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Guardia Costiera di Cariati appartenente al Compartimento Marittimo di Corigliano Calabro insieme all’ufficio tecnico comunale, dopo lunghe e laboriose indagini ha scoperto che il lido balneare sito sul litorale di Mandatoriccio, in località Procello, era abusivo.

Un lido importante metri quadrati con annessi bar, gazebo, giochi, docce, locali igienici, ombrelloni e sdraio che occupava ben 3500 mq di spiaggia

L'attività veniva esercitata senza i dovuti provvedimenti amministrativi

Gli agenti hanno scoperto anche che lo stabilimento balneare era stato realizzato abusivamente su area demaniale marittima e in parte anche su proprietà privata senza le prescritte autorizzazioni demaniali ed edilizie e senza permesso di costruire.

Inoltre le strutture in questione si trovano in zona a vincolo paesaggistico - ambientale, nella fascia di rispetto dei 300 metri dalla linea di costa e in un sito di interesse comunitario, le Dune di Camigliano, per cui la loro realizzazione senza le dovute autorizzazioni deturpa il paesaggio e l’ambiente costiero.

Da qui il sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Rossano per evitare che dal prossimo periodo primaverile e sino al termine della stagione estiva 2014 si potessero protrarre od aggravare le conseguenze del fatto.

ll responsabile dell’abuso è stato ovviamente denunciato all’Autorità giudiziaria per la violazione delle norme previste dal Codice della navigazione in materia di gestione dei beni del demanio marittimo e della normativa edilizio – urbanistica, ambientale di tutela dei siti sensibili e sismica.

Nessun danno alla azienda visto che ha potuto lavorare quasi fino a fine estate 2013

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Siamo a Cosenza in località colle Mussano. Scoppia uno dei tanti incendi. Intervengono i Vigili del Fuoco di Cosenza che lo spengono e scoprono due aree di discarica.

Il comando provinciale dei Vigli del Fuoco segnala la vicenda alla Polizia provinciale che rileva trattarsi di due siti per una superficie di circa 2500 mq

C’è di tutto dice la Polizia provinciale che li sottopone a sequestro: materiale plastico, vetro, imballaggi primari e secondari, parti di autoveicoli, pneumatici fuori uso, materiale ferroso, rifiuti da demolizione, lastre di eternit, cumuli di guaina bituminosa, barattoli e bidoni in latta contenenti solventi chimici, in violazione agli artt. 255, 256, 192 del D. lgs 152/06 e s.m.i.

Una storia infinita e vergognosa.

Nessuno mai rileva alcunché, nessuno ferma gli automezzi pieni di rifiuti speciali e pericolosi che poi danno luogo a queste discariche.

Non è un solo viaggio. Sono tanti, fatti sempre dalle stesse persone certe che tanto nessuno mai li scopra.

Difficile scoprire gli autori di queste condotte illecite

E serve anche poco sequestrare l’area per evitare che “ la libera disponibilità delle cose pertinenti al reato possano aggravare o protrarre le conseguenze di esso” come si usa scrivere.

E’ una guerra nella quale vince sempre il “malfattore” e perde sempre “la natura”.

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E’ una storia da film. Se vivesse Totò potrebbe uscirne un film come il famoso “Totòtruffa 62” nel quale egli vende la Fontana di Trevi.

Ecco cosa è successo.

Un cinquantenne con una lunga carriere di imbrogli si rivolge ad un noto avvocato per esser difesa in un processo.

Lui principe del foro lo fa assolvere in tutti i gradi di giudizio

Alla fine il conto. 13000 euro. Ma il cliente non li ha. Eppure deve trovare un modo come pagare l’avvocato: non si sa mai.

Ed ecco come ha fatto.

Si rivolge ad una finanziaria con le generalità dell’avvocato tratte dalla laurea collocata nello studio legale  cambiando la professione in quella di operatore ecologico.

Ottiene il finanziamento e paga il legale.

I problemi quando alla finanziaria non vengono pagate le rate.

All’avvocato cominciano ad arrivare intimazioni di pagamento.

Da qui la querela contro ignoti presentata dall’avvocato, le indagini, la scoperta.

Truffato dal proprio cliente che aveva difeso.

Ora il truffaldino deve trovare un altro legale.

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