
Arrestateli tutti. E’ prepotente la voglia di gridarlo, usando il leit motiv del movimento antimafia dei giovani calabresi “ E adesso ammazzateci tutti “.
E’ prepotente la voglia di gridarlo perché uccide più la sanità che la ‘ndrangheta!!
E’ prepotente la voglia di gridarlo quando si viene a sapere che comunque l’ispezione svolta nel settembre 2012 aveva segnalato “Ben 65 irregolarità, 17 delle quali gravi, «con potenziale impatto diretto negativo sulla sicurezza del donatore o del paziente».
E’ la sintesi della relazione del 10 ottobre del 2012 che “fotografava” la realtà del servizio trasfusionale dell'Azienda ospedaliera “Annunziata” di Cosenza, ai cui vertici erano stati dati dai 15 ai 30 giorni di tempo per sanare le «criticità rilevanti riscontrate».
Ora la morte di Cesare Ruffolo, il 75enne deceduto a causa di una trasfusione di sangue contaminato da germi.
Possibile si chiede l’intera Italia che si sapesse e nessuno abbia fatto quanto dovuto?
Ed allora questo è il momento in cui la procura della repubblica indaghi ed arresti i responsabili di questa vicenda, cominciando da coloro che dovevano esercitare i controlli e da coloro che dovevano eseguire gli interventi sanatori.
Basta forse… E’ il caso di toccare anche i vertici di un sistema sanitario che non può curare perché lui stesso ammalato. Toccare ed arrestare, per arrestare le morti di incolpevoli calabresi che non possono sempre emigrare nel resto d’Italia per curarsi!
Si legge sul Blog di Beppe Grillo: "Era andato all’ospedale Annunziata di Cosenza per una forte anemia ed i medici hanno deciso di sottoporlo ad una trasfusione di sangue. Non appena il sangue dalla sacca è defluito nella vena, l’uomo ha iniziato improvvisamente a tremare e la temperatura corporea è aumentata vertiginosamente. L’infermiere ha immediatamente staccato la sacca di sangue ed ha provveduto a fargli una flebo di glucosio. Non è servito, il 75enne è morto dopo alcune ore. Dalla relazione di un primario dell’ospedale, è emerso che il sangue era contaminato da germi. Dalla relazione veniva confermato il fatto che "non solo l’unità di microbiologia ha comunicato la presenza di un batterio gram-negativo nel sangue dell'uomo, in buona salute prima della trasfusione, ma sollevava il sospetto che, ad oggi, vi siano in circolazione altre sacche di sangue contaminate da germi patogeni". Segnalazione via net1news
Il M5S in un’interrogazione parlamentare chiede al ministro della Salute una commissione d’inchiesta e l’invio di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità
In un’interrogazione parlamentare promossa da Dalila Nesci, i deputati Cinque Stelle calabresi chiedono al ministro della Salute una commissione d’inchiesta e l’invio di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, a proposito del decesso da trasfusione avvenuto nell’Ospedale di Cosenza lo scorso 4 luglio, noto solo nei giorni scorsi.
L’atto, depositato oggi, ricostruisce la vicenda del 79enne rendese Cesare Ruffolo, «infettato con sacche inutilizzabili – spiegano i parlamentari M5S – dato che sangue della stessa provenienza aveva già provocato un malore ad altro paziente». I deputati Nesci, Sebastiano Barbanti, Federica Dieni e Paolo Parentela pretendono, dunque, verifiche immediate sul comportamento di sanitari e dirigenti dell’ospedale di Cosenza.
Nella loro interrogazione, rivolta anche al ministro della Giustizia, i deputati Cinque Stelle si soffermano sui vari passaggi della vicenda e sottolineano, in merito al decesso di Ruffolo, l’estrema gravità delle mancate comunicazioni alla magistratura da parte dell’Ospedale di Cosenza e della distruzione delle sacche giacenti, di cui si è appreso oggi, che renderà le indagini ben più difficili.
Nesci dichiara: «Fatti di una gravità inaudita, crimini atroci e barbari. La morte del signor Ruffolo era evitabile, vista la precedente infezione batterica da trasfusione, poi risoltasi bene, per fortuna. Le cronache giornalistiche raccontano di una situazione mostruosa, probabilmente senza precedenti in Italia».
Per Barbanti e gli altri deputati firmatari dell’interrogazione, l’episodio dimostra che la sanità calabrese ha raggiunto l’insicurezza assoluta, per cui lo Stato deve rispondere subito, ripristinando la normalità, la legalità e la giustizia.
31.7.2013.Da stamattina sessanta uomini del Corpo forestale dello Stato sono impegnati nell'esecuzione del sequestro preventivo, disposto dalla Procura della Repubblica, di 10 depuratori ubicati in otto comuni calabresi . Si tratta dei risultati di indagini condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf) di Cosenza. Sarebbe stata accertata “una sistematica attività di raccolta e smaltimento non autorizzato dei rifiuti costituiti dalle acque reflue urbane e dai fanghi derivanti dal trattamento di tali acque attraverso gli impianti stessi. L'attività sarebbe avvenuta in totale assenza di depurazione dei reflui urbani”
Questa volta non si tratta solo di di Escherichia coli ma anche di DOC e di (Bod5) .
Si parla di disastro ambientale.
I comuni interessati sono Rossano, Corigliano, Bocchigliero, Caloveto, Paludi, Campana, Terravecchia e Longobucco
Ha collaborato la Guardia costiera di Corigliano Calabro. Il Procuratore della Repubbica Facciolla ha dichiarato:«L'avviso di garanzia è un atto dovuto, utile soprattutto a tenere sotto la scure di responsabilità i sindaci che avranno tempo 60 giorni per sistemare gli impianti, pena responsabilità penali più gravi. L'operazione di oggi testimonia l'importanza di avere la Procura sul territorio in cui viviamo, per dare la possibilità a quanti ci vivono di denunciare direttamente a noi le cose che non vanno. Vorrei ci fosse maggior attenzione sul territorio che potrebbe essere garantita proprio dalla presenza del Tribunale. Riguardo alla vicenda di oggi sostengo che i fondi per la depurazione ci siano e non possono sparire o essere distratti per altro. Guarda caso il fenomeno è diffuso visto che sono coinvolti dieci Comuni e questo la dice lunga. Colgo l'occasione per dare il giusto riconoscimento ai miei colleghi che si sono messi a disposizione da subito. Anche se l'ufficio è piccolo dimostra grandi capacità. Un riconoscimento va alle forze dell'ordine, che hanno lavorato al meglio per garantire la giusta dignità al territorio».
Occorre attendere altre informazioni. Ci sembra che sequestrare contemporaneamente 10 depuratori imponga intense riflessioni. Troppi e tutti insieme : strano!