BANNER-ALTO2
A+ A A-

Francesco Gagliardi

Nato in San Pietro in Amantea.
Insegnante elementare in pensione. Ex coordinatore provinciale per l'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole elementari.
Ha frequentato l'Università Statale dell'Alabama U.S.A. Ha combattuto in Korea con U.S. Army.
Corrispondente del giornale "Il Popolo", "Giornale d'Italia", "Il Quotidiano di Roma" ora "Avvenire".
Suoi articoli sono stati pubblicati da "Oggi Famiglia", "Calabria Ora", "il Quotidiano", "Mezzoeuro", "La Provincia", "Idee per la sinistra", "Iniziativa". Consigliere comunale dal 1964 al 1970. Assessore e Vice Sindaco dal 1975 al 1985.
Ha pubblicato: Storia di San Pietro in Amantea; La Santona; Nell'Inferno di Korea; Viaggio nella memoria; Dolci e antichi ricordi; La valigia dei sogni; Paese di Maria e della Comunicazione; S.Pietro tra Storia, storie, leggende e attualità; Paese in lenta agonia.

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

E lascia pur grattar dov’e' la rogna!

Mercoledì, 12 Aprile 2017 12:15 Pubblicato in Basso Tirreno

Riceviamo e pubblichiamo la “dura” risposta che “Il “Professor” invia al Sindaco di San Pietro in Amantea!

“Rispondo pacatamente al Signor Sindaco di San Pietro in Amantea che ha volutamente replicare al mio articolo apparso su Tirreno News alcuni giorni fa.

Ma quale polemica spicciola e gratuita!

Che i cinghiali siano una emergenza non ci voleva la mente illuminata del Professore Gagliardi a dirlo. Benissimo.

Allora perché gli altri che non hanno la mente illuminata non l’hanno detto e scritto?

Non l’hanno detto e scritto perché 9 consiglieri comunali della sua maggioranza non abitano a San Pietro in Amantea o abitano nelle contrade.

E perché il Sindaco fino ad oggi non ha preso provvedimenti?

I non professori sanno che non è solo un problema che attanaglia il territorio di San Pietro in Amantea.

Ma cosa hanno fatto i non professori fino ad oggi?

Io avevo invitato il Signor Sindaco di cercare di risolvere il problema.

Punto. Solo questo.

Lui si è sentito offeso ed ha replicato dicendo un sacco di fesserie, corbellerie, bugie, menzogne. Ma questa volta ha sbagliato personaggio, perché sa benissimo che il maestro Gagliardi che lui chiama con disprezzo Professore è una persona onesta, corretta, integerrima, che non ha mai preso dal Comune di San Pietro in Amantea una sola lira quando ha ricoperto la carica di consigliere comunale, assessore e vice Sindaco.

I cinghiali che scorazzano per le vie di San Pietro, dice il signor Sindaco, è una mia invenzione e dunque non è commentabile.

Certo non è commentabile, perché lui abita in Amantea e non vede i cinghiali che scorazzano per le vie del paese.

E non ha visto quello che hanno combinato nei giardini, nei terreni dello stesso Professore, di Ciccio Grassullo, di Rosa e Domenico Guido, di Pasquale De Grazia ed altri e nei territori circostanti.

Ma cosa centra poi e cosa abbia voluto dire non l’ho capito che io faccia pure il paragone con le lucertole, le galline, i ragni, le formiche per rafforzare le mie affermazioni.

Mi sa che il signor Sindaco va cercando “finocchielli e timpe” come si dice in paese.

E li vada a cercare altrove se ne ha il coraggio.

Sta delirando e quindi ha bisogno di un calmante o di un ricovero. Invece di scrivere corbellerie faccia   presto a far aprire la strada provinciale Amantea- Cosenza interrotta allì ”Cecati” da diversi mesi per caduta massi altrimenti chiuderà finanche la farmacia in San Pietro.

Il signor Sindaco questa volta ha sbagliato di grosso a scagliarsi contro di me che chiama con sarcasmo e disprezzo Professore.

Il Gagliardi, che sono io, è quello che ha insegnato a tante generazioni a tenere in mano la matita e la penna e stia tranquillo che questi strumenti li sa usare alla perfezione.

Se ne accorgerà ora che ha voluto dichiararmi guerra.

Nel mio articolo lo avevo invitato, pur sapendo che la caccia al cinghiale è vietata, ad autorizzarne la caccia in via eccezionale.

Cosa c’è di strano, di male in questa semplice richiesta che un cittadino rivolge al proprio Sindaco? Evidentemente al Sindaco non è piaciuta la richiesta. Dobbiamo stare tutti zitti.

Ai problemi ci pensa solo lui. Ne ho preso atto.

Lasciamo che i cinghiali scorazzino per le vie e le piazze del paese, tanto lui non li può vedere perché come ho scritto prima abita in Amantea. Ma quelli che ci abitano li hanno visti, li vedono e li vedranno.

Sarà mio compito fargli avere alcune foto.

Et de hoc satis, diceva un mio Direttore Didattico, ma forse il Sindaco, non avendo studiato il latino, non comprende il significato.

Lo comprendono sicuramente i professori che gli stanno attorno.

Francesco Gagliardi

Ancora una volta, a distanza di soli cinque mesi, ci dobbiamo occupare di un crollo di un cavalcavia avvenuto nelle Marche vicino Castelfidardo tra Loreto e Ancona mentre alcuni operai stavano eseguendo lavori sul ponte per l’ampliamento della carreggiata.

 

Ci sono stati due morti, due coniugi Emidio e Antonella Diomede, che viaggiavano su un’auto che stava percorrendo l’autostrada e tre feriti.

 

Erano operai del cantiere, tutti e tre di nazionalità romena.

