Ultimo attacca la Rai: «Festival deciso dai giornalisti, televoto farsa»
Televoto Sanremo, Codacons annuncia esposto all'Antitrust: pubblico umiliato
Sulla vittoria di Mahmood al festival di Sanremo e sul caso televoto interviene il Codacons che annuncia un esposto all'Antitrust.
L'associazione dei consumatori «depositerà domani un formale esposto all'Autorità per la concorrenza denunciando il meccanismo di voto dell'ultima serata del Festival, che ha di fatto annullato le preferenze espresse dal pubblico con possibile danno economico per i cittadini».
«Nella finalissima di ieri il cantante Ultimo - sostiene il Codacons - è risultato essere il più votato dal televoto, ottenendo il 46,5% dei voti del pubblico, addirittura 30 voti percentuali in più rispetto al vincitore Mahmood, che ha ottenuto solo il 14,1% delle preferenze.
Nonostante tali numeri schiaccianti, il voto della sala stampa e della giuria d'onore ha ribaltato la classifica del televoto, assegnando la vittoria a Mahmood.
Ma così facendo - denuncia il Codacons - il voto del pubblico da casa è stato di fatto annullato e umiliato, con conseguenze enormi sul fronte economico, considerato che i telespettatori hanno speso soldi attraverso il televoto, un televoto reso inutile dalle decisioni delle altre giurie».
Il meccanismo delle votazioni, quindi, conclude il Codacons, «sembra aver arrecato un danno a quegli utenti che da casa hanno espresso la propria preferenza (a pagamento) e potrebbe addirittura realizzare la fattispecie di pratica commerciale scorretta. In tal senso il Codacons depositerà domani formale esposto ad Antitrust affinché apra una indagine sulla classifica di Sanremo 2019».
Domenica 10 Febbraio 2019, 19:54 - Ultimo aggiornamento: 10-02-
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Italia
Da tempo ad Amantea sembra che abbiamo perso la capacità di indignarci
Se mai l’abbiamo avuta.
Ed un popolo che non si indigna è un popolo prono, che non si ribella.
Un popolo senza dignità, un popolo di yesman.
Perché mai, vi chiederete, queste riflessioni?
Semplice! Anticipano (speriamo che mi sbagli) il dubbio che, ancora una volta, la città elegga persone inadatte ed indegne e tali da far chiedere chi mai le abbia elette.
E’ un popolo, quindi, quello che pensa di poter sopravvivere soltanto accattivandosi la simpatia di un politico egoista, poco lungimirante, che pensa solo al suo avvenire e non a quello della sua città e della sua gente?
D’altro canto non mancano qui, giù da noi, nel meridione, popoli che non si indignano nemmeno per quelle scelte illogiche ed assurde adottate dai politici pensando, furbescamente e stupidamente, che esse riverberino, i loro effetti, verso gli altri e non verso di se?
Già, qui da noi, che eravamo l’espressione territoriale di briganti che non si piegavano agli abusi dei potenti , il popolo è come l'asino: paziente , docile e politicamente utile, e come l’asino viene bastonato.
Ma può in popolo mancare di grandezza morale?
Purtroppo penso di sì, quando questa grandezza morale manca anche all’uomo.
Storia antica, direte, se anche in passato Bernanos diceva che “Il popolo ha perduto il suo proprio carattere, la sua originalità razziale e culturale ed è diventato un immenso serbatoio di stupidi intrighi, cui si aggiunge un minuscolo semenzaio di futuri borghesi”.
Tempi passati, anche, quelli durante i quali Tolstoi affermava che «La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza»
Oggi sembra che la differenza tra le persone stia nella loro morale e nella morale della società, del popolo.
Già aveva ragione Astimede , come ricordato da Tito Livio, quando affermava che “ I popoli, come gli individui, hanno particolari inclinazioni: alcuni sono portati all'ira, altri all'audacia, altri alla viltà.”
Oggi tanta ipocrisia , tanto opportunismo e tanta viltà.
Un popolo che si divide tra la dichiarazione di Enrico De Nicola che soleva dire che “La grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, sopporta le sventure, affronta i pericoli, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo incerto avvenire”.
Ben lontano da chi affermava che “Nessuno pensi di piegarci ( a noi Italiani) senza avere prima duramente combattuto”, ma parlava di un popolo” geloso del suo onore”
Ed è per questo che la frase del film “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli” resta soltanto e sempre più nel mondo dei fumetti, lontana dalla realtà.
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