Nella Banca Popolare di Bari a rischio futuro lavoratori e risparmiatori con chiusura centinaia di sportelli.
Sappiamo bene quanto sia delicata la vicenda della Banca Popolare di Bari e come il suo futuro sia legato, a doppio filo, a quello della nostra regione visto che interessa migliaia di lavoratori e tantissimi risparmiatori, mentre la pandemia continua a incidere gravemente sull’intero sistema economico e creditizio nazionale e regionale e il destino delle istituzioni finanziarie, nonché quello delle imprese e delle famiglie, è collegato a doppio filo.
Preoccupano, quindi tanti, le notizie relative alla riorganizzazione della Banca Popolare di Bari. Pare, infatti, che la nostra regione sarà fortemente penalizzata dal nuovo assetto.
In particolare la provincia di Cosenza dove saranno chiuse le filiali di Amantea, Casali del Manco, Rende, Scalea e Trebisacce a cui si aggiunge anche quella di Lamezia Terme.
Tenuto conto di questo e delle notizie non proprio rassicuranti riportate dalla stampa nazionale e regionale sul futuro di tante filiali e lavoratori i sindacati bocciano il piano di sviluppo della Banca Popolare di Bari.
Non è stato presentato un piano industriale, tuona la CGIL sulla vicenda della Banca Popolare di Bari, il piano industriale che si aspettavano non è mai arrivato.
Al suo posto, invece, uno che presentava solo tagli lineari di personale e sedi.
Una banca, fanno sapere i sindacati, che in questo momento di emergenza poteva presentarsi sul territorio come punto di riferimento e istituto in grado di avviare un dialogo proficuo con i lavoratori.
I sindacati hanno spiegato in una nota che si aspettavano un piano che delineasse il rilancio dell’ente bancario pugliese.
Pesanti, fanno sapere, gli interventi sul personale: sono stati dichiarati 900 esuberi su 2.642 dipendenti, ma in realtà i lavoratori che potrebbero andar via sono molti di più se si considerano sia le esternalizzazioni di alcune attività e le conseguenze delle chiusure di filiali in regioni lontane con il ricorso a una mobilità territoriale selvaggia, che si tradurrebbero in alcuni casi in ulteriori risoluzioni di rapporti di lavoro.
Delusi quindi i sindacati che si aspettavano delle risposte sul modello di banca, al servizio delle imprese ma anche delle famiglie, e invece non è ancora chiara quale sarà l’offerta di prodotti e le condizioni alla clientela, non è chiaro come si distribuirà nei vari territori in cui dovrebbe continuare ad operare.