile che nessun altro possa essere interessato ad un uso disinvolto di fondi pubblici, difficile che non possano essere riscontarti altri reati.

 

La Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone di cui 3 giuridiche. Il processo è quello relativo ad una presunta tangente di due milioni e 400.000 euro promessa, ed in parte spesa, per la realizzazione del Parco eolico "Pitagora" di Isola Capo Rizzuto e l'adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico". Gli 11 sono politici, imprenditori e funzionari regionali. Il pm, Carlo Villani, ha chiesto il rinvio a giudizio e ora il gup, Tiziana Macrì, fisserà la data dell'udienza preliminare.

Rispetto all'avviso di conclusione delle indagini, emesso nel dicembre scorso, nella richiesta di rinvio a giudizio,manca il nome del funzionario regionale Domenico Lemma. E’ probabile che per questi la Procura chiederà l'archiviazione.

Alcuni dei reati contestati agli otto indagati ed alle tre società, invece, vengono contestati in concorso con l'ex assessore regionale all'Ambiente della giunta di centrosinistra, Diego Tommasi, per il quale la Procura ha aperto un fascicolo che è uno stralcio all'inchiesta principale.

Inizialmente nei confronti di Tommasi la Procura aveva chiesto l'archiviazione, ma successivamente dopo una serie di interrogatori, tra cui quello di Lemma, è stata chiesta la revoca della richiesta ed é stato aperto un nuovo fascicolo.

Per la vicenda relativa al pagamento della presunta tangente restano quindi coinvolti tra gli altri

-l'ex vicepresidente della giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo;

-l'amministratore e socio della Piloma srl, Saigese spa e Loda service, Giancarlo D'Agni, ritenuto dall'accusa stretto collaboratore di Adamo;

-l'imprenditore Mauro Nucaro e

-l'ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento Economia della Regione, Carmelo Misiti.

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