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Sgominata "cellula mafiosa nigeriana" nel Cara di Mineo.

Lunedì, 28 Gennaio 2019 09:42 Pubblicato in Italia

La cellula operativa a Catania e provincia, con base nel Cara di Mineo, commetteva un numero indeterminato di delitti contro la persona, in materia di stupefacenti e contro il patrimonio

Sgominata "cellula mafiosa nigeriana" con base nel Cara di Mineo.

 

E' stata sgominata dalla polizia una cellula dell'organizzazione criminale mafiosa nigeriana di matrice cultista denominata Vikings, che aveva base operativa nel Cara di Mineo. In particolare sono stati eseguiti dalla polizia, su delega della procura distrettuale antimafia, 19 fermi nei confronti di persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, detenzione, trasporto e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana, con l'aggravante dell'aver commesso il reato al fine di agevolare l'attività dell'associazione di tipo mafioso denominata "Vikings" e violenza sessuale aggravata.

Mafia nigeriana al Cara di Mineo.

Le indagini condotte dalla squadra mobile di Catania hanno permesso di ricostruire struttura e ruoli dell'organizzazione caratterizzata dalla suddivisione sul territorio italiano in gruppi, con competenza su specifiche porzioni del territorio.

In particolare la cellula operativa a Catania e provincia, con base operativa nel Cara di Mineo, commetteva un numero indeterminato di delitti contro la persona, in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, imponendo la propria egemonia sul territorio, opponendosi e scontrandosi con gruppi cultisti rivali al fine di assumere e conservare il predominio nell'ambito delle comunità straniere presenti all'interno di quel centro di accoglienza, creando un forte assoggettamento omertoso.

Nel corso delle indagini sono stati intercettati dei rituali dai quali emergeva la fedeltà dei membri dell'organizzazione alla confraternita. I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso della mattinata.

28 gennaio 2019 08:37 .In aggiornamento

Costringeva la figlia a vivere fra escrementi e rifiuti

Domenica, 27 Gennaio 2019 21:52 Pubblicato in Lamezia Terme

Che strana questa Italia!

I PM si preoccupano dei minorenni incredibilmente e vergognosamente abbandonati dalle loro famiglie ed avviati verso l’Italia intendendo imporre il loro sbarco dalle navi che hanno raccolto a mare.

Altri chiedono il nobel per la pace a Lucano che ha accolto profughi nelle sua Riace a spese dello Stato.

Solo i Carabinieri ai accorgono che una bambina di 11 anni e la di lei madre 32 a Filogaso vivono tra i rifiuti.

Il problema è che poi questa donna è stata anche denunciata.

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi la bambina è stata affidata ad un familiare.

E nientemeno sul posto sono giunti anche il sindaco e personale dell’Asp. per procedere alla disinfestazione dei locali, invasi da spazzatura, escrementi e sporcizia.

Istituzioni queste che probabilmente non sapevano niente di quanto stata accadendo.

Per fortuna la situazione di degrado totale è stata denunciata da alcuni vicini di casa insospettiti per la provenienza di cattivi odori dall'abitazione della 32enne, separata dal marito e che da cinque anni viveva da sola con la figlia.

La donna è stata anche affidata ai servizi sociali per seguire uno specifico percorso riabilitativo.

Ma è credibile uno STATO che si preoccupa dei migranti e non del SUO POPOLO?

Secondo noi no!

Ed io mi vergogno di essere italiano!

Mentre il Bollettino Excelsior,del 15 gennaio2019 preannuncia oltre un milione di opportunità di lavoro entro marzo 2019, Guccione si lamenta perché in Calabria i 15 centri per l’impiego con i 406 addetti non ce la faranno a gestire i tantissimi disoccupati.

E tira fuori i dati dell’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro) che confermano la altissima percentuale di disoccupati in Calabria

La preoccupazione di Guccione non è per le centinaia di migliaia di disoccupati ma per la differenza di lavoro degli addetti dei CPI che mediamente hanno un carico di 359 persone mentre i Calabria ne hanno 1500.

Secondo Guccione “Mettere in campo il reddito di cittadinanza senza che i Centri per l’impiego funzionino produrrà una catena clientelare e, se guardiamo alla nostra regione, si rischia una vera e propria degenerazione. Attualmente in Calabria nessuno dei 15 Centri per l’impiego (Cpi) è in grado di reggere tale impatto”.

Il Dipartimento Lavoro,Formazione e Politiche sociali col decreto 9515 del 3 settembre 2018, invece dice che .le sedi complessive sono 45 di cui 15 solo quelle provinciali, 21 locali, 6 punti informativi e 3 uffici di collocamento mirato.

Ben 24 delle 45 sedi sono ubicate nella provincia di Cosenza.

Alcune esistono solo sulla carta e sono senza personale ma Guccione non ne parla.

Eppure i CPI dipendono dalla regione e lui è un consigliere regionale!

) Mentre quindi l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro) sulla base delle informazioni raccolte dall'ultima Indagine Excelsior realizzata da Unioncamere( in accordo con Anpal) dice che sono circa 442mila i contratti previsti dalle imprese nel mese di gennaio ma che essi saliranno a circa 1,2 milioni nei primi tre mesi del 2019, Guccioni teme che i CPI non riescano a smaltire nemmeno il carico determinato dal reddito di cittadinanza.

Secondo noi ha una scarsa fiducia sul valido personale degli Uffici per l’impiego

Noi preferiamo riportare la buone nuove pubblicate dall’ANPAL ricordare che:

“Tra gennaio e marzo 2019, alcuni settori come la moda, la metallurgia e la meccatronica e la chimica - farmaceutica, nel manifatturiero, e la filiera del turismo, nei servizi, si muoveranno in controtendenza, con aumenti delle posizioni lavorative messe a disposizione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 

Cresce, in termini percentuali, il fabbisogno da parte delle imprese delle professioni di elevata specializzazione e dei tecnici (dal 24% al 26% del totale delle entrate programmate), così come degli operai specializzati (dal 30,3% al 31,3%), mentre si riduce il peso delle professioni non qualificate (dal 14,2% al 12,6%) e delle professioni impiegatizie, commerciali e nei servizi (dal 31,5% al 30,1%).

Proprio questa ricomposizione della domanda di lavoro intorno a profili più qualificati spiega l’aumento di 6 punti percentuali della difficoltà di reperimento (dal 25% di gennaio 2018 al 31% di gennaio 2019).”

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