Tremate, amici, i fascisti son tornati. Davvero? Sì, davvero. Infatti già una foto in bianco e nero di Benito Mussolini, fondatore del fascio e ispiratore della Marcia su Roma del 22, è stata esposta in bella mostra tra i corridori del Ministero dello Sviluppo Economico. Ma è solo una foto ingiallita dal tempo tra le tante esposte a Palazzo Piacentini per le celebrazioni del novantesimo compleanno! Ma la foto del Duce ha scatenato una bufera. Per un giorno abbiamo dimenticato la grave crisi economica che attanaglia l’Italia, la mancanza di luce e gas, le bollette arrivate alle stelle, la gente che soffre e non ha più niente da mangiare, però ci accapigliamo per una foto del Duce, morto e seppellito tantissimi anni fa, e che non dovrebbe fare più paura a nessuno. Il fascismo è morto. E’ stato sconfitto, l’Italia è una Repubblica libera e democratica. Ma per una foto sono insorti in tanti. Quella foto bisogna toglierla e subito dalla parete. E’ intervenuto finanche Bersani che nel Governo Prodi ha ricoperto la carica di Ministro di quel Ministero:- La mia foto non deve essere messa accanto a quella del Duce. Togliete la mia-. Non è stata tolta la foto di Bersani, è stata tolta la foto del Duce. Per evitare ulteriori polemiche strumentalizzazioni. Ma il Duce, per chi ancora non lo sapesse, nel 1932 ha ricoperto la carica con delega alle corporazioni. Ma c’è di più. Un suo ritratto si trova da sempre a Palazzo Chigi nella Galleria dei Presidenti del Consiglio e nessuno fino ad ieri ha avuto nulla da ridire, neppure gli ex Presidenti del Consiglio Renzi, Letta, Gentiloni, D’Alema, Amato, Craxi, Andreotti, etc. Ora, bisogna rimuovere anche quella e subito? Bisogna cancellare la storia italiana che va dal 1922 al 1945? Togliamo pure la foto, cancelliamo pure la storia, rimoviamo tutto quello che il fascismo ha fatto, rimarranno di sicuro soltanto i vermi. Rimuoviamo quella foto, perché, dicono alcuni, ci ricorda solo le famigerate leggi razziali, l’ingresso della guerra, la distruzione dell’Italia, l’occupazione tedesca e la disfatta. Ricordo tutte queste cose e ricordo pure, questo me lo raccontò mia madre, che alla nascita ricevetti la tessera di Figlio della Lupa da parte del Podestà del mio piccolo paese, Cav. Francesco Sconza, San Pietro in Amantea. Rimoviamo le foto, tanto cosa ci costa. Ma non percorriamo più le strade realizzate durante il ventennio fascista. Nel mio paese demoliamo la Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo, il Monumento ai Caduti, il Viale delle Rimembranze. A Cosenza non beviamo più l’acqua che scorre nei rubinetti di casa perché l’acquedotto del Meroni è stato voluto e realizzato dal fascismo nel 1932. Abbattiamo i ponti, le chiese, gli edifici che ancora esistono nella nostra città. Abbattiamo Palazzo degli Uffici di Piazza XI Settembre dove oggi c’è la Prefettura perché l’imponente edificio è stato realizzato ai tempo di Mussolini nel 1936. E abbattiamo pure il Palazzo della Camera di Commercio di Via Calabria costruito nel 1935 in periodo Era Fascista. Non dimentichiamo di abbattere il Teatro Tieri, ex Cinema Italia, ex GIL.
Avanti popolo, alla riscossa. Radiamo al suolo tutti gli edifici, i monumenti e le opere pubbliche realizzate durante il ventennio fascista, noi oggi sappiamo fare meglio. Poi però i ponti, i solai delle scuole, i palazzi crollano inesorabilmente causando lutti e rovine. Ieri si è sfiorata una tragedia a Cagliari. E’ crollato un solaio dell’ ex Aula Magna di Geologia dell’Università di Cagliari.