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Sono partiti da via Popilia per rapinare l’ufficio postale di Santa Maria di Catanzaro.

Un “lavoro” fatto in missione.

Erano in tre. C’era Fausto Vezzoni, classe 1980, già pregiudicato per lo stesso reato, e L. V., classe 1975, anch'egli pregiudicato

Ed insieme un diciassettenne.

I malviventi hanno agito con particolare crudeltà puntando più volte alla testa della cassiera la pistola.

I carabinieri non escludono che possa esistere un collegamento con le rapine consumatesi nei giorni scorsi a Sellia e Botricello.

I malviventi erano riusciti a portare via 3710 euro che i carabinieri sono riusciti a recuperare.

Vettoni che aveva con sé la pistola (poi risultata giocattolo ma senza tappo rosso) e' stato arrestato dalla polizia alcuni minuti dopo il fatto, mentre percorreva una via distante poche centinaia di metri dal luogo della rapina.

Gli altri due, uno dei quali aveva in mano la busta con il bottino, erano stati inseguiti da un uomo che aveva assistito alla scena, e sono stati presi dai CC del servizio antirapine mentre tentavano di fuggire subito dopo la rapina.

Il tenente Silvio Maria Ponzio ha spiegato che i tre hanno abbandonato l'autovettura, una Fiat Panda, bloccata con il motore acceso nel traffico particolarmente intenso di Santa Maria di Catanzaro. 

 

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Perviene e pubblichiamo la nota del I Circolo PD Cosenza2:

“Damiano Covelli, PD: Sull’acqua necessaria chiarezza e rapidità nel risolvere il problema.

Sulla vicenda della non potabilità dell’acqua nel Centro Storico e nelle Frazioni è necessario che il Comune intervenga in modo tempestivo per risolvere il problema.

Mi sembra evidente che sulla questione ci sia stato da una parte un grave difetto di comunicazione e dall’altra un serio ritardo nell’affrontare il problema, tant’è che ad oggi i cittadini, nonostante siano passati diversi giorni, non sanno se possono utilizzare l’acqua pubblica.

L’ordinanza è stata pubblicizzata sugli organi di stampa e con qualche manifesto affisso soltanto su poche fontane pubbliche.

Molti cittadini l’hanno appresa in ritardo e ciò ha alimentato preoccupazioni e anche allarmismi.

Inoltre, se l’acqua in queste realtà non è potabile o non lo è parzialmente, è bene che si proceda, nelle aree dove esiste il problema, a chiudere le fontane pubbliche che invece continuano ad essere utilizzate.

Ma è necessario fare anche di più: dire chiaramente cosa si sta facendo per risolvere l’emergenza e quando e come i cittadini potranno tornare a bere l’acqua dello Zumpo.

Questa sorgente è, infatti, storicamente, quella più pura e pulita tra quelle che servono la città di Cosenza.

Se si sono verificate infiltrazioni che hanno pregiudicato, in parte, questa purezza, vanno trovate e rimosse senza perdere tempo e, soprattutto, senza alimentare ingiustificati allarmi.

Il Comune attivi prontamente tutti gli strumenti in suo possesso e ricorra anche, se necessario, a misure di emergenza, per risolvere in tempi rapidi il problema.

Cosenza, li 2 settembre 2013 Damiano Covelli Segretario I Circolo PD Cosenza2”

Ndr. Ma davvero, come è possibile lasciare aperte le fontane pubbliche che erogano acqua inquinata anche a coloro che sono di passaggio e che non hanno avuto conoscenza della presenza di inquinamento? Siamo di fronte ad una situazione aberrante. Possibile che si pensi solo a feste e sagre e non alla salute della gente?

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Il Sindaco Occhiuto sospende l’uso alimentare dell’acqua proveniente dalle sorgenti dello Zumpo nei quartieri S. Ippolito, Borgo Partenope, Donnici Superiore, Donnici Inferiore, Bivio Donnici, centro storico cittadino e zone limitrofe. Tanto perché le acque dei fontanini pubblici di piazza Dionisio, via Santuario e via Nazionale a S. Ippolito, contrada Caricchio e via Caricchio, sono risultate non conformi agli standard di legge.

L’assessore comunale alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Cosenza Martina Hauser ha posto il problema della lungodegenza dei cani nei canili e ha proposto “di aprire un dibattito e confrontarci sull'opportunità di tenere e mantenere a vita i cani nelle strutture rifugio, oppure, di provare ad immaginare soluzioni diverse per il bene degli animali e nell'interesse della cittadinanza".

Tutto è nato dalla scelta dire reimmettere i cani sul territorio. Una scelta responsabile ricorda l’assessore e non selvaggia, decisa in accordo con i responsabili del Servizio veterinario dell'Asp che hanno selezionato solo i cani idonei.

E comunque spiega sempre Martina Hauser "L'Amministrazione insieme all'Azienda sanitaria provinciale si è trovata a fronteggiare la gestione complessa del canile e il mantenimento di un numero elevato di cani, che grava sulle risorse della comunità, specialmente in tempi di crisi come questo ".

Di fronte a questi gravi problemi fa bene il comune di Amantea che i cani li lascia già liberi sul territorio e l’Asp che non li fa accalappiare.(nella foto cani a Piazza Cappuccini il 17 agosto)

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