Le loro condizioni, grazie a Dio, non sono molto gravi, anche se caduti da un’altezza di oltre sette metri sopra le macerie.

Il crollo si è verificato verso le 13, forse per un cedimento di alcuni piloni di sostegno.

C’è tanto dolore e rabbia in questo tragico incidente che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori se gli automobilisti che percorrevano l’autostrada non si fossero accorti del pericolo in tempo.

Dolore perché ci sono state due vite spezzate e tre feriti, rabbia perché l’autostrada doveva essere chiusa per questioni di sicurezza mentre si eseguivano i lavori.

 

Provvedimento adottato immediatamente dopo l’incidente che ha mandato letteralmente in tilt la circolazione con ingorghi chilometrici e obbligatorie deviazioni.

Anche cinque mesi fa ci siamo occupati di un altro crollo avvenuto in Provincia di Lecco dove perse la vita un pensionato Claudio Bertini di 68 anni, schiacciato nella sua auto.

Il cedimento di quel cavalcavia allora si verificò al passaggio di un TIR da oltre 108 tonnellate che trasportava bobine di acciaio.

Il crollo del cavalcavia nelle Marche invece è avvenuto perché era in fase di ristrutturazione e si stava provvedendo a innalzarlo per permettere l’ampliamento della carreggiata a tre corsie.

Evidentemente durante la fase di innalzamento qualcosa è andata storta e i piloni che lo reggevano hanno ceduto.

 

Secondo l’Autostrade per l’Italia si è trattato di un tragico incidente non prevedibile “determinato dal cedimento di pile provvisorie su lavori di innalzamento del cavalcavia necessari per ripristinare l’altezza dell’opera rispetto al nuovo livello del piano autostradale”.

Qualche cosa, però, non ha funzionato a dovere, altrimenti il cavalcavia non sarebbe crollato.

E quello che è successo poteva essere evitato.

Bastava chiudere l’autostrada.

E come previsto anche questa volta il Ministro dei Trasporti da Roma ha inviato degli Ispettori per verificare e analizzare quanto è accaduto e perché.

E la Procura ha aperto un’inchiesta.

Si procede per omicidio colposo plurimo a carico di ignoti.

L’inchiesta finirà, come le altre, in una bolle di sapone.

Nessun colpevole.

E sempre le stesse cose.

Ma nel frattempo la gente continua a morire per negligenza di qualcuno nelle nostre autostrade.

E’ un paese che lentamente si sbriciola e va a pezzi.

In questo nostro martoriato Bel Paese colpito regolarmente da alluvioni, terremoti, mareggiate, smottamenti, crolli di cavalcavia, avvengono cose che non dovrebbero succedere.

Fino ad ieri sapevo che si potesse morire per vecchiaia, per malattia, per incidente, ma non per fatica nei campi.

 

Fino ad ieri, invece oggi so anche che gli uomini e le donne possono anche essere ammazzati per il lavoro eccessivo.

 

Quello che sto per raccontarvi, amici lettori di Tirreno News, non è una storia inventata

o una fake news come si dice oggi, è purtroppo una storia vera.

E’ la storia di una donna di 49 anni, Paola Clemente, (nella foto con il marito) morta di fatica il 13 luglio del 2015 mentre lavorava nei campi di Andria, nella azienda agricola “Perrone”.

Era addetta alle operazioni di acinellatura dell’uva per avere certamente inalato quantità massicce di fitofarmaci.

Toglieva gli acini dell’uva più piccoli.

Lavoro molto faticoso, doveva stare sempre in piedi e con le mani alzate.

Lavorava più di 12 ore al giorno, senza calcolare le due ore per il viaggio di andata e ritorno da casa al posto di lavoro, per 27 euro complessivi.

Salario troppo basso, due euro ad ora.

E’ una vergogna.

Dopo la morte della donna e dopo due anni di indagini finalmente è stata fatta giustizia.

La Procura della Repubblica di Trani aveva aperto una inchiesta e l’altro giorno, finalmente, sei persone sono state arrestate per intimidazione illecita e sfruttamento del lavoro.

E’ stato arrestato il responsabile dell’agenzia interinale per la quale la donna lavorava e i suoi dipendenti, il titolare dell’agenzia di trasporto.

E’ finita agli arresti domiciliari anche una donna di 47 anni che secondo i magistrati reclutava le lavoratrici da spedire nei campi in condizioni disumane.

Venivano sfruttate e pagate come abbiamo visto una miseria.

Erano costrette ad accettare qualsiasi forma di ricatto pur di non perdere il posto di lavoro, perché c’erano il mutuo e le bollette da pagare e i figli da sfamare.

Dice il marito:-

Erano soldi sicuri.

Erano indispensabili.

Ci permettevano di campare-.

Ma c’è di più.

Non solo venivano truffate le donne, ma anche l’INPS, perché nella busta paga c’erano differenze enormi tra i soldi dichiarati e quanto effettivamente percepiti dalle lavoratrici.

Molte giornate lavorative non venivano contabilizzate.

Il compenso pattuito era di 86 euro al giorno, invece ne percepivano solo un terzo.

La storia di Paola apre una finestra sugli schiavi invisibili presenti nel nostro paese.

L’ex datore di lavoro è finito pure lui in manette per sfruttamento, primo caso in Italia, per il reato di caporalato.

Speriamo che da oggi in poi le cose in Italia possano davvero cambiare e restituire dignità a tutti i lavoratori e alle lavoratrici che lavorano nei campi addetti alla raccolta dell’uva, dei pomodori, degli agrumi e degli ortaggi in Puglia come anche nella nostra Calabria specialmente nella Piana di Sibari e di Gioia Tauro.

By Francesco Gagliardi

BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy