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Il GIP di Catanzaro Abigail Mellace ha accolto la istanza di archiviazione avanzata dagli stessi PM Antonio Bruno Tridico (della Procura di Cosenza) e il pm Alessia Miele (della Procura di Catanzaro) per 13 studenti, che hanno frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Unica ed alcuni dei quali ora laureati .

Sono :

Carmine Viapiana, 29 anni di Dipignano,

Luisa Manieri, 29 di Rende,

Antonio Amelio, 30 di Simeri Crichi,

Pietro Garofalo, 28 anni di Cosenza,

Francesca Scerbo, 27 di Marcellinara,

Roberta De Francesco, 28 anni di Marano Marchesato,

Maria Gallo, 28 di Rende,

Francesca Puteri, 31 di Lamezia Terme,

Maria Pignataro, 29 di Cetraro,

Marco Ferrari, 34 di Cosenza,

Sergio Tranchino, 27 anni di Tortora Marina,

Roberto Marino, 29 di Cirò Marina,

Concetta Angiolini, 29 anni di Taurianova .

Dopo che 3 inquisiti hanno patteggiato la pena restano e rischiano di essere avviati a giudizio le altre 61 persone per i quali i PM Tridico e Miele hanno chiesto il rinvio.

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Non ci sono i presupposti per lo scioglimento del Consiglio comunale di Rende per infiltrazioni mafiose.

Il senso del decreto firmato da Alfano è esattamente questo.

Il decreto è pubblicato sulla GU di oggi 26 settembre

E peraltro ricalca il parere del prefetto di Cosenza da poco promosso alla Prefettura di Catanzaro

La vicenda aveva avuto inizio dopo l'arresto, eseguito il 15 novembre 2012, dell'ex sindaco Umberto Bernaudo, e dell'ex assessore Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Pd, nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro.

Immediata la nomina della commissione di accesso avvenuta il 19 novembre 2012.

Poco dopo, a dicembre, il provvedimento restrittivo emesso a carico di Bernaudo e Ruffolo era stato annullato dal Tribunale del riesame ed i due esponenti politici erano tornati in libertà.

Poi nel giugno scorso il sindaco Vittorio Cavalcanti formalizzava le dimissioni senza specificarne le ragioni ma limitandosi alla sola comunicazione.

Oggi il comune è commissariato.

Ora il via alle elezioni.

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Siamo al parossismo.

Scopelliti viene ad Amantea e nel suo lunghissimo e drammatico elenco di debiti della regione calabria e dei suoi sub enti denuncia circa 150 milioni di debiti della Sorical che, come noto, è partecipata al 51% dell’ente regionale.

La Sorical è creditrice dei comuni che non pagano e ha un solo modo ( incredibile e vergognoso) per sollecitare i pagamenti quale è quello di ridurre la quantità di acqua erogata.

Lo avrebbe fatto anche con il comune di Cosenza( noto debitore) il cui sindaco “ denuncia una diminuzione del 50% rispetto agli altri anni”. E Mario Occhiuto scrive : «Questa Amministrazione ha accertato, già da qualche giorno, una riduzione della fornitura idrica di oltre il cinquanta per cento rispetto agli anni precedenti. Tale riduzione, eseguita senza alcun preavviso, limita in misura non tollerabile l’approvvigionamento idrico di tutto il Centro città con gravi pregiudizi per l’utenza pubblica (scuole, ospedali, caserme ecc..) e privata (circa 30.000 utenti)».

Conseguentemente il Comune di Cosenza ha invitato formalmente la società «a ripristinare la fornitura preesistente di 120/90 litri al secondo» ed ha anche avvertito la Sorical chein caso di reiterazione del denunciato “ inammissibile e non giustificato comportamento» adotterà tutti i provvedimenti, mirati «ad impedire la grave elusione del giudicato (ordinanza Tar Calabria Catanzaro numero 685/2012 e ordinanza del Consiglio di Stato numero 1672/2013) ed a garantire all’utenza l’esercizio di diritti insopprimibili».

Ben al di là di questa vicenda viene da chiedersi se in queste condizioni di omesso pagamento delle forniture da parte dei comuni la gestione pubblica dell’acqua sia realmente possibile.

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